martedì 12 giugno 2012
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Il Muro non è mai caduto, o meglio è stato ricostruito. E, soprattutto, la Ddr non è morta. E non solo nella testa di qualche nostalgico (per la verità, tanti, nei Länder orientali). Il panorama disegnato da Simon Urban nel suo romanzo d’esordio (Piano D., Verlag Schöffling & Co., pp. 552, euro 24,95) è ambientato nell’autunno 2011 e in esso la storia offre alla Repubblica Democratica Tedesca una seconda chance. Per la verità già Michael Klonovsky, redattore dell’edizione tedesca di 'Focus', poco più di un anno fa aveva lanciato la provocazione per cui sarebbero molteplici «i segnali indicanti il fatto che la Repubblica Federale sta facendo sforzi non irrilevanti per diventare uno Stato à la Ddr ». Gli ha fatto eco di recente il filosofo Peter Sloterdijk, quando ha detto: «Fino a nuovo avviso viviamo in una condizione di socialnazionalismo reale, poiché i rapporti tra generazioni sono stati stipulati secondo formati nazionali. Il riflesso socialnazionalista permette a ciascuno di noi di dire: Ubi bene, tibi patria. La mia casa è lì dove mi vengono garantiti i soldi per la vecchiaia». Espressioni forti che intendono definire l’attuale Germania a guida Merkel (non a caso politica di formazione Ddr), a parere di molti concentrata esclusivamente sul mantenimento del proprio stato di benessere sociale a scapito del resto dei restanti Paesi europei. Tornando al romanzo di Urban, che è insieme thriller, satira e science fiction e che ha scalato ben presto le classifiche avviando un dibattito fra gli intellettuali tedeschi, ha detto Juli Zeh, una delle scrittrici più interessanti dell’attuale Germania, che «fin dalla prima pagina si capisce che si tratta di un testo con i muscoli». Lo scrittore di Hagen, classe 1975, non ha esperienza diretta della Ddr, tuttavia la sua ricostruzione del sistema dittatoriale, fondato sulla repressione, la diffidenza e la paura, è già stato giudicato positivamente dai lettori ex tedesco orientali che si sono avvicinati al libro. Nel romanzo la Ddr immaginata da Urban, dopo aver attraversato gravi difficoltà, soprattutto quando a Berlino venne aperto il Muro e venne concessa la fuga a circa un milione e mezzo di persone, richiude il Muro, adotta nuove regole e dà il via a quel processo che nei libri di storia viene chiamato 'rianimazione'. I politici già protagonisti della Ddr prima del 9 novembre 1989 in questo romanzo continuano a sedere su poltrone importanti: Egon Krenz continua ad essere il presidente del consiglio di Stato, Gregor Gysi guida il consiglio dei ministri, Otto Schily ha un incarico ministeriale. Che cos’è cambiato, dunque? Intanto la Repubblica Federale ha un cancelliere finalmente amico, meglio, compagno, quell’Oskar Lafontaine che nella realtà ha da alcuni mesi abbandonato la politica, dopo essere stato a capo del partito Die Linke. Su che cosa fonda Urban la possibile rivincita della Ddr? La Germania occidentale ha bisogno del gas russo ed il metanodotto che ne permetterà la fornitura dovrà attraversare, ovviamente a caro prezzo, i territori tedesco­orientali. E la storia prende avvio da un omicidio legato proprio al 'grande affare': un consigliere di Krenz viene trovato impiccato ad una conduttura di gas in un bosco vicino a Berlino. Lo Spiegel titola subito: «La Stasi torna ad uccidere» e se la Ddr non dimostrerà l’innocenza dei suoi servizi segreti, minacciano i vertici della Repubblica Federale, da ovest non arriveranno più i soldi promessi per il metanodotto. La fortuna della 'rianimata' Germania comunista è però legata anche al successo mondiale di alcuni suoi prodotti. Così Urban immagina una Ddr ai vertici nella produzione di telefoni cellulari (il modello 'Minsk', realizzato su di un brevetto inventato dalla famigerata Stasi) e perfino nel mercato dell’auto: la mitica Trabant è diventata un 'rifiuto speciale' e piuttosto si viaggia con la 'Phobos Prius' (un tentativo esplicito di ridurre lo scarto rispetto alla classe S della Mercedes…), di cui i cittadini tedesco orientali sognano di possedere la versione Cabriolet. Entrambi i modelli sono alimentati ad olio di colza, così l’intero paese puzza, come si trattasse di un’enorme rosticceria. Urban lavora presso un’agenzia pubblicitaria ed ha pensato bene di accompagnare il libro, che qualcuno ha già identificato come il vero, tanto atteso Wenderoman (il romanzo della svolta), con alcune pagine, serie e meno serie, sul suo sito internet (www.simonurban.de). Oltre alle divertenti immagini pubblicitarie dei vincenti prodotti tedesco orientali, segnaliamo quello che per Urban dovrebbe essere oggi il test per diventare cittadino della nuova Ddr. Con la quarta domanda si chiede: «Nel fine settimana visitate il settore democratico di Berlino, dunque vedrete anche…». Queste le risposte immaginate da Urban: «1. Lo scudo anticapitalistico. 2. Il baluardo antifascista. 3. Il 'piccolo' muro, in concordanza con il muro della Cina, la nazione sorella».
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