martedì 21 febbraio 2012
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Quando Pupo, domenica, all’Arena di Giletti ha accusato Avvenire «di avere chiesto nel 2004 la chiusura di un mio programma», alcuni hanno sorriso. Ah, eccoli stanati, questi cattolici. E via con lanci di agenzie, articoli sul web, post su Facebook e Twitter. Nonostante che il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, avesse detto chiaro e tondo che la cosa non era vera, e che è solo vero che Avvenire si batte da sempre perché i programmi tv rispettino la natura di «servizio pubblico» della Rai. Nessuno ha pensato di fare un giro su Internet per verificare. Altrimenti avrebbe scoperto che di questa storia sul web non c’è traccia. E nemmeno negli archivi – consultabili, gratis, online – del Corriere della sera e di Repubblica. Un altro complotto mediatico, stavolta contro Pupo? No, una cosa molto più semplice: Avvenire non ha mai chiesto la chiusura del programma di Pupo Il funambolo. E quando Moige, Osservatorio dei minori, Comitato Tv e Minori, Aiart e il senatore Bonatesta (allora nella Vigilanza Rai) protestarono per la presenza di un minore in un programma «che fa una sorta di spot alla bigamia», il nostro giornale dedicò all’evento, l’11 luglio 2004, (come potete vedere a fianco) un articolo di 20 righe in cui si parla delle giuste proteste senza alcuna richiesta da parte nostra. Eppure Pupo, in un’intervista al Corriere, l’11 agosto 2005, diede il via alla sua «vendetta»: «La Chiesa ce l’ha con me perché da 20 anni sto con due donne». Tre mesi dopo arrivò una lettera ad Avvenire. «Perché ce l’avete tanto con Pupo? Perché sta con due donne?». L’allora direttore, Dino Boffo, rispose: «Non sapevo nulla e continuo a non nutrire alcun interesse per i dettagli dello stato di famiglia di Pupo. I giudizi che diamo sulla tv riguardano solo il contenuto dei programmi». Ciò che abbiamo fatto è stato criticare, senza sconti (cosa che facciano per chiunque) anche alcuni programmi di Pupo. E lui se l’è legata al dito. Così – da vecchio giocatore di poker, quale dice di essere stato per anni – domenica ha fatto il suo bluff e molti ci sono cascati. E dire che bastava fare un giro su Google per smascherarlo.
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