martedì 14 agosto 2018
Rassegna con talenti da tutto il mondo e un forum dedicato al dialogo tra i popoli attraverso lo strumento culturale. Parla il fondatore Gianluca Marcianò
L’Orchestra Excellence, composta da giovani provenienti da tutto il mondo

L’Orchestra Excellence, composta da giovani provenienti da tutto il mondo

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La cultura è la migliore ambasciatrice di pace, capace di costruire ponti fra popoli in conflitto fra loro. Una realtà che intende mostrare e dimostrare il festival “Suoni dal Golfo” di Lerici (La Spezia), giunto alla sua seconda edizione, che dal 16 al 31 agosto vedrà 40 concerti gratuiti fra il Castello, Villa Shelley e varie chiese affidati a musicisti provenienti da tutto il mondo, fra cui palestinesi, israeliani e siriani fianco a fianco. La novità di quest’anno del festival, che gode della media partnership di “Avvenire”, è la nascita di un Forum dedicato alla diplomazia culturale, specialmente nei luoghi di guerra, con personalità internazionali del mondo della politica, della cultura, della musica e del giornalismo (dal 24 al 26 agosto). Luoghi di conflitto in cui ha operato con la sola forza della sua bacchetta il maestro Gianluca Marcianò, originario di Lerici, ideatore del festival che aprirà il 16 agosto dirigendo nella chiesa di San Francesco la Petite Messe Solennelle di Rossini alla guida della neonata Orchestra Excellence formata da giovani di tutto il mondo, Siria compresa. Artista apprezzato a livello internazionale, Marcianò è direttore artistico del Festival Al Bustan di Beirut, direttore musicale del Teatro dell’Opera Nazionale di Novi Sad in Serbia e fondatore dell’Orchestra Filarmonica di Banja Luka, nella Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, che ricostruì dopo la guerra nei Balcani.

Maestro Marcianò, cosa ha imparato da queste esperienze internazionali in aree di crisi?

«Ho sempre amato la possibilità di entrare in contatto con persone di altre culture e di ampliare lo spettro delle mie conoscenze. Questo mi ha facilitato quando ho lasciato l’Italia per intraprendere la carriera della direzione d’orchestra iniziando dai Paesi dell’ex Jugoslavia subito dopo la fine del conflitto, passando dalla Slovenia a Croazia, Serbia, Bosnia, per arrivare in Georgia e in Libano. E mi sono trovato sempre a mio agio in questi luoghi, accomunati tutti dall’avere un bacino culturale profondo, una tradizione storica lunghissima e dall’essere stati teatro di conflitto. Luoghi ricchi di contraddizioni, ma dove al tempo stesso i popoli sono sempre pronti ad accogliere l’altro. Mi sono affezionato e ho fatto il possibile per promuovere non solo quelle culture, ma di creare scambi internazionali».

Da dove nasce l’idea di aprire una finestra sul mondo a Lerici?

«Ho sempre creduto nella mia città come una possibile capitale culturale, come era stato in epoca romantica con Shelley, Byron, Lawrence che fecero definire questo luogo stupendo Golfo dei poeti. Con il mio collega pianista Maxim Novikov venne l’idea di valorizzare questi luoghi con un programma internazionale di altissimo respiro. Ho trovato l’appoggio del Comune di Lerici e di mecenati internazionali: la prima edizione è andata molto bene. Ho pensato di puntare molto sull’Orchestra Excellence, formata da giovani di tutto il mondo che avessero l’idea del dialogo, della condivisione di esperienze, vivendo insieme, scambiandosi idee, magari creando nuovi gruppi da camera».

Da dove arrivano questi ragazzi?

«Vengono selezionati con criteri di eccellenza attraverso video su YouTube. Oggi sono una sessantina di ventenni in arrivo da 20 nazioni di cinque continenti, fra cui Siria, Stati Uniti, Russia, Colombia, Egitto, Spagna, Polonia, Australia. Questi “milennials” sono fantastici e molto motivati, disponibilissimi a parlare di cose importanti e a mettersi in gioco: hanno apertura mentale e maturità di elaborazione incredibili. Sono un grande esempio per noi adulti. Chiuderemo l’esperienza di quest’anno il 6 settembre a Porto Venere (La Spezia) per la Celebrity fight night, la serata benefica della Fondazione Muhammad Alì, dove dirigerò l’Orchestra Excellence con Andrea Bocelli».

Nasce quest’anno anche il Forum della diplomazia culturale, cui parteciperà pure “Avvenire”. Quanto è importante la cultura come via per il dialogo?

«È importantissima per creare ponti. Si tratta di un tema attualissimo perché finalmente si è iniziato a capire che attraverso la cultura si possono mettere in azione dei canali che possono avere una influenza positiva, anche pratica. La Siria sarà uno dei punti focali del Forum, partendo dal dialogo: al festival abbiamo quattro musicisti che arrivano dal-l’Istituto superiore musicale di Damasco e il direttore dell’Orchestra nazionale siriana Missak Bagboudarian che parteciperà al Forum coordinato da Paolo Petrocelli, presidente dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco. Fra gli ospiti, Katherine Cooper, fotografa sudafricana che sarà in mostra a Lerici con “Aleppo mon amour”, Ed Vulliamy inviato di guerra del “Guardian”, l’attrice boliviana Carla Ortiz, Ed Ekmekji, responsabile Affari Internazionali per il primo ministro libanese».

Fra gli appuntamenti musicali più importanti?

«L’apertura con la Petite Messe Solennelle, omaggio doveroso a Rossini per i 150 anni dalla morte, e poi il 27 agosto la prima italiana di Sardanapalo di Liszt , opera scoperta due anni fa da uno studente di Cambridge, che avrà appena prima il debutto assoluto a Weimar. E poi abbiamo il Polyphony Quartet, emanazione della Polyphony Foundation voluta dal palestinese Nabeel Abboud-Ashkar: si tratta di studenti arabi formati dai corsi della Fondazione che suonano insieme a giovani ebrei diplomati al Jerusalem Music Center: si esibiranno il 22 e 23 agosto, in piazza Mottino a Lerici, dove c’era l’entrata del ghetto».

“Suoni dal Golfo” si inserisce nel dibattito caldo sulle migrazioni?

«La connessione è fortissima, perché bisogna riuscire a dare la possibilità di comprendere, ed è questa la missione degli artisti. Gli artisti parlano in musica oltre le traduzioni e sono testimoni di quello che veramente accade. La cultura ha una onestà nel descrivere le cose incredibile e ha la possibilità di fare quello cui non arriva la politica che non ha la possibilità di parlare ai cuori e alle anime».

E il dialogo interreligioso?

«Per me che sono credente, è fondamentale. A Banja Luka ho creato un’orchestra interreligiosa fatta da ortodossi, cattolici e musulmani. A Lerici inviteremo il vescovo della Spezia-Sarzana Brugnato Luigi Ernesto Palletti, l’imam, il rabbino e la comunità buddhista. Per me il messaggio ecumenico di Giovanni Paolo II e quello di oggi di Francesco restano un punto di riferimento».

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