venerdì 2 luglio 2021
Fino al 21 novembre si potrà visitare, per iniziativa del Maxxi, la Casa dell'artista, luogo quasi leggendario dove mise in atto una visione rivoluzionaria anticipando anche la Pop Art
Casa Balla: la camera di Luce

Casa Balla: la camera di Luce - M3Studio

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Roma Un’occasione irripetibile per scoprire il genio multiforme di uno dei maggiori artisti del Ventesimo secolo, un’immersione totale in un’abitazione trasformata in un capolavoro che dà forma concreta all’idea futurista di fare uscire l’arte dai suoi confini tradizionali e di farla entrare nello spazio della vita: dopo moltissimi anni finalmente viene aperta al pubblico la casa dove Giacomo Balla ( Torino 1871- Roma 1958) ha vissuto e lavorato dal 1929 sino alla morte. Il progetto, messo in atto dal MAXXI, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e di Domitilla Dardi, renderà Casa Balla – in via Oslavia a Roma – visitabile ogni fine settimana per oltre 5 mesi, fino a domenica 21 novembre, grazie a delle visite organizzate dall’ufficio educazione del museo. La prenotazione è obbligatoria su www.maxxi.art.

La casa, protetta da vincolo di tutela dal 2004, nello stesso anno ha avuto un restauro, seguito da altri lavori di messa in sicurezza realizzati nel 2018 dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma. Tuttavia soltanto oggi, grazie a una complessa e prolungata opera di ricognizione, studio e messa in sicurezza dei beni coordinata dal MAXXI e dalla Soprintendenza Speciale di Roma, la casa è stata finalmente allestita e aperta al pubblico che può penetrare nel suo cuore di spazio creativo in cui convivono i lavori del-l’artista e delle figlie Elice e Luce.

Casa Balla è un luogo quasi leggendario dove il maestro ha potuto mettere in atto la sua visione rivoluzionaria delle arti collegando forme espressive differenti ma che vengono ricondotte su un filo comune, tesissimo e coerente, dipanato nelle declinazioni articolate della sua potenza ideativa e costruttiva. Così la visita rappresenta un’esperienza unica che permette di comprendere che Balla non è semplicemente un grande artista italiano e un importantissimo esponente del Futurismo, ma che è stato in assoluto uno dei più grandi autori mondiali della sua epoca. Una valutazione attenta della storia dell’arte del Novecento permette infatti di affermare senza nessun dubbio che Balla è stato capace di dare contributi fondamentali a moltissime delle linee più importanti delle avanguardie del secolo passato.

L’artista ha forse pagato il suo essere troppo avanti con i tempi e con il suo talento metamorfico, sottovalutato da quel conformismo della modernità che vorrebbe gli artisti sempre uguali a sé stessi (soprattutto per confortanti ragioni di mercato), uno stereotipo già messo in discussione da importanti studiosi di Balla come Calvesi, Fagiolo e Benzi. Il lungo percorso artistico di Balla comprende così una pittura divisionista di grande potenza iconica e di intenso impegno sociale e un uso innovativo della fotografia come strumento di analisi del tempo e della durata, in un’azione futurista legata poi a pionieristiche indagini sulla rifrazione della luce che lo hanno reso uno dei primissimi esponenti dell’astrattismo internazionale con un contributo completamente indipendente e libero, per esempio, dall’influenza del cubismo ravvisabile nell’opera di Mondrian o di Malevic. Ma, nella sua Ricostruzione futurista dell’universo (teorizzata con Depero nel 1915), l’artista ha preconizzato le ricerche dell’arte cinetica, per 'profetizzare' in seguito le ricerche sull’uso della luce artificiale e sull’environment, sull’arte ambientale e immersiva che sono del tutto evidenti nella realizzazione della sua casa dove Balla ha inglobato pittura e scultura nella decorazione degli spazi, nella progettazione di abiti, arredi e oggetti e nell’idea di un’arte totale che rompe i suoi limiti tradizionali ed entra con decisione nella dimensione esistenziale. Va ricordato tuttavia che Balla è stato anche un riconosciuto precursore della Pop Art in quadri come il famoso ritratto di Primo Carnera (1933) o dove dialoga con taglio glamour delle foto delle star dell’epoca, fino a giungere al potente e drammatico realismo di capolavori come La fila per l’agnello del 1942.

L’apertura della casa è legata anche a una mostra al MAXXI dove sono esposti arazzi, disegni, bozzetti, mobili, arredi (che un tempo appartenevano a Casa Balla) posti in dialogo con le opere di architetti, artisti e designer contemporanei internazionali come Ila Bêka e Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Cassina con Patricia Urquiola. Ma l’apertura e lo sconfinamento di casa Balla potrebbero continuare a Roma con la visita al Bal Tic Tac, il locale futurista decorato da Balla, inaugurato nel 1921 e oggi riaperto dalla Banca d’Italia a via Nazionale e a La Galleria Nazionale (di fronte a Villa Borghese particolarmente cara all’artista) che, grazie al grande intuito dell’allora direttrice Augusta Monferini, conserva la straordinaria donazione di capolavori del maestro fatta dalle figlie, protagoniste col padre della grande opera di Casa Balla, legata a una dimensione privata ma di assoluto livello mondiale.

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