giovedì 13 gennaio 2011
Il presente della Juventus più che bianco è nero. Anzi nerissimo. Quella rimediata a Palermo è la quinta sconfitta nelle ultime otto gare ufficiali. Un ruolino di marcia da zona retrocessione che fa ritornare alla mente i fantasmi della passata stagione quando sulla panchina dei torinesi si alternarono prima Ferrara e poi Zaccheroni. Con lo stesso, disastroso, bilancio.
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Il presente della Juventus più che bianco è nero. Anzi nerissimo. Quella rimediata a Palermo è la quinta sconfitta nelle ultime otto gare ufficiali. Un ruolino di marcia da zona retrocessione che fa ritornare alla mente i fantasmi della passata stagione quando sulla panchina dei torinesi si alternarono prima Ferrara e poi Zaccheroni. Con lo stesso, disastroso, bilancio. I punti, 35 sono gli stessi dell’anno scorso dopo 23 giornate, cioè 11 in meno rispetto al 2008-2009 mentre nel confronto con il 2007-2008 il saldo negativo è di 12 lunghezze. Tuttavia nella crisi, qualche spiraglio di luce c’è. Il 2 a 1 di Palermo non rende merito alla rabbiosa reazione dopo il doppio svantaggio e la Juve può giustamente reclamare per l’arbitraggio di Morganti, colpevole di non aver assegnato ai bianconeri due rigori, uno addirittura clamoroso. «Calciopoli è finita, chiediamo rispetto» hanno tuonato all’unisono il tecnico Delneri e il direttore generale Marotta. «E chiaro che ieri non tutto è filato liscio – ha risposto oggi Marcello Nicchi presidente dell’Aia (associazione italiana arbitri) –. Sull’errore di Morganti non ci sono dubbi. C’è bisogno di riconoscerlo?». Per il fischietto marchigiano ora potrebbe arrivare una sospensione. Riccardo Maccioni
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