Papa Francesco in una sequezna del documentario in onda su SkyTG24 " Earth4All - Il mondo di Francesco"
Vox populi che si alza in coro nel reportage Earth4All - Il mondo di Francesco, in onda stasera alle ore 21.00 su Sky TG24 (su Sky Nature alle 22.15 e domani in streaming su Now e Repubblica. it) ), prodotto da Sky TG24 in collaborazione con Gedi, firmato da Daniele Moretti e Riccardo Luna, con la regia di Flavio Maspes. Lo script è di Giacomo Mazzariol con la collaborazione editoriale di Alberto Giuffrè e Stefano Maria Paci. «È stato straordinario avere l’opportunità di documentare l’incontro che papa Francesco ha avuto con gli attivisti che stanno portando la loro voce e le loro idee in tutto il mondo. Per questo il doc Earth4All - Il mondo di Francesco è un contenuto fondamentale nel percorso che SkyTg24 sta facendo da anni nel racconto della “Climate crisis” e delle conseguenze che sta producendo sull’umanità. Proseguirà il nostro impegno nel documentare ciò che accade, ma come ormai facciamo da qualche tempo lo faremo concentrandoci soprattutto sulle possibili soluzioni. L’umanità ha creato il problema e l’umanità può risolverlo. Ci sono le risorse scientifiche, quelle tecnologiche e quelle economiche per tornare ad avere un nuovo equilibrio. È difficile, lo vediamo spesso. Ma si può fare», spiega il direttore di SkyTG24 Giuseppe De Bellis. Il progetto “Earth4All” raccoglie una comunità scientifica promossa dal Club di Roma, dall’Istituto Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico, dal Centro di resilienza di Stoccolma e dalla Norwegian Business School che hanno dato vita a un possibile piano per salvare il pianeta. Ma le protagoniste del doc sono le rappresentanti della “linea verde” del movimento mondiale che lotta per sanare la piaga del cambiamento climatico. Nel doc infatti entrano in scena l’imprenditrice sociale iraniano- americana Sophia Kianni, la surfista brasiliana Maya Gabeira (campionessa Unesco per l’Oceano e i Giovani), l’attivista ruandese Ineza Umuhora (responsabile di Loss and Damage Youth action) e la “Greta indiana” Licypriya Kangujam, 11 anni, la più giovane attivista globale per il clima. Giovani impegnati in una battaglia civile che, come ricorda il Pontefice, è iniziata il 5 giugno 1972, a Stoccolma , in occasione dell’incontro internazionale tra i vari rappresentanti di Stato e che trova nella Laudato si’. La cura della casa comune una guida sapiente . Enciclica che può considerarsi l’impianto culturale e spirituale per affrontare la grave minaccia sulla società globale in cui viviamo. «La globalizzazione ci rende più vicini, ma non ci rende fratelli», avverte papa Bergoglio che invita tutti ad avere cura della casa comune: il Creato. «La nostra casa si sta rovinando e questo danneggia tutti, specie i più poveri. Dobbiamo cambiare gli stili di vita e tendere a una “ecologia integrale“ con la giustizia, l’impegno verso gli altri e la pace interiore ». Le parole del Santo Padre riecheggiano nel filmato che ci porta a visitare gli scenari terrestri fortemente a rischio. Un pianeta ferito e «le ferite portate all’umanità dal cambiamento climatico – continua il Papa – sono paragonabili a quelle derivanti da un conflitto globale. Ma il comportamento irresponsabile ricade sull’umanità. Il cambiamento è urgente e non più rimandabile... Dobbiamo evitare lo scarto nell’ambiente e lo scarto delle persone». «Abbiamo scoperto 9 confini del pianeta: serve un ciclo idrogeologico stabile per mantenere la biodiversità a livelli adeguati. Scienza e religione, da quando c’è papa Francesco, viaggiano unite», dice il deus ex machina del dibattito internazionale Johan Rockström, Direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e ispiratore di tutto il progetto Earth4, che avverte: «Una delle piaghe è la mancata comunicazione. Siamo fermi nella lotta e crea paura nella gente». Alla paura che nasce anche dalla «cattiva comuincazione», dobbiamo opporre il “Giant Leap”, la strategia che riporti l’armonia nel pianeta, che dia «stabilità e gestibilità», afferma Sandrine Dixson-Declève, Presidente del Club di Roma. «Tutte le cose sono interconnesse tra di loro e ci sono cinque punti di svolta per salvare il pianeta: eliminare la povertà, operare contro le iniquità, vera parità tra i sessi, trasformare il sistema alimentare e quello energetico che influiscono su tutti quanti gli altri elementi», teorizza il Direttore del Center for Green Growth di Oslo, Espen Stoknes. Ma la spinta propulsiva per il cambiamento arriva dal basso e dai giovani: Maya, Ineza, Sophia e Licypriya Kangujam. Quest’ultima dalla sua Dheli inquininatissima (megalopoli da 30,3 milioni di abitanti) chiede di poter vivere un giorno «in un Paese in cui l’aria e l’acqua sia pulita». L’adolescente indiana abbracciando papa Francesco in Vaticano gli ha chiesto di battersi ancora per «fare introdurre l’educazione climatica come materia obbligatoria nelle scuole di tutto il mondo». Licypriya vorrebbe che questo piano pedagogico partisse dall’India, il suo Paese di cui denuncia: «Per le mie proteste non mi arrestano, solo perché sono minorenne. Ma polizia e governo bloccano le nostre voci e non riusciamo a farci sentire». Inascoltato da sempre è il grido disperato del Continente Nero e la ruandese Ineza ricorda che «l’Africa con i suoi 54 Paesi ha il minor tasso di emissioni nocive rispetto a tutto il resto del mondo, eppure subisce più danni di tutti. È una questione di giustizia urgente, non possiamo adattarci alla carestia e ai disastri che ci sono stati creati. Noi, - conclude amare Ineza - perdoniamo, ma quando abusiamo della Natura essa non ci perdona mai». Per evitare altri abusi papa Francesco ci ricorda: «L’uomo deve ricreare l’alleanza con la Natura. E il sogno per il futuro è quello di una generazione di maestri, di insegnanti di speranza».