venerdì 13 marzo 2015
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Abiti d’epoca, merletti, storie d’amore. Ma, anche, trame nascoste, veleni e vendette. Ne La dama velata, che Raiuno propone da martedì 17 marzo, gli ingredienti del classico feuilleton ci sono tutti. Stavolta, però, sono accompagnati anche da una buona dose di mistery e di giallo, sul solco della grande tradizione degli sceneggiati trasmessi dalla Rai negli anni Settanta, uno per tutti Il segno del comando. O, come azzarda il vicedirettore di Rai Fiction Francesco Nardella, dà una strizzata d’occhio a certe atmosfere di due capolavori di Alfred Hitchcock: Rebecca, la prima moglie e Psycho. Prodotta da Rai Fiction e Lux Vide con la spagnola Telecinco, la serie è ambientata alla fine dell’Ottocento e racconta (in dodici episodi per sei prime serate) la storia di una giovane donna che lotta per la sua libertà: da un padre autoritario che non tiene in alcuna considerazione i suoi affetti; da un matrimonio combinato che sembra volerla legare ad un uomo vile e spregevole; dalle convenzioni dell’epoca che la vorrebbero priva del potere di decidere della sua vita per il solo fatto di essere una donna. Si tratta, come spiega il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta, di «un melodramma rivisitato in chiave moderna. Perché l’uomo del destino di Clara è un personaggio misterioso che, ad un certo punto, crede persino di averla uccisa». Il produttore della Lux Vide Luca Bernabei conferma: «La dama velata era nata come una serie melò. Poi la Rai ci ha spinto verso il mistery che l’ha decisamente modernizzata», creando personaggi che, almeno sulla carta, hanno tutte le carte in regola per intrigare il pubblico. C’è Clara (Miriam Leone), cresciuta dai contadini in campagna, lontana dal padre che la incolpa della morte della moglie e non vuole saperne di avere una figlia femmina; c’è Guido, «un dandy, un uomo libero ma con l’impossibilità di esserlo», come lo descrive il suo interprete Lino Guanciale; e ci sono Adelaide (Lucrezia Lante Della Rovere) e Cornelio (Andrea Bosca), rispettivamente madre e figlio, uniti dalla brama di ricchezza e dai giochi di potere. Al di là dei personaggi, però, La dama velata si presenta come una sorta di affresco di un’epoca che attinge a piene mani al grande romanzo popolare: «Clara è una donna come tante che, tra le pareti domestiche, hanno lottato per emanciparsi e si sono ribellate ad una società patriarcale che imponeva loro matrimoni combinati» osserva Miriam Leone. "Lo hanno fatto silenziosamente, la storia non ci ha tramandato i loro nomi, ma potrebbero essere appartenute alle famiglie di ciascuno di noi».  Luca Bernabei non nasconde la soddisfazione per un prodotto come La dama velata che, dice, «speriamo di vendere all’estero, in più Paesi possibile. Abbiamo lavorato con grande impegno, come dimostrano anche i costumi, che non sono solo abiti d’epoca ma riflettono la personalità dei personaggi, e le musiche di Paolo Buonvino che non sono una semplice colonna sonora». In attesa di vedere se il pubblico gradirà le vicende della Dama velata, la Lux Vide è già impegnata su nuovi progetti. Nel mese di maggio è previsto l’inizio delle riprese di Don Matteo 10 mentre si sta lavorando per portare in porto il progetto sulla famiglia fiorentina dei Medici ed è in fase di scrittura Studio Uno, che ripercorrerà i fasti del mitico varietà di Antonello Falqui. Particolarmente a cuore a Bernabei stanno, poi, alcuni progetti di fiction religiosa che ha in cantiere da un po’ e che spera di poter realizzare in un prossimo futuro: «Abbiamo pensato agli Atti degli Apostoli, a Santa Francesca Cabrini e a Medjugorie». Dopo l’esperienza di Romeo e Giulietta, la Lux Vide sta, infine, pensando anche ad un paio di titoli per Mediaset ma, spiega Bernabei, «è troppo presto per fare anticipazioni».
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