martedì 14 novembre 2023
Con guerre e disastri ambientali sempre più frequenti è urgente un nuovo modello di sviluppo e l’enciclica di papa Francesco è una road map. L'analisi del cardinale Czerny sul nuovo "Vita e Pensiero"
Una giovane vittima di un’inondazione in Bangladesh, uno dei Paesi più colpiti dai fenomeni meteorologici estremi

Una giovane vittima di un’inondazione in Bangladesh, uno dei Paesi più colpiti dai fenomeni meteorologici estremi - MD Abu Sufian Jewel / Afp

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In uscita il nuovo numero di Vita e Pensiero, il bimestrale culturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Apre il fascicolo il grande tema della salvaguardia del creato con l’editoriale Prendersi cura della nostra casa comune firmato dal cardinale Michael Czerny, di cui proponiamo qui un estratto. Segue un inedito datato 1867 del teologo Italo Mancini che fornisce un’analisi attualissima del rapporto fede-modernità. E poi articoli sul transumanesimo, la rinascita dello “Stato di potenza”, l’idea del Piano Mattei e un Forum sull’integrazione dei figli degli immigrati.

Facciamo un dipinto di come è il mondo oggi: notizie spaventose su disastri correlati al clima – incendi, uragani, alluvioni e siccità, ondate di calore estivo e inverni tiepidi con punte di gelo terribile – ci giungono quasi quotidianamente da ogni parte del mondo. Milioni di famiglie in fuga, le loro case e le loro fonti di reddito distrutte “dal clima”, e queste persone vivono spesso, benché non sempre, in zone povere di risorse che non hanno alcun mezzo di ripresa. Come reagire? Le encicliche di papa Francesco Laudato si’ e Fratelli tutti ci invitano a seguire le orme di san Francesco d’Assisi, immergendoci «nella meraviglia e nello stupore» della natura, che ci fa sentire «uniti a tutto ciò che esiste». San Francesco celebrava la bellezza della natura come «opera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi». Così la natura è espressione dell’amore di un Dio personale che, rispecchiando in essa la sua provvidenza, portò l’intero universo all’esistenza, come altro da sé. (...)

«Siamo tutti connessi» ripete papa Francesco in tutta la Laudato si’ e, in modo complementare, anche in Fratelli tutti. Noi siamo interconnessi con il mondo creato, con tutti i nostri fratelli e sorelle nella famiglia umana, e con tutti quelli che verranno dopo di noi. Noi tutti esistiamo solo all’interno di una rete di relazioni. «L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra» (LS 66). «Tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra» (LS 92). Laudato si’ riguarda il cosa deve essere fatto. Fratelli tutti riguarda il chi lo dovrà fare. Se Laudato si’ ci ricorda che la terra è la nostra casa comune e la nostra eredità condivisa, Fratelli tutti sottolinea che noi tutti siamo creati fratelli e sorelle, membri di un’unica famiglia. (...)

Oggi, il mio prossimo include il popolo indigeno cacciato dai suoi territori in Amazzonia, mentre vaste distese di foreste tropicali vengono rase al suolo per attività estrattive o per attività di agrobusiness; il mio prossimo include le comunità in fuga delle isole del Pacifico, come i Tuvalu o i Kiribati, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani, mentre le acque invadono e distruggono abitazioni e attività fonti di reddito; il mio prossimo include gli inermi migranti dall’Africa subsahariana dove anni di siccità hanno generato fame e malnutrizione, e persone disperate intraprendono traversate pericolose attraverso il Mediterraneo o il Canale della Manica; il mio prossimo include le famiglie che cercano di valicare il confine messicano per entrare negli Usa, mentre le loro condizioni di vita si deteriorano nelle loro terre d’origine colpite da allagamenti, uragani e illegalità; il mio prossimo può anche vivere accanto a me, ma non lo frequento per via della sua appartenenza politica o per il colore della pelle. Il mio prossimo appartiene ad altre popolazioni. (...)

Le due grandi encicliche di Francesco non sono intese per stare sugli scaffali delle nostre librerie. Dobbiamo convertirle in azione. Affrontando gli orrori ambientali che gli esseri umani sono riusciti a creare a partire dalla rivoluzione industriale, non ci sorprende vedere i giovani indifferenti o sentirli gridare «Dov’è Dio, in questa situazione?». Questa amara accusa è comprensibile, ma accusare Dio non è di aiuto. Un miglior approccio sarebbe di riporre la domanda «Dove sono io, dove siamo noi in questa situazione?». In molte situazioni, il miglior antidoto alla disperazione è l’azione. Andiamo al settembre 2019: proteste sul clima si sono svolte in 4500 località di 150 Paesi del mondo. Un movimento guidato dagli alunni delle scuole e dagli adolescenti. Dov’erano le università? Ma siamo d’accordo che l’attuale emergenza planetaria è questione troppo seria per lasciarla ai ragazzi. Le università devono tornare a essere la culla del pensiero critico e le incubatrici di un’azione radicale. Pos- sono Laudato si’ e Fratelli tutti convincere a ripensare qual è lo scopo delle università?

Nei fatti, una grande reazione entusiastica nei confronti di Laudato si’ è venuta proprio dalle università, e in particolare da quelle cattoliche. Una delle prime di queste reazioni è stata la Dichiarazione dei dirigenti mondiali degli istituti cattolici (Statement of leaders in Catholic higher education globally), firmata dai dirigenti di istituti cattolici di istruzione superiore, tra cui circa cento rettori di università solo negli Stati Uniti. La Dichiarazione definisce l’enciclica come «opportuna, esaustiva e ispiratrice», con il suo «appello urgente a prendere delle misure nei confronti delle crisi climatiche e di giustizia che minacciano il pianeta». Ecco alcuni passaggi-chiave: gli istituti di formazione superiore devono cercare di garantire su scala globale una leadership influente alla ricerca di strade nuove e vivificanti per affrontare le emergenze urgenti del cambiamento climatico, dell’esclusione sociale e della povertà estrema, e per individuare nuove vie per raggiungere la pace, la giustizia e una sostenibilità ambientale per tutta la famiglia umana e l’intero creato… in particolare, ci si impegna su scala globale, in qualità di presidi di istituti di istruzione cattolica, a integrare la cura per il pianeta, lo sviluppo umano integrale e la preoccupazione per i poveri all’interno dei progetti di ricerca, nei curricula e nella programmazione pubblica, nelle infrastrutture istituzionali, politiche e pratiche, come anche nel coinvolgimento politico e sociale in qualità di licei e università (Laudato si’: On Care for Our Common Home, Statement of some 200 Leaders in Catholic Higher Education Globally).

Questa è davvero una risposta concreta, visionaria e coraggiosa all’invito di papa Francesco di intraprendere una “conversione ecologica”, di vivere in una migliore armonia con Dio, gli uni con gli altri e con tutto il creato. Come dice il papa: «Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione» (LS 202). La Chiesa cerca di ispirare un’azione concreta e partecipativa nella lotta contro il disastro climatico su un piano sia locale che globale. Un modo di trasformare le encicliche e la Dichiarazione delle università in azione è la Piattaforma di iniziative Laudato si’, lanciata da papa Francesco nel maggio 2021, in occasione del quinto anniversario dell’enciclica (...) La Piattaforma, della durata di vari anni, è organizzata, non idealisticamente ma strategicamente, in termini di obiettivi come questi: la risposta al grido della terra, la risposta al grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’impegno comunitario. Presentando una certa similitudine con gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile proposti dalle Nazioni Unite, essi offrono un quadro entro cui «tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità» (LS 14).

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