giovedì 16 novembre 2023
Il primo lungometraggio del regista galiziano Álvaro Gago in gara alla 29° edizione del Festival in corso a Roma nel Concorso Ufficiale – Amore & Psiche
La protagonista del film Matria

La protagonista del film Matria - Luigi Coluccio - Ufficio stampa MedFilm Festival

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Non si segue decisamente a cuor leggero, seppure spesso con i ritmi di un film d’azione, Matria, il primo lungometraggio del regista galiziano Álvaro Gago in gara alla 29° edizione del MedFilm Festival nel Concorso Ufficiale – Amore & Psiche, dopo essere stato presentato al Berlino Film Festival (nella sezione Panorama).

Non è facile non perché il film abbia una trama complessa, tutt’altro; ma perché la protagonista Ramona (interpretata da María Vázquez e ispirata a un’amica del regista) riesce a trasmettere a chi la guarda tutta la sua stanchezza. Sì perché la vita della donna, cui la tenacia non manca, è decisamente faticosa e frenetica innanzi tutto perché è divisa tra due lavori, entrambi assai logoranti e, soprattutto, precari: operaia in una fabbrica e manovalanza su un peschereccio per la pesca delle cozze.

Ramona, che vive in Galizia, sarebbe ancora una bella donna ma trascura sé stessa per lavorare sempre di più e guadagnare quello che, secondo lei, basterà alla figlia per non fare la sua stessa vita. Con la ragazza, Ramona ha un rapporto conflittuale così come ce l’ha con il suo compagno, un uomo prepotente e un po’ alcolizzato, con il quale continua a vivere pur non sopportandolo più.

A innescare l’inizio del cambiamento sarà la scelta di lasciare il lavoro nella fabbrica dove a lei e alle sue colleghe viene chiesto di accettare una sostanziosa riduzione del già misero stipendio.

Il regista del film Matria Alvaro Gago

Il regista del film Matria Alvaro Gago - Luigi Coluccio - Ufficio stampa MedFilm Festival

Nei poco meno di 100 minuti di durata il regista, che è anche l’autore di Matria, è riuscito a mettere insieme diversi temi di grande attualità come la condizione femminile, la questione salariale, il rapporto madre-figlia e il sistema patriarcale: «C’è un falso mito, molto radicato, secondo cui in Galizia ci sarebbe il matriarcato – ha detto Gago alla presentazione del film -. La storia di Ramona dimostra che, se questo è il matriarcato, allora abbiamo un problema. Lei non è una donna che ha potere ma, al contrario, una vittima sottomessa che reagisce come può e, nel momento in cui lo fa, viene giudicata».

Ciò non vuol dire che Ramona sia un’eroina perfetta, anzi se lo fosse «sarebbe un modello irraggiungibile e io, invece voglio che chi la guarda la senta vicina. Volevo raccontare una donna che sopravvive e che non piega la testa. Usa l’umorismo come arma di sopravvivenza ed è una donna imperfetta».

Tanto che «nel rapporto con la figlia tende a imporre le stesse regole del sistema patriarcale in cui è cresciuta anche se sono quelle che la schiacciano».

In Matria, per la cui protagonista Gago afferma di essersi ispirato al personaggio interpretato da Anna Magnani nel film di Luchino Visconti Bellissima, dicevamo, c’è spazio anche per questioni di estrema attualità come, ad esempio, il salario minimo: «In Spagna è stato approvato e, da allora, si lavora meglio. Tutti gli argomenti contrari si sono dimostrati delle menzogne», afferma Gago.

Matria è già uscito in Spagna e prossimamente uscirà anche in Francia, in Grecia e in Portogallo. In Italia sarà distribuito da Europictures.

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