mercoledì 23 marzo 2022
La Fiera di Bologna dedica una sezione alla produzione per l’infanzia del Continente nero: una sfida anche contro l’analfabetismo. Le storie sono quelle familiari a tutti i bambini del mondo
Un’illustrazione di Sapin per "Akissi: Nkhondo Wa Mapaka" di Marguerite Abouet, edito dalla mozambicana Trinta Zero Nove

Un’illustrazione di Sapin per "Akissi: Nkhondo Wa Mapaka" di Marguerite Abouet, edito dalla mozambicana Trinta Zero Nove - Trinta Zero Nove

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Se a Phileas Fogg sono bastati 80 giorni per fare il giro del mondo, al visitatore della Bologna Children’s Book Fair è sufficiente una giornata (un po’ correndo). E tra i libri si sa che le avventure non mancano mai... Poco importa se l’Azerbaigian confina con l’Albania e sta proprio di fronte all’emirato di Sharjiah, ospite d’onore dell’edizione numero 59, la prima in presenza dopo gli anni in cui la pandemia ci ha costretto a un surplus di eventi online. Dall’Australia allo Zimbabwe sono novanta i Paesi che stanno presentando nei padiglioni della fiera bolognese le loro novità per i bambini. Che hanno gli stessi gusti a qualsiasi latitudine: cambia la lingua – l’arabo, l’azero, l’urdu, il malgascio... – ma sono sempre gli stessi i protagonisti delle storie (innumerevoli): sono gli animali, gli eroi coraggiosi e i perfidi antieroi, gli esseri fantastici e i mostri spaventosi a popolare le pagine sempre splendidamente illustrate (e questo sì è un linguaggio universale, che non ha bisogno di traduzioni). L’edizione 2022 della Bologna Children’s Book Fair ha dedicato uno spazio speciale all’editoria africana, “Spotlight on AS frica”, fedele alla sua fama di luogo concentrato sulla scoperta dei mercati e delle creatività più innovativi e inesplorati a livello internazionale. Africa, però, è un nome plurale, una parola che concentra varietà – di culture, di lingue, di religioni e abitudini – e contraddizioni. Il continente ha la popolazione più giovane del mondo – l’età media è vent’anni, in certi Paesi (il Malawi o il Mozambico, per esempio) scende a 18 – e il tasso di sviluppo di internet con il più rapido incremento: in campo editoriale, l’economia emergente africana si presenta come uno straordinario bacino di nuovi lettori, in particolare per il settore bambini e ragazzi, di nuove idee e creatività. Non ovunque, però, e non per tutti. Lo sviluppo socio- economico e i livelli di alfabetizzazione non sono per niente omogenei: nove tra i Paesi con il tasso di alfabetizzazione più basso al mondo sono in Africa (il peggiore è il Ciad, dove sanno leggere e scrivere 22 abitanti su cento) ma sempre in Africa ci sono le eccellenze di Seychelles, Guinea Equatoriale e Sudafrica dove è alfabetizzato il 95% della popolazione. Non tutti gli Stati possono contare su una rete distributiva efficiente, le librerie fisiche non sono abbastanza diffuse – in Mozambico, per fare un esempio, tra editori e librai sono trentasei – e neppure ci sono infrastrutture che supportino quelle online. Lì, nel 2018, Sandra Tamele ha fondato Editoria Trinta Zero Nove: un bell’azzardo considerato che il 39% dei mozambicani non sa né leggere né scrivere e che la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Dati sulle abitudini di lettura non ce ne sono: «Mi è stato detto che pubblicare fiction in Mozambico – racconta Tamele – è un atto di coraggio ». E c’è da crederci, non solo perché chi è analfabeta e chi non ha di che vivere non compera libri, «ma anche – prosegue l’editrice – per la scarsa attitudine alla lettura di chi i libri potrebbe permetterseli». La presenza africana alla Bcbf è importante anche per questo, imperdibile opportunità per tessere relazioni con gli operatori del settore: un passo – di tanti – per far crescere e sviluppare opportunità e creatività locali. I libri esposti nella sezione “Spotlight on Africa” sono scritti in diverse lingue (nel continente africano se ne parlano 43), in arabo, in francese, in portoghese, in malgascio, in kinyarwanda... Sono oggetti belli non solo da guardare e da leggere ma anche da maneggiare: ma non sono numerosi – di sicuro non in confronto alla pantagruelica offerta di certi editori italiani – e, anzi, in certi stand si contano sulle dita di una mano. Come anticipato, le storie, anche nel continente africano, sono quelle familiari a tutti i bambini del mondo: al centro della vicenda raccontata c’è spesso la famiglia, il legame tra fratelli, ma anche la solidarietà e, naturalmente, l’amicizia. E una natura come quella africana non può non esserne protagonista. Spiccano anche pregevoli erbari e libri di ricette, sempre ottimamente illustrati. Pochi o tanti che siano, sempre importanti per contagiare con la passione per la parola scritta bambini e ragazzi sempre meno abituati a leggere, che sempre più si limitano a guardare.

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