martedì 9 marzo 2021
La pandemia sta facendo aumentare gli abbonamenti di contenuti via web. E anche la Serie A potrebbe prendere questa direzione. Ma la grande incognita è il deficit tecnologico
Il calcio di domani si giocherà in streaming
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Un anno di porte chiuse e televisioni accese. Da marzo del 2020 il calcio italiano conosce solo stadi deserti, al netto di quelle poche settimane tra settembre e ottobre con mille tifosi ammessi sulle tribune, prima che la seconda ondata spingesse le autorità a serrare nuovamente i cancelli di ingresso. In questi dodici mesi il pallone ha potuto rotolare solo sugli schermi tv. E in modo sempre più massiccio su quelli dei computer e degli iPad. È proprio questa la novità principale da quando il mondo ha conosciuto il lockdown. Sono aumentati a dismisura gli abbonamenti ai grandi distributori di contenuti via streaming, in particolare Netflix e Disney+. Il calcio si sta adeguando alla tendenza.

In questo momento, dopo oltre 15 anni di predominio del satellite di Sky, la miglior offerta per i diritti tv della Serie A 2021-24 è di Dazn: 840 milioni a stagione per sette partite in esclusiva e tre in co-esclusiva ogni giornata sulla sua piattaforma web. Sky segue staccata di 90 milioni per i due pacchetti che garantiscono la trasmissione di tutte le gare via satellite e internet. Dazn aveva già aumentato la sua presenza in Germania acquistando i diritti sugli incontri del venerdì e della domenica di Bundesliga. In Italia il passo sarebbe ancora più deciso.

Il gruppo del miliardario Len Blavatnik ha 9 milioni di abbonati nel mondo, in salita rispetto ai dati prima della pandemia (non ci sono numeri più suddivisi per nazione). Il derby di Milano dello scorso 21 febbraio ha fatto segnare il record di ascolti in Italia per Dazn: 2,2 milioni di spettatori, di cui il 50% sulla piattaforma web del gruppo britannico. L’altra metà ha seguito la sfida tra Milan e Inter sul canale 209 di Sky, dove è possibile vedere le partite del concorrente dopo l’accordo dell’estate 2019. In quel momento sembrava che la pay tv di Santa Giulia avesse lanciato una scialuppa di salvataggio a Dazn. A meno di due anni di distanza la partita ha assunto una fisionomia diversissima con Dazn all’offensiva rispetto al colosso passato da Rupert Murdoch agli americani di Comcast.

Anche Sky, con il nuovo amministratore delegato Maximo Ibarra, sta puntando con decisione sulla banda larga. La scommessa streaming si è allargata alla Champions League. La Uefa ha assegnato i diritti relativi alle migliori 16 partite del mercoledì sera in Italia ad Amazon. Il gigante globale dell’e-commerce li ha acquistati per 80 milioni, una cifra elevatissima rispetto al numero di gare. È stato un prezzo di ingresso quasi obbligato per convincere la Uefa, visto che Prime Video (il canale di Amazon) nel nostro Paese ha ancora pochi abbonati. Ed è proprio questo il motivo che ha spinto la multinazionale di Jeff Bezos a scendere in campo con i diritti del calcio: il pallone viene considerato il mezzo migliore per aumentare le sottoscrizioni alla web tv, un incremento indispensabile per accrescere la conoscenza dei consumatori italiani. Amazon invece non ha fatto offerte per i diritti della Serie A, visto che la Lega non ha disegnato pacchetti su misura, come è successo in Inghilterra dove la multinazionale ha comprato i diritti di alcune giornate, ma solo a dicembre, il periodo più sensibile per l’acquisto on line dei regali natalizi.

Anche Mediaset è pronta a scendere in campo con lo streaming: Cologno Monzese potrà trasmettere sulla sua piattaforma Mediaset Play 121 partite di Champions League (le altre 16 saranno in chiaro il martedì sera sulle reti tv del gruppo della famiglia Berlusconi). La voglia di sfruttare questo boom, amplificato dalle chiusure provocate dalla pandemia che ha costretto ad affidarsi alla connessione web per attività un tempo svolte in presenza, potrebbe estendersi ai singoli club. Il fondo londinese BC Partners, interessato ad acquistare l’Inter da Suning, punta molto sulla crescita della media-company nerazzurra.

In una recente intervista a Bloomberg, il manager del fondo Nikos Stathopoulos ha espressamente fatto riferimento al boom di Netflix e Disney+ per spiegare che le società di calcio hanno margini enormi nella valorizzazione dei propri contenuti. La stessa Dazn ha pescato a livello dirigenziale nell’organigramma di Disney. Il nuovo presidente del gruppo, nominato martedì scorso, è Kevin Mayer che in passato si è occupato proprio delle attività streaming dell’azienda californiana: Disney+, Hulu, ESPN+ e Hotstar. Le società sperano che l’avvento dei canali streaming nel calcio possa ampliare il bacino di utenza degli spettatori a beneficio dei ricavi da sponsor, disposti a investire maggiormente di fronte a un aumento della visibilità commerciale.

Le leve possono essere due: un minor costo degli abbonamenti per le web tv rispetto a digitale e satellite, e una maggiore penetrazione nel pubblico giovane abituato alle connessioni web più che a parabole e decoder. E sono proprio gli appassionati under 30 quelli che stanno diminuendo nello sport più popolare al mondo, in difficoltà nella capacità di attrarre le nuove generazioni. Non mancano, però, le incognite. Alcune di natura tecnologica, in particolare in un Paese come l’Italia, dove le autostrade della fibra non sono ancora collaudatissime.

Servirà uno sviluppo immediato e un rapido cambio di abitudini per garantire alle partite via streaming di avere lo stesso seguito di quelle via satellite o digitale. Già a partire dal campionato 2018-19, il primo dall’ingresso di Dazn con tre partite, gli abbonati complessivi sono passati da 4 milioni a 3,5. Si sono persi numerosi abbonati di Mediaset Premium. Cosa succederà adesso se Dazn avrà ben sette partite in esclusiva? Gli stessi dati di audience dell’ultimo derby di Milano, come viene fatto notare nei corridoi di Sky, potrebbero far suonare un campanello d’allarme, visto che sulla piattaforma di Dazn è stato visto solo da 1,1 milioni di persone. Ma non sarà facile fermare il vento dello streaming che soffia sempre più impetuosamente sul calcio mondiale.

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