giovedì 26 ottobre 2023
Ventuno rappresentanti dell'arte contemporanea espongono le proprie opere nella casa del poeta, unendo immagini e parole per richiamare alla memoria i luoghi leopardiani
"02023080", Sebastian Contreras

"02023080", Sebastian Contreras - Andrea Chemelli

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Inaugurata il 19 ottobre nella biblioteca di Casa Leopardi a Recanati, “In purissimo azzurro” è la seconda mostra del ciclo “InterValli”, visitabile fino al 7 gennaio 2024. Il titolo dell’esposizione corrisponde al verso 162 de La ginestra, o Il fiore del deserto, lirica composta da Leopardi nella primavera del 1836. La biblioteca privata del poeta apre le porte a ventuno nomi dell’arte contemporanea, nati tra gli anni ’20 e gli anni ’90 del secolo scorso, per una mostra intergenerazionale e internazionale: «Sono particolarmente colpita - ha dichiarato la contessa Olimpia Leopardi, discendente dell’autore e ideatrice dell’iniziativa - da come artisti di nazionalità, età e percorsi differenti riescano a esplorare l’immaginario leopardiano in modo così personale. Credo che oggi, più che mai, l’arte abbia la possibilità di costruire ponti fra diverse culture e possa ricordarci che le differenze sono una ricchezza».

'Leerstand', Ulrich Egger

"Leerstand", Ulrich Egger - Andrea Chemelli

“In purissimo azzurro” è un percorso visivo e critico che si sviluppa al primo piano di Palazzo Leopardi, unendo immagini e parole per creare suggestioni e riflessioni che richiamano alla memoria i luoghi del poeta. Alcune opere occupano le cucine, come Leerstand dell’artista altoatesino Ulrich Egger e Or tutto intorno una ruina involve di Ciro Vitale.

'Or tutto intorno una ruina involve', Ciro Vitale

"Or tutto intorno una ruina involve", Ciro Vitale - Andrea Chemelli

Lungo il corridoio che conduce alla prima sala è esposta una serie di opere che riflettono sul pensiero di Leopardi, tra le quali il disegno Duchamp a casa Vermeer del francese Giuseppe Stampone, i sanpietrini rivestiti all’uncinetto di Miho Tanaka e la lirica visiva Super Leopardi realizzata dal poeta fiorentino Lamberto Pignotti nel 1965.

'Duchamp a casa Vermeer', Giuseppe Stampone

"Duchamp a casa Vermeer", Giuseppe Stampone - Andrea Chemelli

Tra la seconda e la terza sala si trovano Nodi quasi di stelle di Deborah Napolitano, composta da pinocchietti metallici che fuggono o rimangono affascinati dai volumi della biblioteca, i volatili e i fiori in bronzo dell’opera Hybridatio Mundi di Fabrizio Cotogni e, collocata nell’alcova, una piramide che evoca il pinnacolo fumante del Vesuvio ideata dall’artista argentino Sebastian Contreras e intitolata 02023080.

'Super Leopardi', Lamberto Pignotti

"Super Leopardi", Lamberto Pignotti - Andrea Chemelli

Proseguendo il percorso, i visitatori incontrano Facciamo finta di niente del serbo Mrdjan Bajic e, nell'ultima sala, l’opera Constellation di Paolo Canevari accanto al dipinto olio su tela di Giulia Napoleone La misura della memoria XXII.

'Facciamo finta di niente', Mrdjan Bajic

"Facciamo finta di niente", Mrdjan Bajic - Andrea Chemelli

«Dopo “Io nel pensier mi fingo” che lo scorso anno ha voluto porre l’accento su L’infinito, l’idea di invitare degli artisti a lavorare su La ginestra apre oggi una breccia che coincide immaginificamente con la robustezza del pensiero divergente», ha spiegato il curatore di “In purissimo azzurro” Antonello Tolve, sottolineando come l’opera artistica e letteraria abbia il potere di «scompaginare ogni regolamento e ogni indifferenza quotidiana».

'Constellation', Paolo Canevari

"Constellation", Paolo Canevari - Andrea Chemelli

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