mercoledì 12 aprile 2023
Presentata la nuova edizione della rassegna che coinvolge sette diocesi del Triveneto. A tema quest’anno “Genesi 1-11”: gli inizi della storia dell’umanità nel mondo creato da Dio»
Il Festival Biblico 2023 risale “in principio”

Festival Biblico

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«In un tempo come il nostro, segnato da grandi slanci, ma anche da gravi crisi, tornare ad ascoltare il messaggio biblico sull’origine dell’umanità, è importante per riscoprire la vocazione profonda dell’essere donne e uomini, e dell’esserlo anche in rapporto al progetto e al disegno di Dio». Così monsignor Roberto Tommasi, presidente del Festival Biblico (diocesi di Vicenza), insieme a don Ampelio Crema (Società San Paolo), intervenuti all’inaugurazione dell’edizione 2023 (12 aprile-28 maggio), che si è tenuta ieri a Vicenza, nella Sala Nobile del Museo civico di Palazzo Chiericati. «Come avvenuto alle origini - ha continuato Tommasi -, pensiamo a Caino che uccide il fratello, anche oggi a volte il male sembra dilagare, sembra avere l’ultima parola. Ma ogni volta emerge un piccolo gruppo, un piccolo resto di uomini e donne giusti, che cercano il bene, l’onestà, la fraternità. E da questo piccolo resto Dio ogni volta rivivifica e fa rinascere e ripartire l’umanità».

La relazione di monsignor Tommasi si è concentrata sulle origini, perché il filone tematico attorno al quale si articola la proposta culturale del festival di quest’anno è “Genesi 1-11”, ovvero il primo dei 73 libri che costituiscono la Bibbia ebraico-cristiana. «I capitoli 1-11 raccontano gli inizi della storia dell’umanità in un mondo creato da Dio - ha concluso -. In principio Dio creò il cielo e la terra, l’universo, la luce, l’acqua, le piante, i viventi e, al vertice, l’uomo e la donna. L’uomo è una creatura tra le creature, ma sta in una posizione di eccellenza. All’uomo viene affidato il compito di moltiplicarsi e di custodire e coltivare l’opera della creazione, affinché essa possa continuare ad essere sorgente di vita per tutti».

Ai saluti del vescovo Giuliano Brugnotto, che ha posto l’accento sul Festival come «bella occasione per promuovere la Bibbia, considerata un codice culturale dell’Occidente», sono seguiti quelli di Ampelio Crema, che si è concentrato sull’attualità del Festival Biblico: «Credo che anche questa 19ª edizione riconfermerà l’ottima qualità di un festival, che si concentra su un Libro che sembra vecchio, ma che in realtà continua a parlare al mondo di oggi. Sta a noi avere il coraggio di metterci in ascolto di un testo che non è solo culturale ma, per chi crede, è soprattutto un testo di fede».

«La motivazione principale per la quale abbiamo deciso di continuare ad organizzare il Festival Biblico è la “cura” - ha detto la direttrice generale Roberta Rocelli -. Non abbiamo la pretesa di rispondere alle tante problematiche di questo tempo così iper complesso, ma abbiamo la volontà di intervenire su quello che il Censis, nel suo Rapporto 2022, ha definito come “immobilismo, stagnazione culturale”. Un festival, anche quello biblico, può intervenire, e fare in modo che le nostre teste e i nostri cuori siano un po’ meno immobili, un po’ meno rassegnati. Da questo punto di vista, la nostra vuole essere una proposta culturale che cura». Un “welfare culturale” che si articolerà in oltre cento appuntamenti, fra dialoghi, spettacoli teatrali, meditazioni, incontri biblici, passeggiate, mostre, concerti e laboratori, che si terranno, oltre che a Vicenza, in altre sei diocesi: Treviso (4-7 maggio), Verona (5-7 maggio), Rovigo (12-14 maggio), Vittorio Veneto (12-14 maggio), Padova (18-21 maggio) e la new entry Chioggia (19-21 maggio). In aggiunta, ci saranno iniziative anche in una quindicina di città delle province che afferiscono alle varie diocesi, e non va dimenticato il Fuori Festival di Alba (Cuneo).

Anche se Vicenza è, per tradizione, la diocesi che chiude il festival (25-28 maggio), essa darà un piccolo anticipo della propria programmazione, questo venerdì 14 aprile, con la pubblicazione nel sito www.festivalbiblico.it del nuovo podcast Tensioni. Le religioni tra pace e guerra, realizzato con la collaborazione scientifica della rivista “Jesus” della San Paolo. Le cinque puntate, presentate dal giornalista Roberto Zicchitella, indagheranno il ruolo della religione, in particolare in contesti sociali quali Ucraina/Russia, Stati Uniti, Libano ed Europa. In progetto anche una “villeggiatura” (al momento senza data), in provincia di Vicenza, con l’obiettivo di avvicinare due peculiarità territoriali: le zone industriali e le ville palladiane, sempre tenendo fede al focus del Festival Biblico, ovvero mettere al centro la Sacra Scrittura e quello che suggerisce per la contemporaneità.

Infine, in autunno, la “Scuola del pensare”: due giornate di formazione su come funziona il pensiero critico, e sull’intelligenza artificiale. «La Chiesa su questo sta facendo molti passi in termini di riflessione e di osservazione etica, e noi nel nostro piccolo vogliamo cominciare ad interrogarci», ha concluso la direttrice Rocelli.

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