sabato 15 maggio 2010
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Fino a qualche giorno fa erano forse pochi i giornalisti stranieri in partenza per Cannes a\d avere in agenda Draquila – L’Italia che trema. Ma poi sono arrivate le polemiche e ieri la sala era stracolma, perché nessuno voleva mancare il documentario dell’attrice-regista che si candida a Michael Moore italiana. «All’inizio pensavo: se sono intelligenti faranno finta di niente – dice a proposito dei politici che l’hanno attaccata Sabina Guzzanti, ieri sul tappeto rosso di solito destinato ai film in concorso – e invece mi sa che dobbiamo mandare casse di champagne per ringraziarli di tutta la pubblicità che ci hanno fatto. In realtà riescono comunque a diffamare agli occhi della popolazione meno attenta chi non la pensa come loro secondo l’idea che chi osa esprimere dissenso è un estremista violento».Pacata ma durissima, la Guzzanti commenta il mancato arrivo del ministro Bondi a Cannes: «In verità per lui non c’era un invito ufficiale del Festival. Sarebbe stato il benvenuto, ma la sua presenza non era certo prevista. E a giudicare da quello che dice, non ha ancora visto il film, ma solo quelle scene, poi tagliate, trasmesse da Santoro. È davvero una vergogna che questo governo ci faccia fare brutta figura all’estero». Rincara la dose il direttore artistico del festival  Thierry Fremaux: «Inconcepibile il suo atteggiamento verso la libertà di espressione».La regista, balzata in Italia al terzo posto dei film più visti della settimana, risponde anche a chi le ricorda di striscioni anti-guzzanti all’Aquila. «Il comitato pro-Bertolaso – dice – è nato in maniera sospetta, decisamente poco spontanea e conta pochissime persone. L’anteprima del film all’Aquila è stata una delle esperienze più toccanti della mia vita, ho visto la gente piangere a dirotto e tutti mi hanno testimoniato affetto e sostegno. E mi hanno ringraziato dicendomi che per la prima volta qualcuno ha raccontato come stanno davvero le cose. Tant’è che dopo tante reazioni positive il tendone dov’è stato proiettato il film, unico punto di ritrovo, è stato chiuso». E a proposito delle polemiche sull’immagine che il cinema dà del nostro paese la Guzzanti ricorda: «Andreotti si scagliò contro il Neorealismo dicendo che i panni sporchi si lavano in casa, invece è stato proprio il neorealismo a far dimenticare nel mondo la violenza del fascismo. La cultura è l’unico baluardo contro la propaganda e non a caso è diventata uno dei bersagli di questo governo. Ma a questo punto bisogna continuare a esserci: qualsiasi contributo può essere d’aiuto e io, se ci riesco, continuerò a fare film sull’Italia». Immediate le reazioni. Da una parte il premier Silvio Berlusconi avrebbe respinto al mittente le accuse sostenendo che basta accendere la tv per rendersi conto che la maggior parte delle trasmissioni hanno come bersaglio lui e il governo. Mentre il ministro Bondi ribadiva ieri mattina su alcuni quotidiani che l’opera della Guzzanti «è un prodotto di propaganda» criticando inoltre il cinema italiano di oggi pregno, a dir suo, di «rabbia, cinismo della rappresentazione e tracotanza dell’ideologia». Inoltre Bondi, dopo aver replicato di aver visto il film, ha snobbato la Guzzanti facendo gli auguri solo a Daniele Luchetti e Michelangelo Frammartino in corsa a Cannes. Dure reazioni dall’opposizione da Massimo Donadi (Idv) ai senatori Pd Vincenzo Vita e Andrea Marcucci: «Il premier e Bondi espongono l’Italia a una figuraccia internazionale». Infine difende la figlia papà Paolo Guzzanti: «Ha fatto buon giornalismo».
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