sabato 22 giugno 2013
Oggi concerto di Beethoven eseguito da Juraj Valcuha con l'orchestra Rai in aula Paolo VI. Diretta dal Vaticano su RaiUno e Radio3.​
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«La Nona rivoluzionò la storia della musica perché per la prima volta veniva usata la voce in una sinfonia». Ma la rivoluzione più grande, sembra dire di Juraj Valcuha, è quella del messaggio che Ludwig van Beethoven volle lanciare attraverso il testo di Friedrich Schiller: «Un messaggio di pace e di fratellanza universale che è ancora attuale. Lo stesso messaggio papa Francesco lo offre ogni giorno al mondo attraverso le sue parole e i suoi gesti. Noi lo proponiamo in musica» racconta il trentasettenne musicista slovacco, direttore principale dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai. L’Inno alla gioia risuonerà oggi alle 17.15 in Aula Paolo VI. «Saremo in Vaticano per eseguire la Nona Sinfonia in re minore di Beethoven davanti al Pontefice».Maestro Valcuha, che cosa significa dirigere con la sua orchestra Rai davanti a papa Francesco?Dirigere la Nona è sempre un’emozione, ma lo sarà ancora di più eseguirla davanti a Francesco. Io e l’orchestra siamo felici di essere i primi a proporre un concerto musica classica a papa Bergoglio. In questi giorno stiamo lavorando molto per preparare il ciclo completo delle Sinfonie di Beethoven che suoneremo da lunedì in piazza a Torino e quasi non abbiamo tempo di pensare alla grandezza di quello che andremo a fare. Vivremo le emozioni in diretta e sono sicuro che il concerto per il Papa sarà uno di quei momenti che ricorderemo per tutta la vita.Perché ha scelto la «Nona»?Perché il suo messaggio di pace è ancora oggi attuale: non esiste epoca che non abbia bisogno di fratellanza. Quando l’Inno alla gioia non sarà più attuale vorrà dire che finalmente vivremo tutti in pace. Tutta la musica di Beethoven è attuale perché il compositore ha saputo toccare i vertici dell’arte, così come ha fatto Leonardo nei suoi quadri. La grande musica, così come la grande arte e la grande letteratura non passano mai di moda se sanno aprirsi al sociale e raccontare l’uomo interpellando il nostro oggi.La «Nona» non è propriamente una pagina di musica sacra.Ma penso che possiamo parlare di sacralità della musica se la guardiamo dal punto di vista del suo essere un linguaggio universale capace di parlare a tutti gli uomini. E l’uomo è sacro. La musica, però, ha bisogno di essere anche "desacralizzata", ovvero liberata da quell’atteggiamento che la fa diventare un oggetto da museo: la musica non può essere qualcosa di morto, da mettere sotto una teca, la musica deve vivere, deve essere accessibile a tutti.La musica voi la porterete addirittura in piazza: da lunedì a Torino vi aspetta un Festival Beethoven.Con l’Orchestra Rai proporremo in piazza San Carlo nel giro di una settimana tutte le nove sinfonie, un impegno enorme al quale ci stiamo preparando da tempo. Beethoven da sempre, grazie alla Nona, è diventato il simbolo della libertà e la sua musica e fa parte delle ricchezze del mondo tanto che l’Unesco ha dichiarato proprio la partitura della Nona Patrimonio dell’umanità. Ascoltare nel giro di una settimana tutte le nove pagine che Beethoven ha scritto in un quarto di secolo (la Prima la compose quando aveva 29 anni) permette di rendersi conto del percorso fatto riconoscendo una volta di più il suo genio.Perché proporle in piazza? È questa la nuova sfida della musica classica, uscire dai teatri per conquistare nuovo pubblico?Sarà un’occasione per incontrare gente che normalmente non viene ad ascoltare un concerto in Auditorium. È importante uscire ogni tanto dalle sale da concerto e andare incontro a un nuovo pubblico. Avremo successo se sapremo catturare l’attenzione di qualcuno che passando in piazza decide di fermarsi ad ascoltare una sinfonia e magari di comprare un biglietto per un concerto sinfonico il prossimo anno.Lei è direttore principale dell’Orchestra Rai, ad Atene, con la chiusura della tv pubblica Ert, muore anche l’Orchestra di Atene.<+tondo>Occorre molto tempo per creare un’orchestra, così come per creare un bene culturale, basta invece una firma, che si mette in pochi secondi, per chiudere un’istituzione e distruggere il lavoro fatto nel corso degli anni. La musica è una componente fondamentale per la vita dell’uomo perché ci mette in contatto con la bellezza: perché farla tacere?​
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