sabato 24 giugno 2023
Il cantante questa sera è protagonista del concertone a Campovolo per le popolazioni alluvionate e sarà prestoin tour. «Nella mia vita mi è successo di tutto, so cosa significa rialzarsi»
Gianni Morandi: «Ogni volta sul palco canto per ridare speranza»

Web

COMMENTA E CONDIVIDI

È facile immaginare gli occhi di tanti lucidi mentre cantano a squarciagola Uno su mille ce la fa in coro con Gianni Morandi che dedica alle popolazioni della Romagna il suo personale inno di rinascita. Sarà uno dei momenti più intensi di Italia Loves Romagna, il grande concerto-evento di questa sera per sostenere le popolazioni colpite dalla terribile alluvione che si è abbattuta sul territorio romagnolo, all'arena RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo), e trasmesso in diretta su Rai 1. Sul palco il top della musica italiana: oltre a Gianni Morandi, Blanco, Andrea Bocelli, Elisa, Elodie, Emma, Giorgia, Irama + Rkomi, Luciano Ligabue, Madame, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Negramaro, Laura Pausini, Max Pezzali, Salmo, Tananai, Zucchero. Accompagnati dall'Orchestra Sinfonica Nazionale dei Conservatori italiani (OSNC) formata da 63 giovani musicisti provenienti perlopiù dalla Romagna e dall’Emilia. La campagna di raccolta fondi Italia Loves Romagna continua sino al 5 luglio al numero solidale 45538.

Morandi, ha risposto subito all’appello prima della partenza del suo Go Gianni Go! Estate 2023, la tournée prodotta da Trident Music al via il 6 luglio da Senigallia, che lo vedrà impegnato tutta l’estate nelle più belle arene all’aperto fra cui Brescia, La Spezia, Ferrara, Piazzola - PD, Matera, Taormina al Teatro Antico, Mantova all’Esedra di Palazzo Té. Una serie di concerti in cui l’artista 78enne mescolerà i grandi classici del suo repertorio ai successi del nuovo album Evviva.

Per Gianni Morandi da Monghidoro cosa significa ritrovarsi a Italia Loves Romagna insieme a tanti colleghi riuniti per una causa così importante?

Innanzitutto Campovolo è uno spazio stupendo ed è un piacere partecipare a quest’evento insieme a molti romagnoli ed emiliani come Zucchero, Ligabue, Laura Pausini e tanti altri artisti di livello che lo hanno fatto volentieri per solidarietà. È una cosa bella per raccogliere fondi ma, diciamoci la verità, noi ci divertiamo insieme sul palco. Come dice la canzone «si può dare di più» ma «senza essere eroi».

Questo concerto sottolinea anche la solidarietà e la forza di carattere dei cittadini della sua regione…

Credo sia difficile immaginarsi 40 ore di pioggia consecutive, con i fiumi che tracimavano anche vicino a casa mia… Un evento quasi inaspettato, sono cose che avvengono ogni 50 anni, anche se oggi le condizioni climatiche sono cambiate. I romagnoli sono già li pronti ad accogliere i turisti: il nostro messaggio è quello di dire che la stagione va avanti, le spiagge della Romagna sono accoglienti, che i ristoratori sono a disposizione per farli mangiare bene. Loro si rimboccano le maniche, ma ci vogliono tanti fondi. Non so noi quanti riusciremo a raccoglierne, perché si parla di miliardi di danni. Il Governo si è già mosso, noi artisti facciamo quello che possiamo nel nostro piccolo.

La musica può dare un grande segnale di speranza?

È’ la forza della musica. L’uomo canta nella disperazione e nella gioia, per stare insieme: la musica ci aiuta. In un momento come questo, cantare tutti insieme Romagna mia ci fa sentire da vicino la solidarietà. Io canto per i romagnoli «se sei a terra non strisciare mai»: Uno su mille è la canzone della speranza e della rinascita. La salita è dura ma se ci metti tutto quello che hai dentro ce la fai.

A proposito di solidarietà, lei è stato uno di primi a impegnarsi fondando nel 1981 la Nazionale Italiana Cantanti.

L’idea venne a Mogol che era il nostro ispiratore. Abbiamo avuto tante collaborazioni in questi anni con associazioni di tutti i tipi, in Italia ed all’estero, abbiamo contribuito a fornire attrezzature a tanti ospedali. Abbiamo collaborato con tanti artisti e incontrato personaggi importanti. Ricordo ancora con emozione quando vennero i premi Nobel per la pace Yasser Arafat e Shimon Peres allo Stadio Olimpico di Roma, il 25 maggio 2000, per la Partita del Cuore dedicata alla pace e ai giovani del Medio Oriente. In campo c’era anche Pelé. La Nazionale Cantanti va avanti ancora: io ogni tanto mi presento per una foto, ma per correre è un’altra storia (ride ndr).

A proposito di “rinascita”, dopo il brutto incidente del 2021 che le provocò diverse gravi ustioni, lei è ritornato in pista con rinnovato successo, dalle hit estive scritte da Jovanotti al Festival di Sanremo…

In più di 50 anni di attività, mi è successo di tutto, cose meravigliose e momenti di difficoltà. E’ la vita che è così. Ma se si riesce a fare qualcosa per gli altri, poi ti ritorna indietro. Anche avere la collaborazione degli amici, con Baglioni, Jovanotti, Rovazzi, in trio con Ruggeri e Tozzi…. Mi piace la squadra. Ci si sente più forti si superano e sopportano e difficoltà, si gioisce insieme quando si ottengono risultati importanti.

Morandi, lei è ormai un monumento nazionale. Quest’anno ha anche cantato ben due volte l’Inno Nazionale davanti al presidente Mattarella, a Sanremo e al Senato.

Un monumento? Lo sa cosa ci fanno gli uccellini sopra i monumenti? (ride ndr). Quando ho cantato per i 75 anni del Senato ho detto al Presidente che quando sono nato io il Senato non c’era ancora… A me piace l’Inno di Mameli, lo canto come se fosse una canzone, senza quei toni di marcia.

Una esperienza di vita e musicale, la sua, che racconterà nel suo tour?

Dopo tanti anni uno sul palco racconta sempre un po’ di sé, la storia della sua vita, le canzoni di ieri, di oggi e dell’altroieri. Io spero che la gente si diverta ad ascoltare canzone popolari come In ginocchio da te e C’era un ragazzo insieme a canzoni più recenti come l’Allegria, Apri tutte le porte ed Evviva scritte da Jovanotti. E’ molto bello e gratificante per me che il pubblico ci sia, dopo tanti anni non è scontato. Ho cominciato che avevo 13 anni, da allora la mia vita è stata sul palcoscenico, non so se saprei fare altro. A me piacerebbe continuare a riuscire a cantare fino all’ultimo giorno come Charles Aznavour. Il grave è farsi sopportare, diventare patetico: spero di smettere cinque minuti prima.

Gianni, ma se la amano tutti…

E’ un attimo, io l’ho già provato: il giorno prima eri un dio, il giorno dopo non sei nessuno. Sento l’affetto, ma non si sa mai…

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: