venerdì 24 febbraio 2012
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​Alla vigilia di questo Milan-Juventus che vale un pezzo di tricolore, il rossonero Maxi Lopez, 27enne argentino con passaporto italiano, ricomincia da tre: come gli scudetti conquistati nella sua terra natia. «Quelli con la mia seconda pelle, la maglia del River Plate», dice orgoglioso la “galina de oro”, per via della cresta, antesignana di quella scolpita sulla cute del giovane El Shaarawi. Tre sono anche i titoli (Champions compresa), vinti da “El Rubio”, - il biondo di Buenos Aires - , nella Liga, al Barcellona e ora, all’orizzonte, c’è il “triplete” che potrebbe centrare alla sua prima mezza stagione (è arrivato a gennaio) al Milan che veleggia in campionato, Champions e coppa Italia. Ma soprattutto tre, come i suoi figli.L’ultimo nato in casa Lopez (dopo Valentino Ganstòn e Costantino) è venuto al mondo lunedì e ha un nome e una dedica speciale.«Si chiama Benedicto, come il nostro Papa. La fede in Dio e nella Chiesa, è sempre stato un punto fermo nella mia vita e mi ha aiutato tanto anche a realizzarmi nel calcio. I miei genitori mi hanno sempre educato a quei valori cristiani che ora cerco di trasmettere ai miei figli».Genitori argentini, ma passaporto italiano, come si spiega?«Mia nonna era di Lupara, provincia di Campobasso. Laggiù in Molise ci sono ancora dei parenti. Non li conosco, ma un giorno di questi mi piacerebbe andare a visitare quel paese, con mia moglie Wanda e i nostri bambini».Tre sono anche i campionati che ha disputato da noi. Come si trova in quest’Italia così piena di problemi, anche nel calcio?«Vengo dall’Argentina, sono allenato a vivere sempre nell’emergenza e in uno stato di crisi. Ma il calcio spesso non fa sentire il peso dei tanti problemi della società in cui viviamo. E poi in Italia ho trovato un popolo caldo, generoso, che mi ha fatto sentire subito a casa. Un domani potrei anche fermarmi qui, per sempre».Dal Catania al Milan, ma con il fiato sospeso: l’accordo a un certo punto sembrava stesse per saltare.«Alla fine ne è valsa la pena di stare un po’ in ansia per l’attesa... - sgrana gli occhi - . Qando ho firmato comunque è stato fantastico, una liberazione. Finalmente al Milan mi viene data la possibilità di esprimermi ai massimi livelli del calcio internazionale e di lottare per obiettivi importanti».Una piccola rivincita anche nei confronti del suo connazionale Tevez, era la prima scelta del mercato rossonero di gennaio...«Tevez è un campione che merita di giocare nei migliori club d’Europa. Se dovesse diventare rossonero a giugno? Sono stato suo compagno di reparto in tutte le selezioni giovanili dell’Argentina, dall’under 15 all’under 20, insieme abbiamo fatto una valanga di gol e vinto tanto. Potremmo continuare a farlo anche qui al Milan».Il suo ingresso al Friuli, nel secondo tempo con l’Udinese ha ribaltato la partita (da 1-0 all’1-2 finale) e forse anche il vostro cammino...«Ho fatto solo la mia parte, quella di un giocatore che ha avuto la fortuna di entrare in corsa in un gruppo che a me sembra diventi ogni giorno più forte. Possiamo arrivare fino in fondo e vincere in tutte e tre le competizioni».Per vincere scudetto e coppa Italia prima dovete “passare sopra” alla Juve.«Non sarà facile, la Juve contro di noi ha vinto due volte su due (2-0 in campionato e 1-2 a San Siro, semifinale di coppa Italia), ma domani qualunque risultato emetterà il campo, dovremo pensare solo a non mollare di una virgola da qui a maggio. Anche in caso di sconfitta, tutto sarà ancora in discussione, perciò quello che conta è dare spettacolo per i 70-80mila che verranno a San Siro. Se poi vinciamo ancora meglio... - sorride sornione - ».Basta che non vinciate con un rigore, altrimenti la Juve continuerà la sua protesta.«E sbagliano a protestare, perché quello dei rigori negati sono episodi che capitano a tutte le squadre e non penso che un arbitro stia a guardare se si tratta della Juve, del Milan o del Catania. Se così fosse sarebbe inutile giocare, ma non è così».In Italia c’è solo la Juve che può togliervi il titolo, in Champions chi è la rivale più temibile?«Il Barcellona, perché ha un fenomeno come Messi che è fuori concorso. Il Milan però può mettere sulla bilancia Ibrahimovic, una potenza. Prima o poi anche a Zlatan dovranno dare il Pallone d’Oro, se lo meriterebbe per quello che ha fatto vedere in questi anni».Intanto il giudice sportivo ha detto che Ibrahimovic merita di scontare tutti e 3 i turni di squalifica. È pronto a sostituirlo domani sera?«Mi dispiace, Zlatan in campo ci mette sempre tanta grinta, ma non è violento. A prescindere che Ibra giochi o non giochi, come domani sera, io lavoro tanto per farmi trovare sempre pronto e il mister lo sa».Oggi però Allegri potrebbe preferirgli Pato. Come si trova un argentino in mezzo a tanti brasiliani?«Vero che tra noi e i brasiliani non scorre buon sangue, eppure personalmente devo il mio rilancio al Gremio: a Porto Alegre credo di aver lasciato un buon ricordo. Pato ha avuto qualche infortunio di troppo, ma lo attende un grande futuro, ha tutto per diventare un top-player».L’ex ct argentino Maradona, non la convocò per i Mondiali del 2010, se domani ricevesse la telefonata di Prandelli...«L’Argentina per me è una nazionale importante quanto l’Italia, ma l’unico modo per poter conquistare la maglia delle Seleccion o quella azzurra, è solo uno: fare grandi cose nel Milan. E io sono qui per questo».
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