sabato 14 gennaio 2023
Realizzato nella seconda metà del XVI secolo, lo volle Pier Francesco Orsini (detto Vicino), che fece scolpire le rocce sul posto, dando loro forme di creature oniriche. Ispirò Goethe e Dalì
Il 'Parco dei mostri' a Bomarzo

Si legge subito ed è quasi una sfida. Quasi l’annuncio di un enigma, anzi più di uno: “Tu ch’entri qua con mente parte a parte et dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”. Così ci si ritrova dentro mistero, natura, arte, tutto insieme. Cioè il ‘Sacro Bosco’ - più conosciuto come ‘Parco dei mostri’ - a Bomarzo (Viterbo), con le sue “sculture grottesche disseminate in un paesaggio surreale”, come le descrive il sito ufficiale: Forse luogo unico al mondo, certo “il più antico parco di sculture del mondo moderno”.

Definendolo il “Boschetto”, lo volle Pier Francesco Orsini (detto Vicino), che nacque a Roma il 4 luglio 1523, fu signore di Bomarzo dal 1542 al 1585 e sposò Giulia Farnese, pronipote di papa Paolo III. A partire dalla metà del XVI secolo Orsini “fece scolpire le rocce sul posto, dando loro forme di creature oniriche”, che, secoli dopo, avrebbero affascinato anche Johann Wolfgang von Goethe e Salvador Dalì (si dice che per il suo dipinto “La tentazione di Sant’Antonio” sia stato ispirato dalla visita al Parco) e alle quali Michelangelo Antonioni dedicò un documentario.

Ancora dal sito www.sacrobosco.eu: “Il Bosco si differenzia dai giardini all’italiana e, pur inserendosi nella cultura architettonica-naturalistica del secondo Cinquecento, costituisce un unicum, dando vita a un labirinto ermeneutico di silenzi, allusioni e illusioni”, segnato dal “gusto manierista per il bizzarro”.

Con la morte di Francesco Orsini, il Parco però finì nell’abbandono e la natura ingoiò le sculture. Finché, quattro secoli più tardi, nel 1870, venne acquistato dalla famiglia Bettini e nel 1954 iniziò il restauro che lo rese come lo vediamo oggi.

Ultima annotazione: molti studiosi hanno invano cercato di comprendere il mistero che sarebbe nascosto nel Parco dei mostri. Probabilmente ci sono già riusciti invece i più piccoli, che si divertono a giocare (tutt’altro che impauriti) tra queste creature mitologiche e di fantasia e la casa pendente…

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