mercoledì 7 aprile 2021
Gli archeologi hanno riconosciuto su una lastra funeraria ritrovata in Bretagna fa la carta geografica di un principato dell'età del bronzo
La lastra di Saint-Bèlec, risalente a 4mila anni fa. Si tratta probabilmente della più antica mappa geografica ritrovata in Europa

La lastra di Saint-Bèlec, risalente a 4mila anni fa. Si tratta probabilmente della più antica mappa geografica ritrovata in Europa - Gliksman/Inrap

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È tra le mappa più antiche mai trovata in Europa, risalente a oltre 4.000 anni fa secondo chi l'ha scoperta, quella incisa su una lastra funeraria di scisto a Saint-Bèlec nel dipartimento di Finisterre in Bretagna, e oggetto degli studi dell'Istituto di ricerca archeologica preventiva francese (Inrap), dell'Università di Bournemouth e dell'università della Bretagna Occidentale. Si tratta di un trapezio, un asse orizzontale e uno verticale. E, nei quadranti una disegno di linee, rette o curve, quadrati, cerchi, ovali che si intrecciano fino a formare una rete complessa di segni.

La lastra funeraria, di colore grigio-blu, lunga 2,20 metri, larga 1,53 e dello spessore di 16 centimetri, fu scoperta una prima volta nel 1900 dall'archeologo Paul du Chatellier, che però non comprese cosa rappresentasse. La lastra, spezzata, utilizzata più volte, tra cui in un arco di tempo tra il 1900 e il 1640 avanti Cristo, fu trasferita dallo stesso Chatelleir nella propria villa a Chateau de Kernuz, che negli anni sarebbe diventata un museo privato. La collezione venne poi acquisita dal Museo di antichità nazionali a Saint-German en Laye, ma fino al 2014 nessuno si era curato della lastra, riposta nei depositi.

Solo nel 2017 i ricercatori l'hanno ripresa in considerazione, rendendosi conto che le incisioni erano vere e proprie indicazioni cartografiche de iterritori di un principato dell'Età del Bronzo. A partire da quell'anno sono proseguite le analisi, attraverso la copertura fotogrammetrica e rilievi 3D ad alta risoluzione, per registrare la topografia superficiale della lastra e analizzarne morfologia, tecnologia e cronologia delle incisioni.

Sono tre elementi, in particolare, a portare alla convinzione che si tratti di una mappa cartografica, spiegano all'Inrap: «Una composizione omogenea con incisioni identiche nella tecnica e nello stile, una ripetizione di motivi e una relazione spaziale tra i motivi stessi, ovvero una rete di linee». L'istituto francese ha messo a confronto la "mappa" con altri disegni del genere provenienti dalla preistoria europea quanto da popolazioni come tuarege e aborigeni australiani.

La mappa, spiegano ancora i ricercatori, potrebbe riferirsi a un'area di 30 km per 21 nell'ambito della Valle dell'Odet. «Alcune linee indicano la rete del fiume. Abbiamo testato la somiglianza tra le incisioni e gli elementi del paesaggio attraverso una serie di analisi statistiche». In seguito è stata condotta una georeferenziazione del sito.

L'entità politica era al centro di tre sorgenti fluviali (l'Odet, le Isole e lo Ster Laer). «Trattandosi probabilmente di una mappa mentale - precisa lo studio - alcuni degli elementi rappresentati potrebbero essere sovradimensionati, mentre il loro posizionamento non è necessariamente proporzionale alle distanze che li separano». Il contesto storico-sociale è quello della cultura del "tumulo armoricano", tipico della Bretagna e della Normandia, che nella sepoltura di guerrieri di alto rango «testimonia una forte gerarchia sociale e senza dubbio uno stretto controllo dell'economia».

«La lastra di Saint-Bèlec - proseguono gli archeologi - raffigura il territorio di un'entità politica fortemente gerarchica che controllava strettamente un territorio nella prima età del bronzo, e la sua rottura potrebbe aver indicato condanna e sconsacrazione. La sepoltura e un atto iconoclasta possono quindi aver segnato la fine o il rifiuto delle èlite che hanno esercitato il loro potere sulla società per diversi secoli durante la prima età del bronzo».

Se Chatelleir non aveva compreso appieno le incisioni, non rinunciò a offrire ai colleghi la possibilità di approfondire. Così, fu sulla base di un documento pubblicato dal collega anni prima che l'archeologo preistorico Jacques Briard affermò per primo una "analogia" tra la mappa scoperta in questi giorni e la “mappa di Bedolina”, una vasta e stratificata incisione rupestre della Val Camonica che sembra rappresentare un territorio reale, con campi, sentieri e abitazioni, e il cui nucleo più antico risale all'età del Ferro, circa 8mila anni fa.

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