Nella selezione quotidiana di temi, fatti e storie che proponiamo sulle pagine o sul sito di Avvenire, ci imbattiamo talvolta in situazioni talmente ricche e articolate da sfuggire al potere delle parole e della narrazione tradizionale. Luoghi o esperienze che vanno visitati o vissuti per poter essere colti fino in fondo, con un’originalità e una tridimensionalità così marcate da non potersi esaurire in un articolo di giornale, di carta o digitale, pur corredato di foto, video o altri contenuti multimediali.
È di qui che parte l’idea di Vivi Avvenire, che si pone nel solco di altre iniziative analoghe sperimentate nel panorama dell'informazione ma in cui vogliamo e pensiamo di poterci proporre con una nostra specificità forte, caratterizzante per il giornale e la sua comunità. A chi si riconosce in Avvenire, o a chi ci riconosce un valore e un’originalità. E a voi, lettori e lettrici vecchi e nuovi, offriremo la possibilità di condividere esperienze dal vivo, per esplorarle e gustarle insieme, facendoci provocare o affascinare e rendendole così ulteriormente feconde anche per chi non c'era. Non è un caso che l’idea ci sia venuta, davanti a un microfono, raccontando in un podcast il padiglione della Santa Sede della Biennale di Venezia. Dal titolo “Con i miei occhi”, ha come luogo la Casa di reclusione femminile della Giudecca: non è semplicemente una mostra di arte contemporanea in un luogo insolito ma una sfida nel segno dell’incontro, in cui tutti – gli artisti, le detenute, gli stessi visitatori – sono chiamati a spogliarsi di ogni idea precostituita e riconoscersi vicendevolmente, fratelli nella reciproca umanità. Ne è uscita una delle esperienze più radicali nella riflessione sul rapporto tra arte e sacro, capace di fondere insieme in maniera inestricabile dimensione estetica, umana e spirituale. La visita ha toccato nel profondo tutti quelli che hanno avuto la fortuna di viverla.
Ci siamo chiesti: perché non condividerla in modo ancora più diretto con i nostri lettori? Perché non raccogliere il racconto di quanto essi stessi hanno visto “con i loro occhi”? E ancora, perché non amplificare questa esperienza facendo nostra la “cultura dell’incontro”, sono parole di papa Francesco, come metodo di vita della comunità che in Avvenire si riconosce? ViVi Avvenire parte di qui. La proposta è quella di vivere insieme una giornata a Venezia, in calendario per il 17, 18 o 19 novembre prossimi. Insieme ai giornalisti di Avvenire, guidati dalla redazione di Agorà, visiteremo, appunto, il Padiglione della Santa sede ma, ampliando il percorso in città, anche la Scala Contarini del Bovolo, un unicum affascinante e nello stesso tempo enigmatico, dove la genialità della concezione convive con il disinteresse per le simmetrie e il gusto rinascimentale per la modularità, e dove il sapere tecnico manifestato nella realizzazione si coniuga alla disinvoltura estrema delle soluzioni formali messe in atto. Due luoghi incredibili, solitamente fuori dai consueti itinerari turistici veneziani.
L’iniziativa (i dettagli possono essere consultati sulle pagine del sito web di “Avvenire” dedicate agli abbonamenti oppure telefonando al numero verde 800820084) è organizzata in partnership con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione ed è patrocinata dalla Città di Venezia. La proposta comprende anche un pranzo insieme, gli spostamenti con i mezzi pubblici in laguna e un voucher per un biglietto ferroviario: è rivolta ai nuovi abbonati ma anche a chi fa già parte della comunità di Avvenire. Vi aspettiamo per il primo passo di un nuovo percorso insieme.