sabato 20 aprile 2013
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Sarà in ben 200 sale da mercoledì «Le streghe di Salem» di Rob Zombie, horror sovrannaturale distribuito da Notorius Pictures, in versione integrale per un pubblico vietato solo ai minori di 14 anni e non di 18, come era stato deciso inizialmente dalla prima Commissione di revisione cinematografica del ministero dei Beni culturali.
La storia è quella di una giovane dj che abita a Salem, la città americana 'delle streghe', che misteriosamente ritornano fra immagini crude e sataniche. «Nonostante il chiaro vilipendio alla religione cattolica, con sputi alla Madonna, al Crocifisso, iniziazioni al satanismo – spiega uno dei membri della terza commissione di revisione cinematografica, Simone Casavecchia – la casa di produzione è riuscita a ricorrere in appello ottenendo la proiezione della pellicola, che ha aspetti sacrileghi, con il divieto soltanto ai minori di 14 anni». «Quello che mi ha colpito è che non si è trattato di una battaglia ideologica all’interno della nostra commissione – racconta Casavecchia – perché alcuni membri provenienti da una cultura laica o agnostica hanno votato con me per evitare la proiezione a un pubblico troppo vasto di minorenni». Il motivo? «Visti tutti i casi di satanismo e di sette iniziatiche, questo film è apparso come offensivo del comune sentire della nostra società civile. Ma tutto questo non ha fermato il voto favorevole del resto della commissione».
Simone Casavecchia, profondo studioso di cinema, si dice sgomento: «Se ci fosse stato un attacco così offensivo verso tutto ciò che è sacro per gli ebrei o i musulmani, la commissione si sarebbe comportata nello stesso modo?». A lasciare interdetto Casavecchia sono anche il turpiloquio e la scena «di un bambino ammazzato da una strega, mi immagino la levata di scudi degli animalisti se si fosse trattato di un capretto...», per non parlare del «dileggio gratuito della figura del Papa». «La cosa che più temo – spiega il critico – è che ora il film 'sdoganato', con pochi tagli, finisca in tv in prima serata. Sarebbe necessario appellarsi a una vera laicità che difenda il rispetto non solo della religione cattolica ma anche del buon senso».
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