lunedì 13 novembre 2017
Nel campionato di seconda categoria, un giocatore del Futa 65 segna contro i padroni di casa e mostra la maglia con l'Aquila fascista. Il ministro Lotti: «Gesto inaccettabile»
Frame di un video su Youtube mostra un giocatore del Futa 65 che mostra una maglia nera con l'Aquila

Frame di un video su Youtube mostra un giocatore del Futa 65 che mostra una maglia nera con l'Aquila

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Dopo il goal ha esultato verso la tribuna facendo più volte il saluto romano ed esibendo, sotto la maglia ufficiale, una t-shirt nera con un'aquila impressa su un Tricolore, immagine che ricorda lo stemma della Repubblica Sociale Italiana: protagonista dell'episodio un calciatore di seconda categoria della squadra del Futa 65, ospite domenica scorsa sui campi del Marzabotto, comune sull'Appennino Bolognese teatro di una delle più feroci stragi commesse dai nazifascisti contro civili in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. «Un atto intollerabile per la nostra comunità - ha sottolineato il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi – che tanto ha sofferto a causa del nazi-fascismo». Per Franchi si è trattato di «un atto premeditato che Marzabotto non giustifica per nessuna ragione. Questa amministrazione comunale – ha annunciato il sindaco – procederà per le vie legali per chiedere l'applicazione delle leggi esistenti che puniscono il reato di apologia al fascismo. Inoltre chiederà alla Federazione gioco calcio di Bologna di prendere immediate misure nei confronti della società Futa 65 che prevedano l'allontanamento del giocatore dai campi di calcio». Secondo il sindaco di Marzabotto, «risulta assai improbabile che nessun dirigente della società si sia accorto negli spogliatoi della maglietta indossata dal calciatore in questione. Lo sport, soprattutto ai livelli locali, deve essere strumento di crescita umana ed educazione civica e - ha concluso Franchi - non deve copiare i peggiori esempi che accadono negli stadi a livello nazionale. È una questione di rispetto per la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e la democrazia».

La società Futa 65, ha invece comunicato attraverso Facebook «che non era a conoscenza della maglia indossata dal ragazzo, e che nel caso un qualsiasi giocatore o dirigente l'avesse vista ovviamente avrebbe impedito categoricamente di indossarla». Per il calciatore è arrivata la multa e la sospensione dall’attività agonistica. «Ci scusiamo per l'accaduto con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto... e chiediamo scusa a tutti a nome nostro e del nostro tesserato», hanno scritto i dirigenti in un post.

Condanne dell'accaduto sono arrivate dal mondo politico, sportivo e sociale. «È inaccettabile - afferma il ministro per lo Sport Luca Lotti - ciò che è avvenuto ieri durante una partita di calcio a Marzabotto, un luogo simbolo di un'immane tragedia che merita il rispetto della memoria. Un gesto che non va sottovalutato ma condannato con fermezza. Non bisogna mai abbassare la guardia». Per il presidente del comitato regionale onoranze ai caduti di Marzabotto, Valter Cardi «ancora una volta Marzabotto si vede costretto a subire una ennesima inaccettabile offesa durante una partita di calcio».

A pochi giorni dalla figurina antisemita di Anna Frank con la maglia della Roma, ancora un gesto che macchia di scuro lo sport e i campi di calcio.

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