venerdì 21 agosto 2015
Dopo le 20 nomine novità in arrivo per tutte le strutture statali: entro l'autunno nuovi direttori, statuto e contabilità trasparente. Il ministero deciso a "sbloccare" anche le gare per bookshop e caffetterie che oggi sono una rarità.
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Non solo i top venti con la raffica di nuovi direttori (molti dei quali "pescati" all'estero) la riforma Franceschini sta per rivoluzionare anche gli altri circa 400 musei statali. Le procedure sono già avanzate. Entro l'autunno arriveranno nuovi direttori selezionati tra i funzionari Mibact. Ogni istituto avrà uno statuto e una contabilità trasparente. Spazio anche ai servizi al pubblico, fundraising, educazione e ricerca. I nuovi direttori, per i quali all'interno del ministero di Via del Collegio romano è già partita la procedura d'interpello, vengono selezionati in questo caso dai direttori dei poli museali regionali. La riforma prevede aree dedicate non solo alla cura delle collezioni e alle mostre, ma anche ai servizi al pubblico, al fundraising e alla educazione e ricerca, in stretto rapporto con scuola e università. I direttori dei poli museali regionali assicureranno il coordinamento dell'offerta culturale nella Regione per conservare e valorizzare l'idea di museo-diffuso. Servizi accessori questi sconosciuti. Avviata la riforma dei musei e trovati i direttori per i 20 istituti al top del patrimonio pubblico, rimane aperta la grande questione dei bookshop e delle caffetterie, i cosiddetti "servizi aggiuntivi", che al momento sono pochissimi in tutta Italia, tanto che l'80 per cento dei 400 musei statali, come riconosce anche il ministro Franceschini, ne è tuttora privo. Anche in questo caso però il ministero annuncia una svolta, decisa in realtà già da mesi. Al palo da anni, a prezzo di scandali e polemiche, le gare per l'affidamento delle concessioni sono ora state messe nelle mani della Consip, la spa del ministero dell'Economia che lavora al servizio esclusivo della pubblica amministrazione. E questo, assicurano dal ministero, dovrebbe evitare per il futuro eccessive sperequazioni a favore del concessionario.
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