Il 25 luglio "Gutenberg" esplora il giorno dopo l'apocalisse nucleare
Siamo a ottant’anni da quell’agosto 1945, quando le bombe atomiche distrussero Hiroshima e Nagasaki. Un evento spartiacque nella storia dell’umanità, motore di elaborazione culturale

Siamo a ottant’anni da quell’agosto 1945, quando le bombe atomiche distrussero Hiroshima e Nagasaki. Un evento spartiacque nella storia dell’umanità, che da allora convive con la prospettiva della distruzione della Terra. Nel dopoguerra in Giappone, e non solo, l’incubo nucleare è divenuto motore di elaborazione culturale. Il 25 luglio "Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire", esplora il giorno dopo l'apocalisse nucleare partendo dal paradosso della memoria analizzato da Piergiorgio Pescali; il Giappone ha saputo sviluppare un equilibrio tra il pacifismo del ricordo e un’alleanza militare strategica con gli Stati Uniti. Il trauma atomico è stato
trasformato in una missione etica e morale a livello universale e ha nutrito un'originale produzione culturale, anch'essa paradossale: come rileva Antonio Giuliano, nel dopoguerra la cultura nipponica si è fatta conoscere in Occidente con i suoi manga, spesso ispirati all’olocausto nucleare ma senza rimanerne schiacciati, e con l'esaltazione della pratica sportiva.
trasformato in una missione etica e morale a livello universale e ha nutrito un'originale produzione culturale, anch'essa paradossale: come rileva Antonio Giuliano, nel dopoguerra la cultura nipponica si è fatta conoscere in Occidente con i suoi manga, spesso ispirati all’olocausto nucleare ma senza rimanerne schiacciati, e con l'esaltazione della pratica sportiva.

Ma la paura delle radiazioni si è incisa nella memoria collettiva quale eredità invisibile, biologica, della bomba. Più che un’arma, un’ossessione culturale: quella dell'uomo mutante sulla quale riflette Davide Re prendendo spunto dall'ultimo libro di Richard Overy. Anche la letteratura ha affrontato da molteplici punti di vista l'incubo postatomico: dal romanzo distopico di Sven Holm Termush, presentato da Gianni Santamaria, che immagina la sopravvivenza dopo una catastrofe nucleare in un resort di lusso trasformato in rifugio, alla mappa tracciata da Roberto Righetto, seguendo il volume di Maria Anna Mariani, sulle rappresentazioni dell’atomico nella cultura italiana contemporanea da Moravia a Pasolini, da Elsa Morante a Sciascia. Chiude il monografico la riflessione di Alessandro Zaccuri su come la bomba abbia reso dicibile l’indicibile: perché il senso di minaccia non è nato con l’era nucleare, ma dai testi antichi alle serie tv emergono i tanti mutamenti nell’immaginario(post-)apocalittico.
Apre la sezione Percorsi la ricognizione di Eugenio Giannetta tra i molti volumi e riviste dedicati al tema della montagna usciti negli ultimi mesi: viaggi, sfide e visioni dalle frontiere alte. Un secondo percorso racconta i maestri tra Manierismo e Barocco che si possono ammirare nella mostra su Simone Cantarini in corso a Urbino, recensita da Marco Bussagli, e nel nuovo allestimento delle sale dedicate agli artisti dell’Emilia del ’600 dalla Pinacoteca di Bologna, presentata da Giancarlo Papi. Spazio quindi al sogno e al segno di Federico Fellini, da un volume dedicato alla sua attività in campo pubblicitario alla mostra allestita a Salò, e a due nuove biografie di papa Leone XIV.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






