sabato 15 settembre 2012
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​Stando a un film di George Marshall, la vita comincia a quarant’anni. I Nomadi però aggiornano il concetto: presentando a un anno dai cinquanta non tanto un "normale" terzo atto della loro storia (ovvero il primo cd con Cristiano Turato, dopo il sodalizio con Danilo Sacco e i decisivi anni con Augusto Daolio), quanto una vera e propria "svolta". Che non è parola casuale: giacché ricorre senza requie, con entusiasmo bambino, in Beppe Carletti, Daniele Campani, Cico Falzone, Massimo Vecchi, Sergio Reggioli e ovviamente Turato quando lanciano Terzo Tempo, cd con dieci inediti in uscita martedì. «Volevamo fissare su disco chi siamo dopo l’addio traumatico di Sacco», dicono, «perché la nostra musica cambia. La voce di Cristiano non assomiglia a quella degli altri e ci ha spinti a confini prima rimasti nel cassetto, dalla scelta dei brani agli arrangiamenti. E fa bene, trasformarsi».

Ma com’è Terzo Tempo? È disco che con onestà dice proprio di una transizione: quasi un’opera prima, con pregi e difetti divisi nelle sue due anime. La prima (il pregio) di canzoni rock e denuncia – a tratti durissima come raramente nella storia dei Nomadi – di malesseri sociali; l’altra (il difetto) di pezzi intimi a tratti labili, finanche giovanilisti. A convincere insomma sono i brani tirati, gridati: Non avrai sugli ideali, Terzo Tempo che adombra la necessità di una fede, la sociale Apparenze e l’istrionica, volutamente eccessiva Addormentato ma non troppo. Mentre lasciano perplessi il pop fragile di Ancora ci sei, l’adolescenziale Un attimo di sole, l’imbarazzante Il vento tra le mani. Ma i Nomadi sono talmente felici del loro mettersi in gioco, «non volevamo spegnerci come candele ripetendoci di continuo», che certe sbavature si possono scusare proprio pensando al fatto che – in fondo – stanno sperimentando strade nuove, con una voce nuova che è anche nuovo (e giovane) autore. E a ciò loro aggiungono pure «Se qualcuno ascoltando il cd dirà che non sembriamo i Nomadi, meglio! Vogliamo proprio dare e darci emozioni diverse». Anche se, e va detto, Terzo Tempo si riallaccia alla grande col passato in Fuori, che pare la versione 2012 di Come potete giudicar per come risponde proprio a chi giudicasse troppo severamente le apparenze di questa svolta. «Troppi ci hanno dato per finiti. Noi rispettiamo tutti, ma crediamo di essere coerenti e avere ancora cose da dire. Questo cambiamento ci ha permesso di farlo, questa canzone lo grida». Ora i "nuovi" Nomadi prevedono un tour teatrale dal 10 novembre che dopo anni li porterà oltralpe (pure a Londra), nonché quello che chiamano «altro indizio di cambiamento, una dimensione che avevamo trascurato»: ovvero l’unirsi ai colleghi. Giacché dopo "Concerto per l’Emilia" saranno con Ligabue, Baglioni, Elisa, Jovanotti e compagnia a "Italialovesemilia" il 22. Faccenda certo in linea con la nota attenzione del gruppo ad aiutare chi soffre, ma anche indizio che forse i 50 anni saranno stavolta un evento vero, meno naif dei 40. «Sì, vorremmo una tre giorni con ospiti. Per ribadire quanto ci fa bene suonare e ci consente di comunicare con la gente, colleghi compresi. Non siamo mica stanchi della musica, noi».

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