martedì 1 agosto 2023
Lascia perplessi il “Parsifal” da vedere in realtà aumentata con gli occhiali digitali (che costano 1.000 euro). Nella collina del vate spazio anche a Verdi con i concerti picnic
Il terzo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth

Il terzo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Enrico Nawrath-Bayreuther Festspiele

COMMENTA E CONDIVIDI

Da dove cominciare per raccontare il Festival wagneriano di Bayreuth che, secondo tradizione, si è aperto il 25 luglio? Dagli occhiali digitali che devi mettere per assistere a cinque ore d’opera e che ti togli dopo mezz’ora di realtà aumentata perché vedi soltanto rami, sciami di moscerini e teschi che si muovono in tre dimensioni per la sala? Oppure dall’Italia che conquista la più tedesca delle colline verdi (e musicali) della Germania: quest’anno con le partiture di Giuseppe Verdi e nel 2025 con la bacchetta di Daniele Gatti? O ancora dalla crisi del mito dei biglietti introvabili per una delle più esclusive rassegne del mondo in cui si dovevano attendere anche dieci anni per sedersi sopra le scomode poltrone di legno rimaste simili a quelle dell’Ottocento e in cui adesso trovi le “Karten”, come tutte le chiamano, per i quattro titoli del Ring anche il giorno precedente?

Il teatro fondato da Wagner al Festival di Bayreuth

Il teatro fondato da Wagner al Festival di Bayreuth - Avvenire

Beh, Bayreuth con il suo palcoscenico-santuario è da sempre un concentrato d’avanguardia, provocazione, ritualità e polemiche furiose che nel 2026 compie 150 anni, tanti quanti ne festeggia la kermesse che l’irrequieta penna tedesca ha fondato nel teatro fatto costruire a misura delle sue partiture su un’altura della cittadina della Baviera. Forte di quella “musica dell’avvenire” che qui ha il suo tempio. E fedele al motto del fondatore «Ragazzi, fate qualcosa di nuovo» che il clan Wagner – nelle cui mani resta il festival – ha elevato a mantra delle decisioni artistiche.

Georg Zeppenfeld e Andreas Schager nel terzo atto di 'Parsifal' al Festival wagneriano di Bayreuth

Georg Zeppenfeld e Andreas Schager nel terzo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Enrico Nawrath-Bayreuther Festspiele

Come dimostra la scelta di inaugurare l’edizione 2023 con una regia sperimentale da guardare indossando il visore. Non occhialetti rossi e blu, ma schermi che si posano sul naso e costano mille euro ciascuno. Un esperimento senza precedenti firmato dallo statunitense Jay Scheib, docente al Massachusetts Institute of Technology, ma miseramente fallito nonostante l’investimento economico e la tecnologia di ultima generazione. Titolo d’apertura: Parsifal. Atteso per l’esordio dello spagnolo Pablo Heras-Casado come direttore a Bayreuth e del soprano Elina Garanca arrivata al Festspielhaus dopo il forfait «per ragioni personali» di Ekaterina Semenchuk. Trionfo per entrambi. Con la cantante lettone che sorprende per la sua Kundry cristallina e incisiva. E Heras-Casado che opta per un approccio più mediterraneo che teutonico, con tempi meditativi e talvolta dilatati.

Andreas Schager e Elina Garanca nel secondo atto di 'Parsifal' al Festival wagneriano di Bayreuth

Andreas Schager e Elina Garanca nel secondo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Enrico Nawrath-Bayreuther Festspiele

Funziona l’intesa fra Garanca e Andreas Schager, il “puro folle” che redime la congrega del Monsalvato dalla perdizione. Sostituito in un ruolo per lui collaudato, riesce a tenere a bada la sua voce potente con intelligenza e abilità. È un Klingsor intenso quello di Jordan Shanahan. Si conferma uno dei migliori bassi wagneriani attuali Georg Zeppenfeld, un commovente Gurnemanz. Ed è ottima la prova di Derek Welton nei panni di Amfortas. Cast accolto da quindici minuti di applausi. Non il regista e la sua équipe che scatenano le contestazioni e i “buu” dei duemila spettatori in sala.

Gli occhiali digitali per il 'Parsifal' al Festival wagneriano di Bayreuth

Gli occhiali digitali per il "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Bayreuther Festspiele

A dire il vero solo le ultime tre file di platea, su trenta, possono entrare nella visione dilatata. Trecento eletti (che pagano 400 euro a biglietto). Sedie cablate una a una. Buste con gli occhiali al lato: pesanti e caldi per lo schermo interno. E arrivo in teatro con 45 minuti d’anticipo per il test, dopo aver comunicato via mail la necessità di lenti correttive per chi porta gli occhiali da vista che vengono inserite da maschere-oculisti. Insomma, un grande laboratorio ma non il teatro dell’avvenire. Perché a che cosa serve la realtà aumentata se ciò che gli occhiali aggiungono sono continui voli di uccelli o di api che compaiono davanti gli interpreti, fiori giganti che cadono, incendi o esplosioni casuali, silhouette di donne e uomini stilizzati che camminano e si inginocchiano, persino un’auto e un camion che volteggiano nell’aria? «Possiamo contare su una potenza performativa inimmaginabile fino a pochi mesi fa, che amplia all’infinito lo spazio», racconta Scheib. Dopo i registi del cinema arruolati per il teatro d’opera, scocca l’ora dei “periti” crossmediali? Chissà. Certo, nel Parsifal bayreuthiano sembra che al computer ci sia un bambino che sceglie a caso i più accattivanti oggetti 3D. Con il paradosso che il bacio tentatore fra il protagonista e Kundry viene visto da chi non ha gli occhiali hi-tech ma non da quanti li indossano perché nel momento topico compare un albero digitale in mezzo al palco che oscura tutto.

Il primo atto di 'Parsifal' al Festival wagneriano di Bayreuth

Il primo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Enrico Nawrath-Bayreuther Festspiele

Sarà per gli oggetti volanti virtuali che le scene sono inanimate: nel primo atto solo una stele con un enorme ostensorio luminoso che si alza per rappresentare il sacro monte dei puri; nel secondo il cortile per l’ora d’aria in stile penitenziario e poi un giardino naïf con tre maxi schermi (per chi ha gli occhiali, gli schermi diventano quattro!); e nel terzo una discarica con una pozza d’acqua, una tenda e un escavatore. Nulla di più, se non gli inserti didascalici indicati dal libretto: dalla lancia al calice-Graal.

Il secondo atto di 'Parsifal' al Festival wagneriano di Bayreuth

Il secondo atto di "Parsifal" al Festival wagneriano di Bayreuth - Enrico Nawrath-Bayreuther Festspiele

E proprio le regie “alternative”, croce e delizia del festival, finiscono sul banco degli imputati. Giudicate da alcuni la prima causa della fuga dei “devoti” da Bayreuth testimoniato dalla giacenza di biglietti per tutto il cartellone che prosegue fino al 28 agosto e comprende l’intera Tetralogia, Tannhäuser, L’olandese volante, Tristano e Isotta. In realtà il Covid ha cambiato le abitudini del pubblico e ridotto le prenotazioni a lunga scadenza; i prezzi dei biglietti sono aumentati; e soprattutto serve una settimana intera per i quattro titoli dell’Anello del Nibelungo. Ben più accattivante Parsifal per bambini. Un’ora e un quarto d’opera che va in scena in un hangar delle prove e che diventa una fiaba: il Monsalvato non custodisce il Graal ma la pozione che fa fiorire magicamente i giardini; e l’eroe viene salvato dalle istruzioni dei baby ascoltatori.

'Parsifal per bambini' al Festival wagneriano di Bayreuth

"Parsifal per bambini" al Festival wagneriano di Bayreuth - Avvenire

Novità di quest’anno è l’uscita del Festival dal teatro. Non era mai accaduto. Con due concerti all’aperto. E con l’orchestra di Wagner che suona Verdi. Non dentro il “Walhalla” che rimane esclusiva del cantore di Sigfrido, ma nel giardino di fronte. Collina invasa di gente (e anche di cestini da picnic che preparano all’esibizione). Solo il prato per sedersi. E un repertorio che spazia dal vate di Bayreuth a Gershwin, da Shostakovich alla ballata rock Dreams on. E che include anche Falstaff.«Verdi o Wagner?», chiede il presentatore della serata a una spettatrice. Lei risponde subito Wagner ma applaudirà convinta l’aria “Quando ero paggio” dell’anziano seduttore che strappa risate al pubblico.

Il concerto all'aperto dell'orchestra del Festival wagneriano di Bayreuth che ha suonato anche Verdi

Il concerto all'aperto dell'orchestra del Festival wagneriano di Bayreuth che ha suonato anche Verdi - Bayreuther Festspiele

Un tocco del Belpaese che anticipa l’arrivo di Gatti fra due anni chiamato a dirigere I maestri cantori di Norimberga con la regia di Matthias Davids. Per il maestro milanese, un ritorno dopo il suo Parsifal del 2008. Nel cast Georg Zeppenfeld e il tenore americano Michael Spyres. Nel 2024 toccherà al Tristano con il russo, naturalizzato statunitense, Semyon Bychkov. E nel 2026, anniversario della kermesse, per la prima volta andrà in scena nel “sacro” teatro Rienzi, titolo che Wagner non considerava degno del festival ma che gli eredi, «dopo il consenso unanime della famiglia», faranno debuttare comunque.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: