giovedì 24 febbraio 2011
Con un gol di Gomez al 90' il Bayern Monaco ha espugnato San Siro battendo l'Inter 1-0 nell'andata degli ottavi di Champions League.
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Lo 0-1 più mesto d’Europa, piovuto come un sasso allo scadere dei novanta minuti. Ma per l’Inter, che non merita la sconfitta, non è detta l’ultima parola. La batosta è maturata da una mezza papera di Julio Cesar che non trattiene un tiro di Robben su cui si avventa Gomez ad insaccare. Di certo è stata una gara spettacolare, la degna rivincita della finale di Madrid dello scorso 22 maggio. Il verdetto uscirà dal ritorno di Monaco, quando probabilmente basterà che i nerazzurri ripetano la gara di San Siro, avvincente e tatticamente intelligente, ma con maggiore attenzione e con un Milito in più in campo. Perché la sensazione, a metà del guado e nonostante la sconfitta, è che i campioni d’Europa siano ancora un gradino sopra i temibili tedeschi. Che pure hanno colpito due legni e non hanno rubato nulla. La gara è stata immediatamente incandescente. Subito la mega occasione di Ranocchia, un paio di fendenti di Gustavo, la leggerezza di Cambiasso davanti a Kraft, infine la traversa di Ribery e l’incredibile parata su Eto’o. Fuochi di artificio in meno di mezzora. Non è una partita normale, non lo vuole essere affatto. Il Bayern ha una voglia matta di vendicare la finale persa in Spagna. Non solo: crede di potercela fare. Si presenta con il 4-2-3-1 di mourinhana memoria, con la differenza che l’ex conducator nerazzurro si cautelava con difensivismo e ficcanti ripartenze. I tedeschi invece sono di altra pasta: difesa alta, pressing sul portatore di palla, attacchi orchestrali (e di massa). L’Inter li aspetta, si gongola nel tema col superbo Ranocchia, capisce che il contropiede se non è l’unica arma è quasi certamente la migliore. Eto’o colpisce in velocità ma sovente brancola in solitudine. La squadra di Leonardo schiera cinque centrocampisti (e una sola punta), ma Thiago Motta, messo ancora davanti alla difesa, latita nel nulla. Questione di gambe. Quelle nerazzurre sono comunque niente male, corrono e quasi mai a vanvera. L’Inter da sempre la sensazione di poter colpire. Diciamo così: la differenza con il duello di nove mesi fa è nell’assenza di Diego Milito, che a Madrid fece la doppietta del trionfo. Un po’ come l’acquario di Genova senza lo squalo. Il bomber del Bernabeu si rammarica in infermeria, ma non stanno meglio Robben e Cambiasso che, a inizio ripresa, sbagliano l’impossibile. Non entrerà mai in rete, almeno sembra. Invece arriva la doccia gelata di Gomez nel finale. A Monaco non sarà ottobre ma l’Inter, obbligata all’impresa, si presenterà a tutta birra. Giulio Peroni
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