sabato 5 dicembre 2020
L’asso inglese, marito e padre di quattro figli, è diventato un bersaglio sui social da quando ha invitato il governo ad aiutare le coppie a sposarsi: «Una famiglia stabile aiuta i figli a crescere»
Il campione della nazionale inglese di rugby, Courtney Lawes

Il campione della nazionale inglese di rugby, Courtney Lawes - Reuters

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Provate a fermarlo, se ci riuscite. Lui è Courtney Lawes, stella della nazionale inglese di rugby vincitrice dell’ultimo Sei Nazioni, uno dei giocatori più imponenti della scena mondiale. Un colosso di 201 centimetri, tutto muscoli, agilità e potenza. Eppure anche lui, da sempre abituato alla lotta e ai colpi duri, deve essere rimasto sorpreso dai fendenti che rifila la dittatura del politicamente corretto quando si toccano certi temi. Li sta sperimentando sulla propria pelle da quando quest’estate ha 'osato' invitare il governo del suo paese a incentivare il matrimonio. Apriti cielo. Da allora è finito nel tritacarne del pensiero unico ed è costretto tuttora sui social a placcare e respingere critiche feroci e ogni genere di insulto. Ma che cosa ha detto di così grave?

In un’intervista al quotidiano The Telegraph, Lawes ha commentato un rapporto ( Family Structure Still Matter) del Center for Social Justice secondo cui le coppie sposate hanno meno probabilità di separarsi (almeno quattro volte in meno) rispetto alle coppie conviventi: la famiglia è più stabile e questo va a tutto vantaggio dei bimbi. Infatti, evidenzia il dossier, i bambini provenienti da famiglie stabili hanno meno probabilità di essere esclusi e tendono a far meglio a scuola, hanno migliori risultati occupazionali e incappano con minore frequenza in problemi di giustizia. Un dato su tutti: il 70% dei giovani che delinquono provengono da famiglie distrutte. Senza dimenticare, che cifre alla mano, è anche più probabile che un nucleo fratturato sia anche più povero.

Per Lawes, 31 anni, sposato con Jessica e padre di quattro figli, non si può non tenerne conto: «Una famiglia stabile è una famiglia in cui i genitori sono sposati». E ha esortato il governo a «smetterla di fingere» e a distinguere tra convivenza e matrimonio: «Confondere due diverse strutture familiari impedisce ai nostri figli di prendere una decisione informata. Sposarsi significa che stai assumendo un impegno pubblico unico a stare insieme. Si tratta di dare un’opportunità migliore ai tuoi figli. Essere sposati ti spinge a lavorare di più sulle cose che non stanno andando bene». A testimonianza di quanto la questione gli stia a cuore ha raccontato la sua esperienza personale: «Probabilmente non giocherei a rugby se mia madre e mio padre non fossero stati insieme». Una stabilità e una presenza soprattutto paterna, di cui non ha beneficiato il suo fratellastro (figlio di una relazione precedente del padre), finito anche in prigione per problemi di droga e criminalità. «Sono molto contento che oggi ne sia uscito anche se sono costretto a chiedermi come sarebbe stata diversa la sua vita se fosse cresciuto in una casa stabile». Per questo non ha dubbi Lawes sulla strada da indicare ai figli e agli altri giovani: «Il matrimonio è la migliore strategia». Tanto è bastato però per farne un bersaglio sul Web. Addirittura c’è chi incita i suoi sponsor ad abbandonarlo.

Ma ci vuole ben altro per intimorire questo roccioso fuoriclasse, seconda linea dei Northampton Saints, club che ha trascinato alla storica conquista del massimo campionato inglese nel 2014. Nel suo ruolo è in patria uno dei più vincenti, ma Lawes va oggi fiero soprattutto per altro: «Giochiamo ad un livello molto alto, ma avere una grande famiglia da cui tornare a casa ti fa capire che puoi sempre rialzarti. La prima persona che chiamo dopo una partita è mia moglie... Sono così felice di aver avuto figli ancora giovane, così potranno vedermi giocare a rugby. Posso essere il loro modello. Vedranno cosa puoi fare se ti concentri davvero su qualcosa». È sempre una battaglia, in campo e a casa con i suoi quattro bambini (di cui due gemelli): «Essere padre e giocatore sono due ruoli entrambi difficili, ma il primo è più importante per cui è più dura. La parte più difficile per un papà è avere pazienza. Spesso la esaurisci quando sei stanco e un bambino non smette di urlare. Ma devi ricordare che c’è sempre un motivo per cui lo fanno. Quindi anche se non è facile, devi essere paziente con loro e assicurarti di metterli con tutto il cuore al primo posto».

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