giovedì 11 novembre 2010
Batte il Palermo, ringrazia l’arbitro e dopo due anni va in testa da solo. Ma perde Pato  Due sviste del direttore di gara agevolano il successo dei rossoneri. Di Pato, Ibrahimovic e Robinho le reti della squadra di Allegri. E domenica c'è il derby.
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Decide Ibrahimovic, che ne sa una più del diavolo. Si prende u­na serata di riposo assolu­to, sembra dormire per un’intera partita. Qualcun altro si procura un rigore, lui lo trasforma con freddezza (poi regala l’assist del tris). Un rigore che vale il prima­to solitario (al Milan non ac­cadeva dal 2 novembre 2008).Il Palermo sui piega e si ar­rende, ma ha più di un mo­tivo per recriminare. Il fallo di mano di Boateng in bar­riera su punizione di Mic­coli meritava il rigore. Così come è irregola­re l’azione che porta al penalty in favore dei ros­soneri, con Am­brosini che si porta la palla a­vanti con un braccio. Era sembrata la serata di Pato, fi­no ad allora. Nel bene e nel male.Lui la luce di un Milan che tende al buio, lui il silenzio che piomba su San Siro. E’ lui che accende la luce do­po che il Milan aveva rumi­nato un po’ di calcio senza sbocchi e il Palermo azio­nato un paio di contropie­de da far scattare l’allarme nella difesa milanista. Pato, di testa. Quella che non do­vrebbe essere la sua specia­lità. Seedorf batte un corner, il Papero rossonero ci met­te la capoccia (19’) ed è 1-0. È un Milan fortunato, soli­do, più che spettacolare. Al­tra cosa, insomma, rispetto a quello atteso dopo i fuochi d’artificio della fase finale del calciomercato. I tre cen­trocampisti non sono cuci­tori di gioco, Seedorf si de­ve dividere in due, tignoso in fase di copertura, spesso brillante in fase di rifinitura. Ma è solo lui a sprizzare ge­nialità in una squadra altri­menti piatta. Il Milan vive di episodi, in mancanza di al­tro. Episodi, appunto. Quel­li che non sono favorevoli al Palermo. Perché Pastore, così atteso sul palcoscenico della Scala del calcio, s’infortuna quasi subito, gioca al piccolo trotto, si ar­rende in avvio di ripresa (la­scia il posto a Miccoli).E soprattutto perché il si­gnor Banti, arbitro della sfi­da, chiude sempre un oc­chio negli episodi dubbi in area rossonera. Episodi sfa­vorevoli al Palermo, tanti, favorevole uno solo: una corta respinta della difesa per la rasoiata vincente di Bacinovic (63’). Ed è lì che entra in scena Pato, stavol­ta in negativo. Un infortu­nio, ancora un muscolo che non va. Sostituito, subito dopo il pari rosanero. E per di più in vista del derby con l’Inter, stracittadina da vi­vere da padroni di Milano, come non accadeva da tan­to tempo. Milan alle corde, pure sen­za Pato (entra Inzaghi). Ba­sta un guizzo, un’incursione di Ambrosini. Supera Sirigu, il portiere lo atterra: rigore. Ibra, fino ad allora semi­dormiente, insacca da par suo (31’). Poi, spazio e glo­ria anche per Robinho: suo il tris delle sicurezza, dopo aver rimpiazzato Inzaghi, acciaccato lui pure dopo pochi minuti dall’ingresso in campo. Tre punti, il pri­mato. Niente male, anche senza rubare l’occhio. E ora tocca all’Inter: la Milano rossonera ringrazia, aspetta di sapere quando riavrà in campo Pato e Inzaghi, ma sogna finalmente in grande.
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