venerdì 6 giugno 2014
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La prima cosa che occorre fare prima di affrontare il “caso” Suor Cristina, vincitrice di The Voice, è mettere da parte l’emotività. In Rete – e non solo lì – è in corso un dibattito sulla vittoria della religiosa al talent di Raidue che, a causa di alcuni eccessi, rischia di diventare una sorta di “processo”.Chi è contro suor Cristina, lo è per ragioni molto diverse: per alcuni “una suora non deve partecipare ai talent”, per altri invece “è un prodotto costruito a tavolino” e “l’ennesima furbata di certa Chiesa per invadere spazi laici”. Chi si schiera con lei, invece, ne apprezza “la voce, l’onestà, l’umiltà” ma anche “il valore della testimonianza” e “il coraggio di avere fatto recitare il Padre Nostro in un talent” (ribadendo così la ragione primaria per la quale ha partecipato al programma).Ovviamente, esistono molte altre posizioni – diciamo così, intermedie – ma questo è il senso dei due schieramenti che si stanno contrapponendo, a volte anche con qualche esagerazione. Per cercare di ragionare in maniera pacata attorno a questa vicenda, la quale per molti versi è completamente nuova, occorre separare – almeno per un attimo - la persona suor Cristina da ciò che la sua presenza rappresenta.Inutile nasconderlo: The Voice aveva bisogno di un personaggio forte per decollare. E come sappiamo molto bene tutti, gli autori televisivi usano da tempo ogni mezzo per fare ascolto. A loro non interessa se una suora si esibisce per dare testimonianza di un dono ricevuto, quello che vogliono è creare una storia, un caso.Ci sono però due modi di “stare in televisione”: subendone le regole o diventandone protagonisti. Il secondo caso, si raggiunge solo con gli eccessi o con la verità. Bucando il video a colpi di scandali o con la forza della semplicità, cioè con la verità della propria storia. In fondo, è propria questa la vera vittoria (almeno fino ad ora) di suor Cristina. Nonostante l’enorme pressione alla quale è stata sottoposta, è sempre stata “semplicemente” se stessa. Ed è soprattutto per questo che ha vinto. Perché è stata percepita come vera.Adesso che ha vinto The Voice e che quindi ha un contratto discografico e offerte per un tour mondiale, inizia per lei la vera gara. Il mondo dello spettacolo, come sappiamo bene, in Italia non ha grandi dimestichezze con gli artisti cristiani. C’è chi ricorda Frate Cionfoli (che frate non era) e chi il ben più recente Padre Alfonso Maria Parente, entrambi passati in gara a Sanremo. Il bel canto ha frate Alessandro e il rock i The Sun. Ma gli artisti cristiani di casa nostra si contano sulle dita di una mano, anche aggiungendo gli storici don Giosy Cento e Roberto Bignoli.Così, se in America nessuno si stupisce dell’esistenza di artisti e gruppi rock cristiani (anche metallari), da noi siamo ancora agli inizi. Anche per la presenza dei religiosi in tv. Comunque la pensiate, non possiamo far finta che il successo di suor Cristina Scuccia non porti con sé anche moltissimi elementi positivi. Più come la nascita di una “star cristiana”, la sua vittoria crediamo vada recepita come una benefica scossa. Una bella sfida per tutti i cattolici. Che, come per suor Cristina con la sua voce, si ritrovano ora tra le mani un dono. Sarà compito di tutti – religiosi e laici, persone nei posti chiave o semplici fedeli – fare in modo che dia i frutti più belli e più utili.
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