sabato 18 luglio 2015
​Il 25enne pilota francese, vittima di uno spaventoso incidente nel Gp del Giappone del 5 ottobre scorso, si è spento nel Centre Hospitalier Universitaire di Nizza dove era ricoverato.
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Jules Bianchi non ce l'ha fatta. Il 25enne pilota francese, vittima di uno spaventoso incidente nel Gp del Giappone del 5 ottobre dello scorso anno, si è spento venerdì sera nel Centre Hospitalier Universitaire di Nizza, dove era ricoverato in seguito alle gravissime lesioni cerebrali subite nello schianto."Jules si è battuto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma ieri la sua battaglia è finita", ha annunciato la famiglia del pilota in una nota su Facebook. "Il dolore che proviamo è immenso e indescrivibile. Desideriamo ringraziare lo staff medico dell'ospedale che si è occupato di lui con amore e dedizione - aggiunge la famiglia di Bianchi -. Ringraziamo anche il personale del centro medico generale nella prefettura di Mie in Giappone che si è occupato di Jules subito dopo l'incidente, così come tutti gli altri medici che sono stati coinvolti nelle cure per Jules nel corso degli ultimi mesi". "Inoltre, ringraziamo i colleghi, gli amici, i tifosi di Jules e tutti coloro che hanno dimostrato il loro affetto per lui in questi ultimi mesi. Ci hanno dato grande forza e aiutato nei momenti difficili. L'ascolto e la lettura dei tanti messaggi ci hanno fatto capire quanto Jules avesse toccato i cuori e le menti di tante persone in tutto il mondo. Vorremmo chiedere infine che la nostra privacy sia rispettata in questo momento difficile", conclude la nota della famiglia Bianchi.Cordoglio nel mondo della Formula Uno. "Siamo devastati per la perdita di Jules dopo una così ardua battaglia. È stato un privilegio averlo fatto correre per il nostro team", dichiara la Marussia, il team per il quale Bianchi correva. "Ciao Jules, per sempre nei cuori Ferrari" scrive la Scuderia Ferrari su Twitter. Dopo le esperienze nelle serie minori è stata proprio la Ferrari a individuare Bianchi come talento, ingaggiandolo come test driver e inserendolo nella Academy ferrarista, di cui Bianchi era membro.
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