Un applauso lunghissimo durato cinque minuti e molti “bravo” hanno accolto stasera alla sua entrata nel palco reale del Teatro alla Scala di Milano scortato dai corazzieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per la prima volta dall’inizio del suo mandato partecipa alla prima del 7 dicembre. Un lungo applauso rieccheggiato dietro il palco, dove coristi e maestranze si sono unite all'ovazione (e risuonato anche nella rotonda del carcere di San Vittore tra i detenuti che seguono la proiezione della Prima).
Sembrava di essere tornati ai tempi patriottici del “Viva Verdi” quando il pubblico, alcuni con la mano sul cuore, ha iniziato a intonare “Il canto degli italiani” sostento dall’Orchestra scaligera diretta da Riccardo Chailly, riconoscendo a Mattarella il ruolo di garante in questi tempi confusi.
E mentre piazza della Scala era blindata da un imponente sistema di sicurezza per le proteste dei centri sociali, sul palco scaligero appariva il “barbaro” Attila, immortalato in musica da un giovane Giuseppe Verdi preunitario, nei panni di un comandante nazista attorniato dai suoi militari fra le macerie di un’Italia distrutta dai bombardamenti. Da film neorealista, ricca di inserti cinematografici, la regia di Davide Livermore sulla vicenda della calata di Attila su Roma, protagonisti il basso Ildar Abradazakov e il soprano Saioa Hernandez.
"Attila io l’ho guardato negli occhi e non è riuscito a fulminarmi. Con questo spirito vengo a sentire il mio amato Verdi", commenta la senatrice a vita Liliana Segre arrivando alla Scala accompagnata dal presidente milanese dell’Anpi Roberto Cenati.
E il tema di chi siano oggi i nuovi barbari, politicamente parlando nell’Italia di oggi, è stato il leit motiv delle domande della stampa
ai politici che hanno sfilato sul tappeto rosso. Oltre al presidente Mattarella, anche i ministri Alberto Bonisoli e Giovanni Tria, la
presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e molti esponenti della finanza.
Per il sindaco di Milano Giuseppe Sala "sono un po’ tempi da barbari. La politica a volte è barbara, nel senso che si concentra più sull’insulto che sul dialogo. Ma un certo modo di essere, cioè sempre il dialogo, la competenza sono i valori che sento di avere, sono i valori di Milano, valori che offrirà per combattere questo imbarbarimento". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Uno dei sogni dei Barbari rimane l’autonomia", ha aggiunto il presidente della Regione Attilio Fontana. "Al governo non sono arrivati i barbari - sottolinea - ma un gruppo di amministratori con un’esperienza solida che ha dimostrato di saperci fare".
QUATTORDICI MINUTI DI APPLAUSI PER L'ATTILA POLITICO DI CHAILLY E LIVERMORE di Pierachille Dolfini
CHAILLY: IL MIO ATTILA ANTIEROE E SPERIMENTALE di Pierachille Dolfini