sabato 4 dicembre 2021
Presentati a Più Libri Più Liberi, che ha inaugurato oggi a Roma, i dati di 7mila case editrici italiane: nel post pandemia fanno meglio dei grandi editori (+22%) e conquistano il 45% del mercato
La piccola e media editoria fa meglio dei big: +25% nel 2021

Ansa

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Ha aperto oggi a Roma, nella Nuvola dell'Eur, Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria. Una edizione importante per la ricorrenza del ventennale (Plpl, come la si chiama per brevità, debuttò nel 2002) e resa ancora più significativa per la ripresa delle attività dopo la forzata interruzione dello scorso anno. Deriva da qui la scelta di fare della libertà il tema conduttore dell’evento, inaugurato oggi alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini, e del nuovo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri.

A colpo d’occhio, l’affluenza risulta incoraggiante, con i padiglioni della Nuvola che già nella mattinata di ieri apparivano molto animati e con code considerevoli per l’ingresso agli incontri principali.

A un pubblico più selezionato, ma decisamente interessato a cogliere la complessità dei meccanismi di mercato, si è rivolto invece il dibattito organizzato dall’Associazione italiana editori (Aie), alla cui iniziativa si deve la fiera romana. A partire dai dati elaborati da Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio Studi dell’Aie, Renata Gorgani, Diego Guida e Gerardo Mastrullo si sono confrontati sulla situazione attuale dell’editoria indipendente, che sembra uscire rafforzata dagli sconvolgimenti prodotti dalla pandemia.

Infatti, se nel 2021 il settore editoriale fa registrare una crescita del 22%, le quasi settemila piccole e medie case editrici si attestano su un risultato ancora migliore. Si tratta di un incremento del 25%, corrispondente a vendite per 612,4 milioni di euro a prezzo di copertina, a loro volta distribuite su più di 430mila titoli. Tutti indicatori positivi, che portano l’editoria indipendente nel suo complesso a coprire un ragguardevole 45% di quota di mercato.

L’avanzata degli indie (dal gergo musicale il termine si è ormai trasferito a quello editoriale) è principalmente sostenuta dai canali online e dalle librerie di catena, che totalizzano il 76% delle vendite. Più modesto (24%) l’apporto delle librerie indipendenti, che faticano a tenere il passo di un sistema in rapida evoluzione.

«Sta emergendo un tipo di lettore inatteso, attratto dal catalogo dei piccoli editori più che dalle novità dei grandi gruppi – ha osservato Gorgani, titolare del Castoro –. Per tenere il passo le librerie sono chiamate a investire sulla relazione con il pubblico, oltre che sull’efficienza». «Sì, l’apporto personale è insostituibile, non si può fare affidamento solo sui processi automatizzati», ha concordato Mastrullo di La Vita Felice. «Ed è fondamentale ampliare l’offerta territoriale – ha concluso Guida, presidente del Gruppo Piccoli Editori all’interno dell’Aie –. In molte parti del Paese, specie al Sud, le librerie non sono abbastanza numerose. I dati odierni ci presentano un quadro positivo, è vero. Ma pensate quale potrebbe essere la situazione se la rete di vendita fosse ancora più capillare».

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