giovedì 8 febbraio 2024
Lo scrittore e il musicista all'Ariston con il toccante brano di denuncia "L'uomo nel lampo". "Nel 2023 sono morte 1485 persone senza che importasse a nessuno". L'appello per la pace di Ramazzotti
Il musicista Paolo Jannacci e lo scrittore Stefano Massini all'Ariston

Il musicista Paolo Jannacci e lo scrittore Stefano Massini all'Ariston - ANSA

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Dopo il commovente discorso della mamma di Giogiò e la testimonianza forte di Giovanni Allevi, nella terza serata del Festival arriva un altro di quei rari momenti che illuminano di contenuti la 74ma edizione del Festival di Sanremo, l'appello contro le morti bianche di Stefano Massini e Paolo Jannacci.

Ma prima, mentre scorre la gara con gli altri 15 Big votati da Televoto e la guerra fa capolino all'Ariston. Eros Ramazzotti canta Terra promessa e la dedica a sorpresa alla pace: "Ci sono persone che non vedranno la Terra Promessa: basta sangue, basta guerre, pace". E Gianni Morandi lancia il suo appello alla pace in musica con l'inno contro i conflitti C'era un ragazzo. Anche l'attore Russel Crowe, ospite musicale per lanciare il suo tour italiano, raccontando alla stampa di avere scoperto da poco le sue origini italiane ripete "che quello che è fondamentale è di non scordare e non mettere da parte l'umanità. Ricordiamoci che ci sono madri, padri, zii, fratelli che approdano sulle spiagge italiane da situazioni di sofferenze e disperazione. Non dobbiamo mai trascurare l'aspetto umano. Non capisco come siamo stati capaci di inventare qualsiasi cosa e non riusciamo a trovare soluzioni che siano diverse dalla guerra, se non ricorrendo al conflitto armato".

Arriva poi L’uomo nel lampo, un brano inedito di denuncia sociale dove si racconta la storia di un operaio che muore in un'esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi. Da quel momento in poi l'operaio diventa una foto appesa in salotto. Jannacci al pianoforte e l’affabulatore Massini si alternano fra canto e recitazione: “il lavoro porta sottoterra / e l’operaio muore come in guerra” recita il drammaturgo Massini che alla fine, mentre il pubblico dedica una standing ovation, esclama "Viva la dignità". Appoggiato da Amadeus che ribadisce: "Il lavoro è un diitto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere".

«Una canzone - spiega lo scrittore - che sta nel solco del teatro canzone di questo Paese. Io di fatto recito, come fece Faletti sulle stragi di mafia. Paolo invece canta sul ritornello». La denuncia di Massini arriva in sala stampa già la mattina. «La narcosi regna ovunque, l’anestesia è dilagante, mentre nel 2023 1.485 persone sono morte sul lavoro, senza che interessino a nessuno» denuncia lo scrittore. «Non siamo qui per proclami - incalza Jannacci -, ma per raccontarvi più o meno in punta di piedi qualcosa che un artista dovrebbe suggerire, dovrebbe essere il suo compito. Il nostro è una sorta di dialogo che racconta una storia».

Che è quella di un operaio che muore in un'esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi. Da quel momento in poi l'operaio diventa una foto appesa in salotto spiega lo scrittore: «Con Paolo mi sono immaginato che un padre che ha perso il figlio parli con lui da una foto, che è l'unica cosa che gli è rimasta. I parenti delle vittime vengono umiliati con l'alibi della fatalità, dell'incidente. E invece poi si scopre, come è successo a Luana D'Orazio, che si muore perché dal telaio era stata tolta una protezione affinché la produzione aumentasse di velocità. Diremo molto chiaramente che c'è chi invece di guadagnarsi da vivere si guadagna da morire».

Di morti sul lavoro Massini ha sempre parlato, basti ricordare il dramma teatrale 7 minuti con Ottavia Piccolo diventato film sui diritti delle operaie di una fabbrica: «E’ un tema che mi sta a cuore perché trovo che abbia a che fare con l'umanità stessa dell'essere vivente. Ci guadagniamo da vivere, ma qualcuno si guadagna da morire. Archiviati come incidenti, ma poi si scopre che l'80% delle morti sul lavoro si eviterebbe se i diritti di lavoratori fossero tutelati. Vittime umiliate che dopo la massima ipocrisia e il massimo cordoglio finiscono nel dimenticatoio». Diritti è la parola chiave, sulla quale puntare, anche perché «in un’epoca in cui le macchine stanno diventando più competitive rispetto agli esseri umani, stanno diventando un lusso» aggiunge l’autore di Lehman Trilogy.

Anche Paolo Jannacci, ha respirato in casa da bambino l'impegno sociale, basti ricordare la delicata Vincenzina e la fabbrica di papà Enzo. «Ho avuto grandi insegnamenti di mio padre Enzo, sia a casa che sul palcoscenico, ho imparato da lui a cercare di raccontate qualcosa a tutti – spiega Paolo -. E già 25 anni fa sentivamo la necessità di parlare di morti sul lavoro, un problema che era già drammatico. L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma spesso ce ne dimentichiamo. Altro non posso dire perché sono solo un saltimbanco… Ma si sa: i saltimbanchi, da sempre, raccontano amare verità».

Massini-Jannacci, la strana coppia che da tempo ha consolidato il suo rapporto artistico con lo spettacolo teatrale Storie, avevano anche provato a presentare il brano in gara, ma Amadeus ha scelto di averli ospiti. «E forse è meglio così, in gara non avremmo avuto la stessa attenzione mediatica». L'uomo nel lampo è pubblicata da Ala Bianca sulle piattaforme digitali, a partire dall'esibizione della coppia all'Ariston. «Ci tengo a ringraziare Amadeus - aggiunge Massini - che è stato un grandissimo alleato. Mi auguro che la cosa di stasera porti consapevolezza, perché nelle ultime 24 ore ci sono stati altri due morti sul lavoro: un operaio folgorato a Messina e un altro operaio schiacciato in provinca di Padova da un muletto».

E, a proposito di lavoro, domani arriva a Sanremo la protesta degli agricoltori. L'obiettivo degli agricoltori giunti fin qui coi loro trattori è far sentire le ragioni del dissenso contro la politica europea nell'evento più seguito d'Italia. Ma non avranno spazio sul palco: Amadeus leggerà stasera un comunicato che - assicura la Rai - «porterà alla conoscenza del grande pubblico i problemi, le difficoltà, le richieste che provengono dal mondo agricolo». Ma Riscatto agricolo non ci sta: «Se non potremo salire sul palco dell’Ariston, saremo costretti a concentrare su Sanremo, a partire da domani, tutti i trattori dei presidi della Lombardia, del Piemonte e della Liguria, che già si stanno organizzando per potenzialmente raggiungere la città entro oggi o domani».

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