sabato 8 marzo 2014
​La Società italiana di neurologia a convegno. Obiettivo il riconoscimento precoce delle patologie: se si scoprissero 5 anni prima certi disturbi, si dimezzerebbe il numero delle persone invalidate. (Rosanna Vacalebre)
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Quando ci fa degli scherzi non ci diverte affatto. È la memoria, il cui buon funzionamento è direttamente correlato alla capacità di apprendere cose nuove. Anche un cervello ben allenato e stimolato, contrariamente a quanto si crede, può resistere integro ben oltre la tarda vecchiaia, se perde colpi invece non è per l’età avanzata, una «spia» di qualcosa che non va. «Se si scoprissero cinque anni prima quei disturbi della memoria che celano malattie invalidanti, si dimezzerebbe il numero dei pazienti invalidati». Il messaggio arriva da Milano dove la Società italiana di neurologia (Sin), sta per diffondere la conoscenza su questo organo promuovendo in tutta Italia la «Settimana mondiale del cervello», che si svolgerà dal 10 al 16 marzo. «Da una nostra indagine nazionale – spiega Aldo Quattrone, presidente Sin – è emerso che ben un italiano su tre ritiene di conoscere le principali patologie neurologiche, pur non sapendo indicarne i disturbi correttamente». Solo il 13% conosce tutti i sintomi dell’ictus, il 12% quelli dell’Alzheimer, il 5% quelli relativi all’epilessia, mentre la percentuale scende al 2% quando si parla di Parkinson o sclerosi multipla. «Aumentare la conoscenza di queste patologie – aggiunge – è dunque imperativo». Per questo la Settimana avrà come tema «Il cervello e la memoria». Disturbi e amnesie colpiscono il 7% di chi ha più di 65 anni, e il 30% dei soggetti con più di 80 anni. Purtroppo però non sono caratteristici solo dell’Alzheimer ma possono essere presenti in molte malattie neurologiche e pertanto, devono essere, il prima possibile, correttamente diagnosticati. Le patologie cerebrali hanno un grandissimo impatto sulla popolazione italiana: solo i pazienti con Alzheimer o demenza senile sono 1,2 milioni, a cui si aggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti che hanno una demenza pre-senile, in un’età compresa tra 30 e 65 anni. Un altro argomento centrale nella «Settimana» sarà l’impatto neurologico di uno stile di vita non corretto a causa di abuso di alcol o di utilizzo di droghe, che rendono il cervello più suscettibile a danni permanenti. I più colpiti sono i giovani e gli anziani: «In Italia – dicono gli esperti – si stima che il problema riguardi circa il 10% della popolazione, mentre quasi il 2% soffre di una vera e propria dipendenza da alcool». Durante la Settimana del Cervello si svolgeranno su tutto il territorio nazionale diversi incontri divulgativi, a Milano ad esempio ci sanno happening aperti a tutti al Teatro Franco Parenti, convegni scientifici, attività nelle scuole elementari e medie, oltre a visite guidate dei reparti e dei laboratori ospedalieri. Il dettaglio delle iniziative è consultabile online all’indirizzo www.neuro.it.
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