venerdì 11 dicembre 2020
Il cofondatore dei Subsonica pubblica il suo primo album solista con libro, "Earthphonia", realizzato coi rumori della natura: «Sogno di eseguire quest’opera a difesa dell'ambiente per papa Francesco»
Il chitarrista e cofondatore dei Subsonica Max Casacci pubblica il primo album solista "Earthphonia"

Il chitarrista e cofondatore dei Subsonica Max Casacci pubblica il primo album solista "Earthphonia"

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L’inaspettato canto delle balene dalle profondità degli oceani, gli uccelli che arricchiscono di biodiversità il Delta del Po, il battito del cuore della terra che pulsa dal vulcano Stromboli, il gorgoglio dell’acqua del torrente Cervo di Biella come un canto gregoriano. I suoni del Creato raccolti dagli studiosi e pazientemente rielaborati in musica dal geniale produttore, chitarrista e fondatore di Subsonica Max Casacci, diventano un affascinate suite dal titolo Earthphonia (il suono della terra) (Sugar Music / Universal Music Italia).

Il primo disco solista dell’artista è un’opera senza strumenti, realizzata con i suoni della natura, in prima linea per il pianeta. Il disco, disponibile da oggi in versione digitale, nel formato fisico si completa con un libro (Slow Food Editore) scritto insieme a Mario Tozzi, che coinvolge personalità come Stefano Mancuso, Michelangelo Pistoletto, Mariasole Bianco, Carlo Petrini e Vasco Brondi. L’esperienza si approfondisce attraverso le pagine del libro che, tramite qr code, rimandano all’ascolto delle 8 tracce strumentali.

«La new age da ascolto è tutto quello che ho voluto evitare nel disco. Questa musica vuole rispondere anche alla sollecitazione delle voci dei più giovani, che si sono recentemente levate nelle piazze, a difesa dell’ambiente» spiega Max Casacci che di recente ha suonato parte di Earthphonia in piazza Castello nella sua Torino per i ragazzi di Fridays For Future e di Extinction Rebellion. A Casacci, papà di una bambina di 10 anni, il tema sta ancor più a cuore. «L’attivismo di questi ragazzi affronta il tema dell’emergenza climatica in una chiave pragmatica e diretta, libera dalle tortuosità ideologiche e dai personalismi del passato. Le risposte non possono aspettare, le scadenze sono imminenti ».

L’impegno di lunga data di Casacci trova quindi compimento in ua vera e propria 'laude' laica al Creato. «Se mi ha ispirato anche papa Francesco? Certo, lui è il leader mondiale che sento più affine. Sarebbe un grandissimo onore poter suonare questa sinfonia per lui, magari in Aula Nervi…». A fare da apripista all’album il brano Oceanbreath, il respiro degli oceani, accompagnato da un video inquietante dove finiscono sott’acqua cattedrali, grotte affrescate, officine di artigiani... «Questo disco è nato durante il lockdown. Tutto ciò che mi aveva motivato sino ad allora, attraverso la pulsazione della città, era bloccato completamente - ci racconta l’artista -. In quei giorni, grazie alla Onlus Worldrise, ho ricevuto suoni provenienti dagli oceani di tutto il mondo: infilandomi le cuffie ho sentito una connessione profonda con qualche cosa di vivo. Ho capito che dovevo iniziare da lì per immaginare la musica del mondo che verrà».

Una piccola sinfonia che prende il via da un coro di pesci della barriera corallina australiana, arricchito poi da canto dei cetacei sino al finale scandito dai rumori della rottura dei ghiacciai che ci ricorda i danni dell’innalzamento delle temperature del pianeta. «In altri episodi prevale il senso empatia e meraviglia di fronte a tanta bellezza, e la consapevolezza che siamo noi a dover essere i custodi del Creato» aggiunge Casacci. I suoni della natura sono stati una rivelazione involontaria. «Nell’isola di Gozo, dove ero in vacanza con la mia famiglia, sono state le pietre di una antica scogliera, luogo di riti sonori nella preistoria, a farmi scoprire la loro armonicità naturale che ho registrato in Ta’Cenc » aggiunge l’artista. Che dopo quell’esperienza venne chiamato da Michelangelo Pistoletto per realizzare un’opera sonora realizzata dai suoni del torrente Cervo di Biella, per una sua installazione nella Città dell’arte, Watermemories. Durante la notte del 2 ottobre 2020, la forza incontrollata del torrente Cervo ha distrutto la palazzina della Città dell’Arte, «riprendedosi e portando via con sé anche l’opera. Si è chiuso un cerchio».

Il consorzio del Delta del Po ha poi affidato a Casacci un lavoro su questo straordinario ecosistema: ne è nata una composizione dedicata all’aria, realizzata da versi di spatole, fenicotteri, gabbiani, tuoni e vento. Il produttore, poi, si tuffa sottoterra a scovare il suono delle radici in movimento (in Roots wide web) che usano un sistema simile al sonar. Una tarantella primordiale viene emessa dal pulsare della sciara del Fuoco di Stromboli ( Strombolian activity) mentre un delizioso ballo di corte è quello dedicato a The Queen, all’ape regina. «Mi ha affascinato la figura dell’ape regina, intrappolata nel suo ruolo di regnante, un po’ come la malinconica Maria Antoinette del film di Sophia Coppola - aggiunge -. Ho quindi voluto immaginare una danza in suo onore. Ho usato una cadenza medievale, da ballo di corte, e un intreccio melodico barocco».

Earthponia, però, non a caso, si chiude con la voce dell’uomo nel brano Terre Alte, sul suono delle montagne, ispiratogli dall’amico Carlo Petrini. «Le mie montagne, le Alpi, suggeriscono misticismo, ascetismo, purificazione, pericolo, il tutto avvolto in un’aura di silenzio mistico – spiega il musicista –. Per realizzare il brano la rete internazionale di Terra Madre, contattando coltivatori e produttori di cibo delle montagne di tutto il mondo, mi ha procurato il materiale da Azerbaijan, Ande, Africa, Oriente, Svizzera, Italia. Dal suono chiassoso di un mercato andino, abbinato all’ipnotico suono di centinaia di campanacci delle transumanze alpine e appenniniche, ho voluto la voce dell’uomo in chiusura, perché ci suono luoghi naturali nei quali la presenza umana è ancora fondamentale. Se troviamo un equilibrio all’interno di qualcosa di più grande, la nostra casa comune diventa più bella».

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