Ad Ascoli, la strada che porta allo stadio Del Duca, si chiama “Via del calcio spettacolo” ed è stata intitolata in onore di Carletto Mazzone che alla metà degli anni ’70 portò la squadra marchigiana dalla C alla Serie A. «Ahoo, a me a Coverciano m’hanno fatto i complimenti tutti, compreso Tommaso Maestrelli che voleva far giocare la sua Lazio all’olandese. Ma un giorno, prima dello scudetto del ’74, gli dissero: “Se vuoi vedere una squadra che gioca in quel modo non c’è mica bisogno di andare ad Amsterdam, basta che vai ad Ascoli da Mazzone....». Uno dei tanti ricordi del decano degli allenatori italiani che a 73 primavere ha detto stop con la panchina e adesso si gode insieme a noi, da spettatore, quest’ultima giornata di campionato.
In attesa del verdetto finale, scudetto all’Inter o alla Roma, al termine di questa stagione, possiamo ritenerci spettatori soddisfatti?«È stata un’annata in cui si è cercato di giocare a calcio (“palla a terra”), con una qualità non livellata verso l’alto, ma diciamo media, comunque tale da garantire un certo equilibrio di valori, tant’è che lo scudetto si decide agli ultimi 90 minuti e questo da noi non succede spesso».
Dica la verità, se l’aspettava che la “sua” Roma arrivasse così in alto?«Claudio Ranieri è uno come me, lavora con quello che c’ha a disposizione e se lo fa bastare. Comunque vada la Roma il suo campionato l’ha vinto. Dispiace invece vedere che come al solito ci sia tanta gente un po’ ipocrita che ora vorrebbe salire sul carro dei vincitori...».
A chi si riferisce?«Beh mi sembra che un sacco di benpensanti, specie su a Torino, dopo avergliene dette di tutti i colori in passato adesso non sanno più come sperticarsi in complimenti nei confronti di Ranieri. Eppure Claudio era un grande allenatore pure l’anno scorso, non se ne erano accorti?...».
Non è del suo stesso parere José Mourinho che non manca mai di lanciare frecciate al “vecchio” Ranieri.«Mourinho è uno bravo, ma parla troppo. E comunque a non farlo stare mai zitto ci pensa la stampa e lui al gioco del polemista ci sta e aizza il conflitto».
Eppure Mourinho minaccia di andare via, anche perché più volte ha ribadito che il nostro “sistema” non gli piace.«E c’ha ragione. Il nostro è un calcio esasperato, per colpa però di troppi “scienziati” che a pallone non hanno mai giocato, ma stanno tutta la settimana a montare polemiche e a criticare il lavoro degli altri, pure quando è fatto bene. Secondo me in questo a noi italiani non ci batte mica nessuno in giro per il mondo».
Tornando al duello Inter e Roma, con 2 punti di vantaggio, lo scudetto i nerazzurri ce l’hanno già in tasca?«Non è detto, perché la tecnica non sempre batte la tattica. E la tattica è il pane dei poveri e magari domani chi adesso c’ha di meno si ritrova davanti...».
Lei che è un po’ il “padrino” di Francesco Totti come ha visto il fattaccio del “calcione” a Balotelli?«Totti stavolta ha sbagliato, d’accordo. Però io vorrei ricordare a tutti i moralisti sparsi per l’Italia che l’uomo vero non è quello che non sbaglia mai. L’uomo migliore è quello che sbaglia il meno possibile. Io mi sono ispirato a questo principio e sono convinto che Francesco fa lo stesso. Però adesso cerchiamo di lasciarlo in pace...».
Intanto fuori anche Totti dalla Nazionale, nonostante la Roma sia stata la grande protagonista del campionato, solo un giallorosso, De Rossi, andrà ai Mondiali.«De Rossi è quello che sta più in forma, gli altri romanisti hanno avuto infortuni e sul fatto che Totti non è stato chiamato a me non è mai piaciuto che un collega interferisse sulle mie scelte tecniche e io faccio altrettanto con Lippi se permettete... Anche perchè lui c’ha un vantaggio...».
E quale sarebbe?«Non vi sarete mica scordati che ha vinto un Mondiale quattro anni fa? E allora prima di esprimere giudizi sommari, aspettiamo di vedere quello che succede in Sudafrica, poi ognuno potrà farsi la sua opinione, ma sempre nel rispetto del professionista e di quanto ha dato fino ad oggi al calcio italiano».
Siamo alla difesa, anzi al “catenaccio” sulla categoria.«Guardi che Coverciano è la migliore scuola di calcio al mondo. Chi esce da lì sa meglio di tutti come si governa una squadra».
Ma allora come si spiega che due panchine (Inter e Milan) delle prime tre squadre della Serie A sono in mano a stranieri?«È vero che ci sono i Mourinho e i Leonardo, ma è anche vero che adesso i nostri allenatori vanno in giro per l’Europa e fanno fare bella figura alla scuola italiana. Ancelotti ha vinto subito con il Chelsea, Capello è il ct della nazionale inglese, Mancini allena il Manchester City, la quarta forza della Premier. Dateme retta i nostri so mejo».