mercoledì 13 giugno 2012
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Dopo essersi fatta crocifiggere quattro anni fa su una croce di cristalli Swarovski a due passi dal Vaticano, cos’altro poteva inventarsi Madonna ieri sera per il ritorno a Roma? Niente. E poco o niente è quello che ha offerto al pubblico dell’Olimpico con questo suo nuovo show atteso pure a Milano e Firenze domani e sabato. Hai voglia a riempire il palco di frati e monaci tibetani, di crocifissi e saette, la detonante forza mediatica della Signora sembra avere ormai le polveri bagnate dalla paura di mostrarsi diversa dal personaggio che si porta dietro da trent’anni. Quando al Live 8 si presentò sotto il cielo epico e imbronciato di Hyde Park per eseguire «Like a Prayer» con un coro gospel, lì sì che prese tutti in contropiede rimischiando le carte sotto il naso dei fans e dei media per tirare fuori la più insospettabile delle sue tante anime. Una voglia di stupire molto diversa da quella di questo «assalto ai sensi» tutto mitra, pistole e pistolotti. Già perché per far parlare di questo tour col fiato corto la Material Mum se a Tel Aviv, nonostante la profusione di armi e scoppi, s’era improvvisata un discorso sulla pace e ad Istanbul non aveva trovato di meglio che abbassarsi la spallina del reggiseno, a Roma ha pensato bene di prendere di mira l’Oltretevere. E siccome a dirla tutta l’ultimo album «MDNA» non è poi brutto, la stanchezza del pubblico (oltre a primi posti da 172 euro) deriva dalla logica gattopardesca di un personaggio che ad ogni nuovo disco, ad ogni nuovo tour, dà l’impressione di voler cambiare tutto ma alla fine rimane sempre intrappolato negli stereotipi che si porta dietro da trent’anni. E siccome i fan alla fine presentano il conto, la storia si ripete. Come già nel ’90 quando il tracollo delle date italiane spinse Madonna a convocare i giornali nel suo hotel di Portofino, oggi davanti alla mala parata di un Olimpico in affanno (gli organizzatori parlano di 40mila spettatori) e all’onta dei due concerti cancellati su sei, ha vinto la ritrosia per concedersi a compiacenti microfoni e telecamere. Majorette, guerriera, regina del dancefloor passa da «Girl gone wild» a «Vogue» da una «Open your heart» col trio basco Kalakan ad una «Like a virgin» fusa col tema di quell’«Evgeni’s Waltz» scritto da Abel Korzeniowski per la colonna sonora del suo ultimo film «W.E.». Peccare le piace, come canta in «I’m a sinner». Soprattutto di buon gusto.
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