mercoledì 22 febbraio 2012
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Paolo Xu Guangqi, discepolo cinese di Matteo Ricci, è sconosciuto fuori della cerchia degli addetti ai lavori. Eppure va considerato il più importante cattolico nella storia della Chiesa cinese. Lo scorso anno il vescovo coadiutore di Shanghai, Aloysius Jin Luxian, ha fortemente voluto avviarne la causa di beatificazione. La speranza di molti è che essa si concluda positivamente, in tandem con quella di Ricci, in modo che il Papa possa procedere ad un’eventuale beatificazione congiunta di due grandi uomini di fede: uno cinese, l’altro europeo. Gianni Criveller, missionario del Pime da oltre vent’anni attivo nella «Grande Cina» (Repubblica popolare cinese, Hong Kong, Macao e Taiwan), è sinologo ed esperto della storia dell’evangelizzazione in Cina. La diocesi di Shanghai l’ha invitato a collaborare alla ricerca storica preliminare all’apertura della causa.

Perché è tanto importante la figura di Paolo Xu Guangqi?«È in assoluto il più importante convertito cattolico nella storia della Cina: la “maggior colonna” della cristianità in Cina, secondo un’espressione riportata da Matteo Ricci nella narrazione della sua epopea in Della Entrata della Compagnia di Giesù et Christianità in Cina. Paolo Xu fu un importante letterato, scienziato e uomo politico. Dopo l’incontro con Ricci, avvenuto nel 1600 a Nanchino, inizia un cammino di conversione e diventa il primo accademico laureato a ricevere il battesimo. Infatti nelle fonti gesuitiche viene menzionato come il “dottor Paolo”. Aveva un’ammirazione sconfinata per Matteo Ricci, con il quale tradusse i primi sei libri di Euclide in cinese. Ma Paolo Xu era uno studioso poliedrico: oltre che di aritmetica e geometria, si interessò di tante altre discipline, tra cui astronomia, agricoltura e religione. Ebbe incarichi istituzionali di rilievo. Al culmine della sua carriera (1632), Xu Guangqi viene eletto Gran Cancelliere dell’Impero e diventa uno dei membri del Consiglio dello Stato. Secondo uno storico moderno, egli fu in quel frangente il consigliere preferito dell’imperatore. L’anno dopo, a seguito della morte di questi, venne insignito del titolo onorifico di “precettore del Principe ereditario”».Quanto è conosciuto dai cinesi questo personaggio?«Trattandosi di un personaggio di rilievo anche nella storia civile della Cina, Xu appare nei manuali in uso nelle scuole superiori. Viene ricordato per aver contribuito a introdurre in Cina la scienza e la tecnologia occidentale e associato a Matteo Ricci come traduttore di opere scientifiche occidentali».Che cosa può dirci circa i rapporti fra Ricci e Xu?«Ricci e Xu trascorsero insieme solo tre anni circa. Ma tra loro scattò una profonda stima reciproca; vista anche la differenza di età, si instaurò un rapporto come tra maestro e discepolo; padre e figlio. Ricci aveva intuito che il “dottor Paolo” sarebbe stata una colonna decisiva della cristianità cinese. Paolo, prima del battesimo, aveva avuto una specie di sogno che Ricci interpretò come una visione del mistero della Trinità, e dunque si persuase che quel letterato aveva una missione speciale da compiere».Colpisce, nella biografia di Paolo Xu, il fatto che riuscì a testimoniare la sua fede mentre ricopriva cariche civili importanti...«È così. Paolo Xu Guangqi intensifica la sua opera di apostolato proprio mentre sale, via via, i gradini più alti dell’amministrazione statale cinese. Con la sua autorevolezza introduce la fede nella nativa Shanghai (1608); nel 1616 difende i missionari in pericolo e nel 1623, stando alle fonti gesuitiche, riesce a condurre al battesimo ben 120 letterati».La zona di Xujiahui, a Shanghai, luogo di sepoltura di Xu, a partire dal XIX secolo è diventato un importantissimo centro di opere cattoliche, l’unico del genere in tutta la Cina. Come si spiega?«Come dice il nome nel suo significato originario, era l’area della famiglia Xu, e dunque anche il luogo della sua sepoltura. Un vasto appezzamento venne donato ai gesuiti, che ne fecero il quartiere generale: la grande chiesa dedicata a Sant’Ignazio (ora cattedrale); la sede di una scuola, di una grande biblioteca, di una tipografia, di un convento di suore eccetera. Alcune di queste strutture sono ancora in esistenza: qualcuna è stata restituita alla chiesa, altre hanno avuto una diversa destinazione. Il grande quartiere commerciale, in cui si trovano queste strutture, è intitolato a Xu Guangqi, così come lo è il parco che ospita la sua tomba». Poche settimane fa, l’anziano vescovo coadiutore di Shanghai, Aloysius Jin Luxian ha diffuso una lettera pastorale, nella quale invita i fedeli a seguire l’esempio di Xu Guangqi, primo cattolico della città convertito alla fede. Perché? «Paolo Xu è il fondatore della Chiesa di Shanghai, un’autentica pietra miliare della cattolicità cinese. Per questo mons. Jin Luxian invita i fedeli di Shanghai a celebrare il 450mo anniversario della nascita di Paolo Xu (1562) visitando la sua tomba e i luoghi a lui legati». A che punto è la causa? «Ancora in fase iniziale. Si presenta difficile per molte ragioni, non ultime quelle di poter mostrare con evidenze documentali la santità di vita del nostro. Occorre setacciare gli archivi».Perché un’eventuale beatificazione di Paolo Xu Guangqi sarebbe importante per la Cina? Che ripercussioni potrebbe avere una decisione del genere?La beatificazione sarebbe importante per i cattolici cinesi. «Senza il sostegno, la collaborazione e la dedicazione dei cristiani cinesi, i missionari, a partire proprio da Ricci, non avrebbero potuto portare a termine la loro missione. L’opera dei missionari non va sottovalutata, ma non sempre viene messo in sufficiente evidenza il ruolo determinante dei discepoli, dei convertiti, delle comunità locali come protagonisti dell’evangelizzazione. Inoltre Paolo Xu Guangqi, che fu senz’altro un uomo che dedicò la vita al servizio del suo Paese, mostra come non ci sia contraddizione fra l’essere buoni cittadini, (anzi alti funzionari) e buoni cristiani. Un messaggio ancor oggi attualissimo, specie in Cina».

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