sabato 18 febbraio 2023
Trionfo al Teatro Real per la prima di "Achille in Sciro" tornata nella capitale iberica dopo tre secoli e slittata nel 2020 per la pandemia. Ivor Bolton ha diretto l’Orchestra Barocca di Siviglia
Una scena della prima di "Achille in Sciro" che ha debuttato venerdì al al Teatro Real di Madrid

Una scena della prima di "Achille in Sciro" che ha debuttato venerdì al al Teatro Real di Madrid - Per gentile concessione del Teatro Real / Foto Aquilesll

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Un lungo e unanime applauso ha accolto venerdì al Teatro Real la prima di Achille in Sciro, inizialmente programmata tre anni fa ma interrotta alla vigilia dal lockdown decretato per la pandemia. Il dramma su musica in tre atti, sul nobile libretto di Pietro Metastasio, è tornato a Madrid 278 anni dopo il debutto al Coliseo del Palacio Buen Retiro, nella versione composta per quell’occasione da Francesco Corselli (Piacenza 1709-Madrid 1778), maestro della Cappella Reale al servizio di Filippo V e Isabella Farnese, per celebrare le nozze della figlia Maria Teresa Antonia Raffaella di Borbone con il delfino Luigi di Francia.

La nuova coproduzione del Teatro Real e del Theater an der Wien, con la direzione di scena di Mariame Clément e quella musicale di Ivor Bolton alla battuta dell’Orchestra Barocca di Siviglia, rende giustizia all’opera del barocco spagnolo, poco frequentato dal pubblico domestico. Grazie anche al programma di recupero del patrimonio lirico in complicità con l’Istituto Complutense di Scienze Musicali e del direttore Álvaro Torrente, che ha ricostruito partitura e libretto originali.

La vicenda si rifà al mito secondo cui Achille, per volere della madre Teti, che voleva risparmiargli la morte sicura nella guerra contro Troia, annunciata da un oracolo, vive travestito da donzella sull’isola di Sciro alla corte di Licomede. Il suo amore per Deidamia, la figlia del re della quale si innamora, verrà bruscamente interrotto dall’arrivo di Ulisse, che smaschera l’eroe per ricondurlo alla sua invincibile natura combattiva e far sì che lo segua sul campo di battaglia. Mariame Clément – richiamata con Ivor Bolton dalle acclamazioni sul palcoscenico – utilizza tutto il potenziale della partitura e colloca la scena in una grotta incantata, fra suggestioni roccocò. E che, per il gioco di colori vermigli, è anche ventre materno che protegge Achille o scogliera di un’isola impossibile da abbandonare.

Nel secondo atto si popola di statue di Ettore di gusto ellenista per ricordare ad Achille/Pirra il suo destino. Con Julia Hansen, autrice delle scenografie e dei costumi, la regista ricrea l’atmosfera del 1744, in una sorta di educazione sentimentale per l’infanta, presente come comparsa sulla scena, e in quella finale con genitori e consorte nel coro celebrativo della monarchia. L’assenza in extremis dell’argentino Franco Fagioli, nel ruolo protagonista di Achille/Pirra è stata sanata in maniera egregia dal controtenore sivigliano Gabriel Díaz, riuscito da contralto ad affrontare, con tecnica e stile, le sette arie che nell’opera originale al Coliseo del Buen Retiro interpretò un soprano.

Ma a brillare è stata soprattutto l’innamorata Deidamia, la soprano calabrese Francesca Aspromonte, fra le più interessanti interpreti del repertorio classico barocco, che ha suscitato l’entusiasmo del Real dopo le arie Tornate sereni e Chi può dir. L’altra protagonista della serata, la soprano Sabrina Puértolas, nei panni di Teagene. L’ultima delle 5 repliche di Achille in Sciro sarà trasmessa il 25 febbraio sulla piattaforma Opera Vision di Opera Europa, in diretta e gratuitamente in tutto il mondo.

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