venerdì 4 maggio 2012
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Il navigar nel mare di Internet non è tanto dolce in Italia, ma soprattutto è lento. Rispetto all’Europa la velocità di connessione alla rete info-telematica è da noi ancora mediamente bassa: gli italiani che dispongono di Internet ultra-veloce (high-broadband, oltre i 5 Mbps) sono solo il 14%, terzultimi in Europa dopo Francia e Turchia; mentre sono ancora troppi, lo 0,7% dei "connessi", percentuale più alta d’Europa, quelli che arrancano a 256 Kbps o meno. In compenso, ma si fa per dire, primeggiamo nel mondo in quello che è un po’ il "lato oscuro" della Rete, perché siamo i maggiori responsabili di attacchi informatici da reti mobili. Ad affermarlo è l’ultimo Rapporto sullo stato di Internet di Akamai, società quotata al Nasdaq e leader nelle applicazioni web (gestisce circa il 30% del traffico online nel mondo), relativo all’ultimo trimestre 2011 (consultabile su www.akamai.com/stateoftheinternet).Nessun Paese, dunque, sta davanti all’Italia in fatto di attacchi informatici legati alle reti mobili: abbiamo confermato ancora una volta di essere la prima fonte al mondo di questo malevolo traffico (24%), anche se nel trimestre precedente si era addirittura toccato il 31%. Al secondo e al terzo posto, ma ben lontani, la Cina (9,2%) e il Cile (8,7%). Considerando però tutti gli attacchi informatici, è proprio la Cina il Paese da cui proviene la maggior quantità di minacce (13%), davanti agli Stati Uniti (10%) e all’Indonesia (7,6%).Un’altra classifica in cui l’Italia non brilla è quella che ridisegna il planisfero in base alla velocità media di connessione a Internet. Rispetto all’Europa la velocità di connessione alla grande rete info-telematica è da noi ancora mediamente bassa. Nell’ultimo trimestre del 2011 su Internet in Italia si viaggiava mediamente a 3,9 Mbps. Il problema è che con questa performance siamo solo al 39° posto nel mondo. E in Europa ci superano non solo i Paesi Bassi, che con 8,2 Mbps (più del doppio che in Italia) sono la nazione europea più veloce su Internet, o la Svizzera (7,3 Mbps) e l’Irlanda (6,8 Mbps, in un anno ha fatto un balzo del 39%), ma ad esempio anche la Romania (6,4 Mbps) e, nonostante il momento anche più difficile del nostro che sta attraversando economicamente, lo stesso Portogallo (4,8 Mbps). Sono ancora pochi, poi, gli italiani (il 14%) che dispongono di Internet ultra-veloce (high-broadband, oltre i 5 Mbps), mentre restano troppi (lo 0,7%) quelli che arrancano a 256 Kbps o meno, come solo in Slovacchia e Irlanda. Ma in realtà è l’intera Europa a perdere nel confronto con l’Asia, dato che sono asiatiche ben 69 fra le 100 città più veloci del mondo, contro solamente sette del Vecchio continente.Il rapporto di Akamai conferma in ogni caso come la crescita di Internet prosegua inarrestabile, quasi motu proprio: sono infatti cresciuti del 13% rispetto allo stesso periodo del 2010 il numero di indirizzi Ip unici (Internet protocol address, identificano in modo univoco un dispositivo connesso a Internet), arrivati a 628 milioni. E l’Italia è una di quelle che sta correndo di più: rispetto al 2010 è cresciuta del 23%. Meglio hanno fatto solo due colossi come Cina e Brasile.
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