martedì 28 settembre 2021
Una mostra antologica al Collegio San Giuseppe di Torino, visitabile sino al 9 ottobre, per l'umorista della matita, vignettista e illustratore di lunga data
La satira essenziale di Gianni Chiostri

Gianni Chiostri

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«Da bambino una volta mamma mi arrivò alle spalle mentre disegnavo e disse: “I tuoi disegni fanno ridere”. Pensai: è ovvio, chi disegna deve far ridere». Si può riassumere in questa frase lo spirito di Gianni Chiostri, torinese, umorista della matita, vignettista e illustratore di lunga data per importanti quotidiani nazionali, periodici, case editrici, il cui lavoro è stato raccolto ora in una mostra antologica al Collegio San Giuseppe di Torino, visitabile sino al 9 ottobre. La mostra mette insieme le opere di una vita, quelle commissionate per lavoro e quelle realizzate per passione, in una carrellata di tecniche molto diverse tra loro: dalla matita al cartoncino ritagliato in sagome tra le più svariate, passando per fili metallici modellati in pezzi unici di ogni forma, ma anche tecniche a rilievo, a carboncino, scraperboard e cartapaglia. Così come per le tecniche, anche i temi trattati da Chiostri spaziano tra tanti argomenti e interessi: c’è la musica, lo sport, ma anche scrittura, tanto web, il rapporto tra lei e lui, la maternità, il cibo, le auto, che «a Torino – dice Chiostri – non potevano mancare», ma anche l’attualissimo Covid, trattato con un sorriso dolce-amaro. Il filo conduttore di tutto questo viene ben descritto da uno dei curatori, Francesco De Caria, nell’introduzione al catalogo che racconta la mostra: l’umorismo di Chiostri, spiega De Caria, «è mosso essenzialmente da un concetto alto dell’esistenza e dell’uomo, che solo certe situazioni fanno scadere in atteggiamenti goffi e risibili». Chiostri usa infatti la satira, e così fa filosofia e politica, è dissacrante e attuale, spiritoso e giocoso. Raramente ci sono parole nelle sue vignette, perché dicono senza bisogno di parole. Sono immagini, quelle di Chiostri, che parlano nel loro tratto semplice, che procede per sottrazione, pulizia della linea e leggerezza. Oggi si potrebbe ritrovare la sua eredità (inconsapevole) in due artisti dall’altra parte del mondo: da una parte Christoph Niemann, illustratore, grafico e autore di libri per bambini, che con il suo blog Abstract Sunday inserisce elementi del quotidiano come le graffette o un avocado incorporando l’oggetto su carta con utilizzi diversi: così la graffetta diventa sedia e l’avocado guanto da baseball. Dall’altra parte c’è Tatsuya Tanaka, artista giapponese che trasforma il quotidiano in mondi in miniatura, utilizzando anch’esso oggetti di uso comune con prospettive diverse, come mascherine che diventano campi da basket o bagnasciuga. È tutta qui l’eredità: nella sensibilità dello sguardo e nella creatività come filtro per leggere la società, di cui Chiostri è maestro.

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