venerdì 16 dicembre 2022
La mostra alla Galleria Nazionale di Roma permette di riscoprire il talento di un pittore di fama internazionale, uno dei protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento
Domenico Morelli, “Le tentazioni di sant’Antonio” (particolare)

Domenico Morelli, “Le tentazioni di sant’Antonio” (particolare) - in mostra a Roma, Galleria Nazionale

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Il rapporto nodale tra disegno e pittura, l’intreccio tra progetto ed esecuzione finale, le serrate dinamiche di ideazione e di realizzazione del quadro: seguendo queste tracce una mostra a La Galleria Nazionale di Roma permette di riscoprire il talento di Domenico Morelli (Napoli, 1823-1901), pittore di fama internazionale e uno dei protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento. La mostra (fino al 29 gennaio) prende l’avvio dal fondo di proprietà del museo (acquisito dallo Stato italiano con i lavori presenti nell’atelier dell’artista alla morte dell’artista) e ha l’indubbio merito di mettere in relazione questo gruppo di disegni, cartoni, bozzetti e dipinti con altre opere di Morelli e con sculture e pitture di suoi compagni di viaggio.

Domenico Morelli, 'Cristo che veglia agli Apostoli'

Domenico Morelli, "Cristo che veglia agli Apostoli" - in mostra a Roma, Galleria Nazionale

In questo modo spicca la vivacità di un contesto che si inserisce in una più ampia dimensione europea e che vede presenti figure di grande importanza come, ad esempio, Francesco Paolo Michetti, Vincenzo Gemito o Gaetano Previati, di cui è esposto un capolavoro sacro come Lo spasimo (1901), il Calvario con la Madonna distrutta dal dolore che ha avuto una più che probabile influenza sulle crocefissioni di Giorgio de Chirico. In questo dialogo emerge dunque con chiarezza il valore di Morelli, il suo talento di disegnatore e la sua qualità di pittore, evidente ad esempio nei suoi bozzetti, con la loro rapida ed elegante “sprezzatura”, nei piccoli paesaggi dove la luce è distillata con sintetica purezza, ma anche nelle stesure compatte e nitide delle opere finali, grazie alle quali possiamo ottenere una rigorosa ricostruzione del suo metodo ideativo e processuale.

Domenico Morelli, 'Pater Noster (Discorso della montagna)' (particolare)

Domenico Morelli, "Pater Noster (Discorso della montagna)" (particolare) - in mostra a Roma, Galleria Nazionale

Possiamo apprezzare quindi al meglio il lavoro di composizione di Morelli, che partiva da un’analitica e vastissima preparazione attraverso decine di disegni che studiavano con cura ogni personaggio e ogni particolare delle tele finali. Si può pertanto notare come il pittore sia stato capace di fondere molte influenze e suggestioni, da Rembrandt a Goya fino ai Preraffaelliti e alle evocazioni orientaliste, riuscendo a trovare però la misura del tutto personale di uno stile incisivo e di uno sguardo evocativo. In questo senso la sezione più rilevante della mostra appare quella dedicata ai temi sacri, a cui Morelli ha lavorato molto, partendo idealmente dal celebre Le tentazioni di sant’Antonio, tema caro al simbolismo risolto dal pittore con il gioco di contrasti tra l’erotismo delle figure femminili e l’allucinata lotta ascetica del monaco eremita. Un valore speciale hanno così le opere dedicate alla figura di Cristo e a una rilettura delle iconografie tradizionali, in una rarefazione delle presenze umane e un’intensificazione dei contrasti drammatici, dove spesso è il respiro mistico del deserto a dominare la potenza di immagini dove il Redentore predica, guarisce gli ossessi o veglia gli Apostoli addormentati, in opere segnate da un accento visionario che prelude agli sviluppi futuri dell’arte del Novecento.

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