mercoledì 22 giugno 2022
Aveva 87 anni ed è considerato il "padre della preistoria". I suoi studi hanno rivoluzionato la conoscenza dell'alba dell'uomo. Mise in relazione evoluzione umana e ambiente
Il paleoantropologoa francese Yves Coppens

Il paleoantropologoa francese Yves Coppens - WikiCommons

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Il paleontologo francese Yves Coppens, celebre per avere scoperto nel 1974 in Etiopia dello scheletro di Lucy, un ominide datato a circa 3,2 milioni di anni fa, il più celebre Australopithecus Afarensis, è morto oggi all'età di 87 anni dopo una lunga malattia. Coppens è considerato "il padre della preistoria", che ha rivoluzionato grazie a decine di scoperte paleoantropologiche nel corso di oltre mezzo secolo. Nell'ottobre 2021 aveva organizzato presso la Pontificia Accademia delle Scienze, della quale era membro dal 2014, un workshop sul simbolismo e il senso religioso nell'uomo fin dalle origini.

Era professore emerito di paleoantropologia e preistoria al College de France, direttore onorario del Museo dell'Uomo di Parigi, membro di istituzioni scientifiche in tutto il mondo, tra le quali la Royal Academy of Sciences, l'Academia Europaea, l'Accademia Reale del Belgio, dell'Accademia Nazionale delle Scienze di Roma e il Royal Anthropological Institute.

Nato a Vannes il 9 agosto 1934, Coppens cominciò le prime ricerche in Bretagna durante gli studi secondari e poi all'Università di Rennes della Sorbona di Parigi, dove ha studiato geologia, zoologia e botanica e paleontologia. Nel 1956 entrò al Centro Nazionale di Ricerca scientifica francese e si occupò di periodi remoti e paesi lontani, in particolare dei limiti del Terziario e del Quaternario nelle regioni tropicali del Mondo Antico. A partire dal 1960 organizzò importanti spedizioni prima da solo in Ciad, poi in collaborazione internazionale, in Etiopia (valle dell'Omo e bacino di Afar) oltre a numerose missioni in Algeria, Tunisia, Marocco, Mauritania, Sudafrica, Indonesia, Filippine, Cina e Siberia. Le sue ricerche si sono focalizzate sulla paleontologia dei vertebrati (proboscidati, ippopotami), la loro conformazione e la loro rilevanza per i paleoambienti, climi e biocronologia, nonché nella paleoantropologia. Il frutto di quelle spedizioni è notevole: decine di tonnellate di fossili fra i quali più di un migliaio di resti di ominidi che sarebbero stati studiati con sorprendenti risultati, facendo luce sulla storia degli ultimi dieci milioni di anni. È noto per le sue ipotesi che mettono in luce le correlazioni esistenti tra evoluzione degli ominidi e evoluzione dell'ambiente.

Nel 1969 Coppens fu chiamato alla vice direzione del Museo dell'Uomo, di cui divenne direttore nel 1980, contemporaneamente
all'affidamento della cattedra di antropologia al Muséum national d'histoire naturelle. Nel frattempo si recò nella valle del fiume Omo in Etiopia, un sito importante per la scoperta di antichi ominidi. Su richiesta di Haile Selassie, imperatore d'Etiopia, il paleoantropologo britannico Louis Leakey organizzò una spedizione internazionale a cui partecipò Yves Coppens scoprendo i resti dell'Australopithecus Aethiopicus (2,5 milioni di anni fa).

Lo scienziato francese si diresse poi ad Afar, nell'Etiopia orientale: nel 1974 la scoperta di Lucy (Australopithecus Afarensis), insieme a Maurice Taïeb e Don Johannson (Usa). Le 52 ossa di Lucy (uno scheletro umano ne ha 206) hanno permesso di ricostruire il suo peso, la sua età e la sua locomozione e di scoprire che i preumani camminavano e si arrampicavano sugli alberi. Il nome Lucy deriva dalla canzone "Lucy in the Sky with Diamonds" dei Beatles, le cui note risuonavano nel campo
di spedizione etiopico.

Nel corso degli anni Coppens ha formulato ipotesi che propongono una spiegazione ambientale della separazione Hominidae Panidae 8 milioni di anni fa (1983), un'altra ipotesi che ha individuato la prima comparsa degli Australopiteci 4 milioni di anni fa (1999), un'altra ancora la sulla comparsa del genere Homo 3 milioni di anni fa (1975). Questi tre stadi ipotizzati da Coppens si concatenano verticalmente o trasversalmente all'interno di veri e propri alberi, e ognuno crea i presupposti per lo stadio successivo, pur sviluppando il proprio ceppo in modo originale ed autonomo.

Basandosi su velocità differenziate di evoluzione della biologia e della tecnologia, Yves Coppens ha dimostrato anche come l'acquisito abbia poco a poco prevalso sull'innato, conferendo all'uomo la libertà e la responsabilità, e perché da 100.000 anni l'evoluzione dell'Uomo si è rallentata e poi arrestata.

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