Il primo round della semifinale di Champions League tra Inter e Barcellona, per ora vede gli zero chilometri che i nerazzurri devono fare per arrivare al Meazza e i mille che si sono sobbarcati, causa vulcano islandese, i blaugrana. Il primo capitolo del Mourinho parlante, solo in Europa, è riservato proprio allo scomodo viaggio del Barça fino a Milano. «Se fosse successo a me avrei cercato di far diventare il viaggio una cosa che cementa il gruppo – dice Mourinho – . Il viaggio in pullman è sicuramente scomodo, ma anche noi siamo andati a Mosca contro una squadra che non giocava da una settimana, abbiamo trovato un campo di plastica e abbiamo giocato...». Del resto per Mourinho «si parte alla pari», con un 50% di possibilità a testa di arrivare alla finale di Madrid del 22 maggio. Nonostante il secondo sorpasso della Roma in campionato, il tecnico portoghese non ha perso l’ottimismo. «L’Inter è nella posizione in cui il 99% delle squadre d’Europa vorrebbero essere. Spero l’anno prossimo di essere nella stessa situazione. Firmo già. Fisicamente ha la condizione di una squadra che gioca 70 partite l’anno, ma chi è arrivato a questo punto ha questi bellissimi problemi da risolvere. Comunque vada questa è una stagione spettacolare, ma per essere soddisfatto ho bisogno di più: non sono mai stato un uomo da “quasi”. Nella mia carriera ci sono alcuni “quasi”, ma è piena di “fatti”. Quindi ora possiamo vincere tre o zero trofei: c’è una gran differenza ma è questione di dettagli». E quelli però nelle due gare di quest’anno con il Barcellona sono stati favorevoli agli spagnoli.«Nella partita di settembre a Milano per i primi dieci minuti e gli ultimi dieci sono stati superiori loro, ma per il resto è stata equilibrata. Nella partita di Barcellona invece hanno dimostrato una grande superiorità, vincendo tranquillamente e meritatamente. Oggi però è passato molto tempo: loro sono bravi come erano a novembre, noi siamo molto meglio di allora. Tatticamente siamo una squadra più compatta e poi la mentalità in Champions è molto diversa, la situazione psicologica è totalmente differente da quella in campionato». Mourinho non vuole sentire parlare di finale anticipata. «Non esistono finali anticipate. È una semifinale, solo chi vince gioca la vera finale, quella di Madrid. E quindi non sarà Inter-Barcellona. Lione e Bayern meritano tutto il rispetto, perché sono arrivati allo stesso punto nostro. Hanno anche loro il 25 per cento di possibilità di vittoria, hanno storia e hanno eliminato grandi squadre, come il Real Madrid. E il Bayern ha uno dei migliori allenatori del mondo». Omaggio dello “Special One” all’altro tecnico speciale del Bayern, Van Gaal, ma elogi anche per i gioielli di Guardiola. A cominciare dal Pallone d’Oro per il quale non è prevista la marcatura a uomo: «Per cultura mia non è possibile una tipo di marcatura. Non sarà uno contro Messi e dieci contro dieci, ma undici contro undici. Puyol è il capitano e lo spirito, ha lavorato con me dieci anni fa, ma a me sembra sempre lo stesso di quando aveva 21 anni. Ha la stessa passione e la stessa voglia: il successo non lo ha cambiato e questa è la cosa migliore per un giocatore. Che formazione farà Guardiola? Purtroppo Pep non mi chiama per dirmi come giocherà. Per cui io non dico nulla sulla mia. Loro i più forti del mondo? Solo se rivincono la Champions...».L’unica cosa certa è che l’Inter si gioca tutta la stagione in questi 180 minuti, ma Mourinho traccia già il bilancio: «Comunque vada questa è una stagione spettacolare, ma per essere soddisfatto ho bisogno di più. Non sono mai stato un uomo da “quasi”. Nella mia carriera ci sono alcuni “quasi”, ma sono molti di più i “fatti”». E nel festival dei proclami, allora spazio anche a Guardiola che appena arrivato a Milano annuncia: «Meglio in bus che davanti alla tv».