Altro che roulette e giochi d’azzardo, a Montecarlo ha vinto lo svarione del box della Mercedes, grazie a uno sbaglio che nel calcio è peggio dell’autogol. Richiamare ai box il pilota di testa, senza che ve ne fosse il motivo ma solo per timore che la Ferrari, terza con Vettel in quel momento, potesse fermarsi e montare gomme morbide, è stato come fare un processo alle intenzioni che nessuno, nel box a fianco a Maranello, aveva: «E chi ci ha mai pensato a fare una sosta?», dice divertito
Maurizio Arrivabene, responsabile della GES Ferrari. Così, col relax e la supponenza derivata dalla certezza di essere superiori, il box Mercedes ne ha combinata un’altra dopo la Malesia, solo che stavolta Rosberg ha vinto mentre a Sepang la Ferrari beffò i tedeschi capaci di un altro errore, anche se meno grossolano di quello monegasco. Ma come accade di questi tempi, si grida al complotto, ovvero la Mercedes lo avrebbe fatto apposta a fermare Hamilton per far vincere
Rosberg. Col presidente Zetsche nei box che si preparava a una doppietta storica, è ipotesi da scartare assolutamente e lo conferma anche
Niki Lauda, presidente onorario della Mercedes F.1: “Un errore, semplicemente un errore, dobbiamo analizzare i dati e capire come è stato possibile fare una cosa sciocca di questo genere”. E con questo una vittoria assicurata va in fumo. Per
Lewis Hamilton il GP di Montecarlo edizione 2015 resterà nella memoria come la grande beffa della sua Mercedes, che lo ha chiamato ai box a cambiare le gomme quando la
safety car aveva neutralizzato la corsa. Un errore di calcolo, banale se commesso tutti i giorni, drammatico per chi per 71 giri di fila aveva rischiato la pelle fra marciapiedi e guard rail. Con la beffa finale che la vittoria è andata al compagno
Nico Rosberg: “Dobbiamo analizzare tutti i dati e capire perché sia accaduto un errore del genere – dice Niki Lauda – non si possono avere troppi cuochi in cucina quando ne serve uno per fare il piatto e poi i risultati sono questi”. Niki Lauda, da presidente onorario di Mercedes, è stato anche l’uomo della rinascita Ferrari a Montecarlo. Giusto 40 anni fa vinse la gara con la 312T e la rossa non vinceva da 20 anni nel Principato. Ora c’è mancato poco che ancora Lauda facesse vincere una Ferrari, quella di Vettel, seconda per un soffio dopo 14 anni di astinenza: “Altri tempi, altre corse, oggi si dovrebbe tornare a quello spirito. Vorrei una F.1 dove il pilota possa sbagliare da solo, commettere errori se non sa gestire il cambio, la frizione, le partenze. Oggi premono un tasto e la partenza è in automatico, non la sbaglia nessuno. Scalano una marcia e l’elettronica protegge cambio e motore. Cambiano le mappature e la potenza arriva quando serve. Se si vuole rivedere una F,1 dove l’uomo conta qualcosa, bisogna fare un passo indietro. Ai miei tempi, e ricordo bene quella vittoria perché mi aprì le porte del mondiale, la partenza la gestivi tu con frizione e acceleratore, se sbagliavi una scalata e il motore saliva di 200 giri oltre il limite, lo rompevi e ti ritiravi. Se sbagliavi la marcia rompevi il cambio e ti ritiravi. Oggi fa tutto il computer. Capisco che non si può tornare indietro coi cambi manuali, ma lasciare al pilota la libertà di sbagliare la scalata, di essere lui a fare la partenza e non un computer, farebbe bene alla F.1”. E sull’errore del box Mercedes? “Chiedilo al computer, e anche al pilota che ha accettato l’ordine, ai miei tempi avrei discusso ferocemente con l’ingegnere, oggi no, fa tutto l’elettronica, sbagli compresi…”. L’unica certezza è che la Mercedes, dopo il clamoroso autogol a Monaco, dovrà risarcire in qualche modo Hamilton. E per Rosberg potrebbero essere cattive notizie!