martedì 3 dicembre 2019
Probabile che all’origine ci sia stato un difetto di comunicazione interna e di condivisione dell’iniziativa tra l'Opera di Santa Croce, e i Frati minori conventuali
Santa Croce a Firenze (Foto Ansa)

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Può sembrare semplicistico dire che è tutto un equivoco. Eppure è così. Per di più, se qualcuno di fronte a una scintilla getta benzina, è inevitabile che scoppi un incendio. Parliamo del caso del concerto dedicato a Mozart, che doveva svolgersi il 5 dicembre, dopodomani, in Santa Croce a Firenze e che invece, per la negazione dei Frati minori conventuali che gestiscono il culto in Basilica, si terrà nel Cenacolo che è di diretta competenza dell’Opera di Santa Croce, un ente laico che ha come compito quello di amministrare, tutelare e valorizzare anche con eventi culturali l’intero Complesso monumentale di proprietà del Fondo Edifici di culto del Ministero dell’interno.

È per questo probabile che all’origine ci sia stato un difetto di comunicazione interna e di condivisione dell’iniziativa tra l’Opera e i Frati, che hanno in qualche modo voluto difendere il proprio ruolo di garanti di quello che avviene all’interno della Basilica anche se non propriamente legato al culto come un concerto pubblico. Fin qui il disguido, ovvero la scintilla. La benzina, invece, l’ha gettata chi ha tirato in ballo motivi di fantasia come il fatto che Mozart fosse massone e che pertanto fosse sconveniente eseguire la sua musica in una chiesa quando si sa benissimo che da sempre accompagna anche le Celebrazioni eucaristiche. Su questa motivazione, azzardata da un quotidiano locale, e sul fatto che i Frati ritenessero comunque inopportuno un concerto in Avvento, sono derivati altri interventi tra cui quello di Riccardo Muti che ha definitivamente incendiato la questione contribuendo ad alimentare l’equivoco e a trasformare la vicenda in un caso nazionale.

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