martedì 27 luglio 2010
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Per dirla calcisticamente è un’Italia a tre punte quella che oggi all’alba apre i Campionati Europei. Giorgio Rubino, Ivano Brugnetti ed il bomber Alex Schwazer. Il gol vincente sarà la medaglia d’oro nella 20 km di marcia. Semplice la tattica di gioco: tecnica sopraffina tacco-punta e “palla” ad Alex Schwazer che, se marcerà come solo lui sa fare, può solo vincere e continuare a sognare un record inedito: conquistare due medaglie d’oro (20 e 50 km) nella marcia agli Europei. L’impresa in passato è riuscita solo al polacco Korzeniowski, ma si parla delle Olimpiadi di Sydney 2000 e c’erano ben sei giorni di recupero tra una prova e l’altra, qui sono solo tre. Alex è un cavallo di razza e non ha rivali come dice il tecnico Sandro Damilano: «Ha un solo avversario: se stesso. Per questo è arrivato solo domenica. Era rimasto a Merano a curarsi per prevenire i problemi di stomaco che sono il suo tallone d’Achille».Alex, il suo nome è legato alla 50 km: bronzo ai Mondiali del 2005 e 2007, olimpionico a Pechino 2008. Perché ha scelto di fare anche la 20 km a Barcellona?«Qui voglio vincere due medaglie anche per prendermi la rivincita dopo quella persa l’anno scorso a Berlino quando mi sono ritirato per problemi di stomaco. So che è difficile, ma il mio obiettivo è serio: nessuno ha mai vinto due ori nella marcia agli Europei».Cosa ha variato nella preparazione rispetto al passato?«Dopo sei anni di raduni nel centro federale di Saluzzo ho preferito stare di più in altura tra la Val Senales, Livigno e Tenerife. Ho anche gareggiato molto di più vincendo otto gare e mostrando una condizione eccellente sulla 20 km. Sulla 50 ho avuto sfortuna: a Signa in marzo il mio tentativo di record del mondo è stato vanificato dalle violentissime raffiche di vento, nella caldissima Chihuahua nella Coppa del Mondo a maggio non ho gareggiato per un’insolazione».Nella 20 km lei è il leader mondiale con il tempo di 1h18’24". Punta diretto all’oro?«Certo, ancora di più ora che ho saputo del forfait del russo Borchin bloccato da un infortunio al piede. Campione olimpico e mondiale, per me era lui il favorito. Rimangono però tre russi di altissimo livello, l’eterno spagnolo Garcia e lo slovacco Toth, vincitore in Coppa del Mondo».Per la 50 km che aspettative ha?«Qui il favorito sarò io, anche se quest’anno le cose migliori le ho fatte sulla 20. Con soli tre giorni di pausa in mezzo tra le due gare sarà una lotta aperta per l’oro. I rivali più ostici saranno il russo Kirdyapkin campione del mondo e lo spagnolo, alla sua ultima apparizione. Senza dimenticare il campione uscente, il francese Yohan Diniz».Sul podio oggi potremmo gioire anche per Rubino e Brugnetti. Sandro Damilano, tecnico della specialità da trent’anni presenta così i suoi alfieri: «Rubino aveva fatto un inverno di lavoro eccezionale, poi da febbraio è stato colpito da una serie di sfortune: una microfrattura al piede sinistro e poi la pubalgia. Nonostante tre mesi di stop è riuscito a vincere l’importante gara di Podebrady. Ha dovuto rincorrere la condizione: non è andato in altura perché in altura ci si va quando si è in forma e non quando si deve mettere “fieno in cascina” come invece ha fatto la Nazionale di calcio. La sua incognita è la tenuta». Damilano è più fiducioso su Ivano Brugnetti: «Ha iniziato tardi la stagione perché doveva ancora decidersi su come programmarsi, però si è preparato bene in quota a Livigno. Può essere il solito Brugnetti: può vincere come può bucare la gara. Se arriva bene al 15° km sarà un rivale difficile da battere per tutti».Si giocano la medaglia anche l’esuberante Chiara Rosa nel getto del peso e Christian Obrist nei 1500. Qualifiche la mattina ed eventuale finale in serata. Daniele Meucci e Andrea Lalli, invece, sperano in un buon piazzamento nella finale dei 10.000 metri. Impegnati anche Libania Grenot nei 400 metri, Elisa Cusma e Likas Riffeser negli 800, Nicola Vizzoni nel martello ed i velocisti Collio, Di Gregorio e Cerutti per centrare la finale dei 100 metri di domani.
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