giovedì 7 maggio 2015
​I vescovi denunciano: nelle strutture pubbliche c'è un'attenzione assai limitata ai libri della cultura cristiana.
Vietata la statua di Giovanni Paolo II
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Nelle città francesi, le biblioteche municipali e pubbliche sono considerate istituzioni fondamentali, anche in termini di risorse investite. È il frutto di una concezione diffusa della 'cultura per tutti' lontanamente erede del progetto politico illuministico. Ma curiosando fra gli scaffali liberamente accessibili, nasce spesso l’impressione che la 'cultura per tutti' non sia tutta la cultura, data soprattutto la limitata attenzione al fatto religioso.  Nel 2010, uno studio condotto nel quadro dell’Enssib (Scuola nazionale superiore di scienze dell’informazione e delle biblioteche) ha confermato il fenomeno. Analizzando quei risultati, il Bollettino delle biblioteche di Francia concludeva: «Nel momento in cui le pratiche religiose conoscono un sussulto manifesto, proporre un’offerta documentaria coerente sulle religioni, più in fase con le attese dei pubblici e il rispetto del pluralismo, non è sempre considerato come una priorità». Da allora non ci sono stati miglioramenti e la Chiesa francese ha preso aperta posizione. Monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale, si è appena espresso davanti all’Osservatorio della laicità, sottolineando che «le sezioni religiose nelle biblioteche o mediateche offrono spesso opere senza consistenza e per nulla fondamentali». Secondo il quotidiano cattolico La Croix,  «per mancanza di formazione e paura di fare del proselitismo, la maggioranza delle strutture esita ad acquistare libri di questo tipo». E quando è il caso, i criteri posso divergere da un facile accesso per tutti: «Se il cristianesimo è quantitativamente ben rappresentato, i libri proposti sono spesso poco adatti al grande pubblico». Non di rado, per ammissione pure di bibliotecari critici verso il fenomeno, una miscela d’ignoranza sul fatto religioso, di 'fastidio' o di chiari riflessi antireligiosi spinge le strutture a limitarsi al "servizio minimo", o a enfatizzare la dimensione più misteriosa delle religioni, con sconfinamenti nell’esoterismo. Anche per rimediare a simili confusioni e derive, certi teologi e studiosi avvertono nuovamente il bisogno di spiegare le definizioni fondamentali di ciò che è religioso in volumi semplici ma rigorosi come Religioni. Le parole per parlarne, di F. Boespflug, T. Legrand e A.-L. Zwilling. Sperando di giungere, prima o poi, pure negli scaffali delle biblioteche. 
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