sabato 15 gennaio 2022
Il restauro di preziosi libri antichi, raccolti nella National Library of China, è stato completato: libri antichissimi, fra cui alcuni scritti pro e contro i missionari gesuiti dell’epoca Ming e Qing
La Biblioteca nazionale della Cina

La Biblioteca nazionale della Cina - WikiCommons

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono tanti i libri per conoscere la Cina, ma sono altrettanti i volumi prodotti, in questa terra, in un tempo molto lontano. Oggi, un restauro della durata di otto anni di preziosi libri antichi, raccolti nella National Library of China, è stato completato, almeno secondo quanto raccontato dal personale della stessa biblioteca, perché i tomi non sono ancora stati esposti al pubblico. Il progetto dovrebbe essere il più grande in Cina e riguarderebbe libri antichissimi, fra cui alcuni scritti pro e contro i missionari gesuiti dell’epoca Ming e Qing. In alcuni prestigiosi testi, salvati dall’usura del tempo, ci dovrebbero anche essere pagine della migliore intellettualità del ‘500 e del ‘600, come Xu Guangqi e Li Zhizao, i quali avevano riconosciuto, nei missionari, una notevole preparazione in campo scientifico (oltre che religioso). Esperti bibliofili cinesi hanno affermato che oltre 50 milioni di libri preziosi, dal 2007, son stati posti sotto un programma di elevato restauro voluto dal governo. Sentendo Wei Li, un ricercatore specializzato nella protezione del patrimonio librario e oggi dipendente della biblioteca, ha precisato che “circa mille anni fa, i libri antichi venivano solitamente raccolti da collezionisti privati ​​e successivamente donati alle biblioteche nazionali, soprattutto dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949”. Lui stesso ha raccontato che la Cina possiede un enorme patrimonio di libri antichi, recuperati anche da altre aree del mondo. Secondo Li, però, nonostante le dichiarazioni della biblioteca, la raccolta e la restaurazione sarebbe ancora incompleta, perché alcuni grandi tomi sono collocati in paesi dell'Asia orientale, inclusi Giappone, Vietnam e Corea del Sud, ma anche in alcune grandi biblioteche degli Stati Uniti e del Regno Unito. “I reparti di libri antichi delle biblioteche – precisa il ricercatore intervistato - sono generalmente i più predisposti ad accogliere, nelle loro ampie sale, lavori di restauro del personale specializzato. Attualmente questi restauri sono stati anche condotti in alcuni dipartimenti universitari, con la sponsorizzazione delle istituzioni e di alcuni sensibili privati, con l'obiettivo di formare, sempre più, maestranze qualificate sul campo. Tuttavia, e questo vorrei dirlo per gli appassionati, il lavoro di restauro in Oriente e in Occidente è diverso in termini di metodi di stampa e poi di recupero. I libri cinesi sono stati stampati su pagine singole, mentre i libri occidentali, sin da tempi più antichi, sono stati stampati su doppia faccia. Ma il metodo di restauro può essere combinato, a volte, se il restauratore è molto pratico e se è capace di mescolare il meglio delle due tipologie”. Wei Li ha anche aggiunto che l’incontro fra culture è necessario anche fra i restauratori e i bibliofili. Ha detto, sorridendo: “Il dialogo è un dovere in tutte le cose, anche nella riparazione di libri antichi; Oriente e Occidente devono essere, sempre più, in comune dialogo; specialisti cinesi, di altri settori, hanno aiutato, per esempio, la Francia, nel riparare la grande e bellissima Notre Dame”. Prima di dir qualcosa sulla storia di alcuni di questi libri, in parte riguardanti anche il cattolicesimo missionario in Cina, Wei ha voluto menzionare una recente mostra di dipinti, calligrafie, ritrovamenti epigrafici e documenti di Su Shi, uno dei più grandi poeti cinesi della dinastia Song settentrionale (960-1127), ora conservati al Museo della Biblioteca, senza poter essere visitati, a causa dell’emergenza sanitaria. “Il motivo per cui, prima della pandemia, così tante persone sono venute a Pechino per vedere la mostra è che questo poeta piace moltissimo e piacciono molto anche le opere d'arte originali che Su stesso ha disegnato”. Quali sono i libri rientrati nel progetto del grande restauro? Ci risponde: “I volumi restaurati sono molto differenti da un punto di vista contenutistico, ma gran parte provengono da un'importante collezione realizzata dall'imperatore Qianlong della dinastia Qing (1644-1911), il quale ebbe la curiosità di raccogliere i principali libri delle dinastie Song, Jin, Yuan e Ming. Esiste un testo, abbastanza piccolo, che ripercorre l’esperienza personale di Li Zhizao, viceministro al dicastero dei lavori pubblici a Nanchino, che conobbe Matteo Ricci nel 1600. Come molti sanno, quest’uomo, dopo essersi convertito, offrì rifugio a molti cristiani nel momento più duro della persecuzione. In seguito diventò uno dei più grandi difensori del Cristianesimo. Conoscere queste pagine credo possa aggiungere un bel tassello sull’esperienza dei missionari gesuiti e circa il riconoscimento del loro operato”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: